giovedì 27 maggio 2010

2-3-FANTASIA

giovedì 27 maggio 2010 3

Una nuova impresa, QUI.

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RICONOSCENZA

Catturajps

Clausole o non clausole, tira e molla o no,
lui è leggenda.
E ci sono un milione di perché:

  • Perché prima di lui da Chiasso in poi partivano le sgommate di merda;

  • Perché con lui tutti, e ripeto, tutti i cazzo di titolari di questa squadra hanno tirato fuori la miglior stagione della loro carriera, andando oltre ogni loro stessa aspettativa.
    Mai si era visto un Lucio così, un Milito così, uno Sneijder così, un Samuel così, un Eto’o miglior terzino al mondo, un Motta (motta!) del genere, un Cambiasso magistrale contro i migliori del mondo. Zanetti ha tirato fuori la stagione perfetta a 36 anni suonati;

  • Perché con lui siamo andati a Stamford con 3 attaccanti più Sneijder e ce li siamo mangiati;

  • Perché abbiamo schiantato il calcio del 2015;

  • Perché  ci ha liberati da un’ossessione che durava da 45 anni;

  • Perché grazie a lui (e anche alla squadra, ovviamente, ma soprattutto a lui) siamo stati, e siamo ancora FELICI come molti di noi, suppongo, non sono mai stati nella loro vita, e sentiamo di aver toccato, in qualche modo, un apice che pare davvero irripetibile (tutto questo per qualche partita di calcio. Felicità pura in cambio di partite di calcio);

  • Perché, in questi due anni, ha incarnato tutto quello che è l’interismo, rendendoci ancora più orgogliosi di tifare per questa squadra;

  • Perché nessuno si era mai permesso di venire in questo paese di ladri, servi e puttane e denunciare apertamente quello che vi succede, mettendoci sempre la faccia (in tutti i sensi: il suo volto è davvero segnato da questi due anni, al Chelsea era fresco come una rosa), e sempre da solo;

  • Perché ha insegnato a questa squadra a vincere, a vincere ovunque, e grazie al suo lavoro anche il prossimo anno potremo lottare su tutti i fronti, senza aver paura di ciprioti o neozelandesi;

  • Perché…non so, credo che basti.

Quindi, anche se se ne va, anche se lui e il suo procuratore tireranno fuori clausole e cavilli, anche se tenterà di comprare qualcuno dei nostri, quello che quest’uomo merita è una sola cosa:

RICONOSCENZA.

Ha fatto la sua scelta. E’ stanco di questo paese. Sa di non poter dare più di quello che ha dato questa stagione. Ha una sfida (per lui) intrigante a portata di mano. Ci lascia una squadra fortissima, una squadra che lui ha reso fortissima. Quindi,

RICONOSCENZA.

Perché non è un tradimento alla Ronaldo, che ci ha lasciati dopo un fallimento clamoroso e dopo, soprattutto, essere stato rimesso in piedi ed atteso con infinta pazienza. Mourinho ci lascia dopo aver vinto tutto. Mourinho ci lascia da leggenda, dopo aver avverato i nostri sogni, ed essersi spinto anche un po’ più in là.

Quindi, per l’ultima volta

RICONOSCENZA.

Ed in bocca al lupo.

Per la famiglia.

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mercoledì 26 maggio 2010

IL TIFOSO ZERO E I DESIDERI – PT. 2

mercoledì 26 maggio 2010 1

La seconda parte della lettera iniziata quattro anni fa, QUI, tra qualche ora.

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domenica 23 maggio 2010

DI NUOVO GRANDI

domenica 23 maggio 2010 19


Come loro, meglio di loro, meglio di tutti, meglio di chiunque si sia mai messo a giocare a pallone in questo paese disastrato. Immensi, leggendari, epici.
Noi siamo la Grande Inter. E voi non siete un cazzo.
Grazie Josè. Come detto dal mio amico Rubbè ieri sera, "c'è chi su molto meno, come, chessò, la moltiplicazione dei pane e pesci, ha costruito una religione". Vincerla da noi, dopo 45 anni, dopo tutti questi cazzo di anni, è il vero miracolo. Altro che pane e vino.
Sei un mito. E con te tutti e 25 gli eroi di Madrid.
Un pensiero anche per Arnautovic, mattatore di San Siro: il vero colpaccio del calciomercato 2009. Leggi tutto...

martedì 18 maggio 2010

PARAOCCHI

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L’assenza di post celebrativi o di sbeffeggiate post-scudetto post-Milan-Juve post-campionato ricolmo di soddisfazioni è dovuta ad un semplice fatto: fino a sabato, avrò il paraocchi. Integrale. Poi oggi ho sentito Moratti parlare del futuro di Mourinho usando parole che proprio non mi piacciono, quindi, no, non sono in grado, mi sento in una sorta di limbo dal quale non potrò uscire prima di questa benedetta finale.

Comunque sia, il mio pur performante paraocchi non mi ha impedito di tremare al semi-annuncio di Del Neri sulla panchina della Juventus. Sono già rassegnato: sarà terza stella.

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lunedì 17 maggio 2010

DICIOTTO

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Auguri

mor

Interista cazzo vuoi, puoi cantare finché vuoi, ma i vincitori morali siamo noi!

morsa

Grazie ragazzi, è anche vostro

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Decisivi per la terza stella

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Sotto a chi tocca

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Ma dove cazzo vuoi andare

josé mourinho 324X324 afp

Grazie ragazzi

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domenica 16 maggio 2010

PARTITONA

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Un bell’articolo sul partitone di ieri ci starebbe proprio bene. L’addio dei gioielli Dida e Favalli, pezzi grossi messi sul mercato per tirar su quei 70-80 milioni che servono per ripianare il bilancio, i 10/11 della nazionale di Lippi in campo dal primo minuto, Pirlo trasformato da Poulsen in un uomo in grado di muoversi con una rapidità accettabile, Del Piero peperino indiavolato, deciso ad onorare la grande sfida ruggendo su ogni pallone, il secondo e il terzo allenatore degli ultimi due anni che abbandonano la baracca, Cannavaro che si fa doppiare da Antonini, Dinamite Diego e Pippo Pero in tribuna, Galliani che promette che non se ne andrà e che, se necessario, si legherà alla sedia ed un bel clima da scapoli vs ammogliati, con Filini arbitro, Fantozzi capitano e le nuvole da impiegato pronte a sommergere il campo. Verrebbe fuori una cosa divertente. Magari smorzerebbe anche di un minimo la tensione di queste ore.

Solo che, a me chi la smorza la tensione? No, non mi viene l’articolo, se ne riparla domani. Sempre che si soffi su queste benedette 18 candeline.

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venerdì 14 maggio 2010

LA MERDA

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Avrei voluto copincollare gli schizzi di vomito prodotti da Fazzo sul Giornale (Fazzo, Giornale, ho detto troppe cose terribili nell’ultima frase, mi sento male), ma non ci riesco. Non ci riesco perché non voglio sporcare questo posto con le frattaglie prodotte da questo terrorista.

Siamo arrivati a questo. Nella settimana che precede la sfida-scudetto di Siena, a otto giorni dalla finale di Champions, uno dei giocatori più rappresentativi dell’Inter deve ritrovarsi a fare i conti con queste infamie. Una tizia lo accusa di minacciarla di morte in caso di mancato aborto, e non è che va alla polizia, no, va al Giornale, una roba che boh, vabbè, lasciamo stare.

Minacce. Di. Morte. Si parla di una telefonata risalente al sei aprile, giorno in cui, secondo la minacciata, Samuel si trovava in Spagna. Sappiamo tutti dove fosse Samuel il sei aprile, non vale nemmeno la pena ricordarlo.

Questo cane senza faccia, senza culo, senza dignità, senza niente, un buco nero che cammina al quale dovrebbe essere vietato di perpetuarsi, questo Fazzo, che fa rima con tante cose, è tornato ad occuparsi di Inter due anni dopo un altro sgùb straordinario, quello del sarto mafioso amico di Mancini. Curiosamente, anche quella volta l’attentato fu dato alle stampe nel bel mezzo della settimana che avrebbe portato alla partita-scudetto di Parma.

Che tristezza. E che stanchezza. A questo punto, non riuscirei a partorire altro che turpiloqui, quindi mi fermo. Mi fermo a tristezza e stanchezza. Perché il disgusto che provo leggendo mostruosità come queste non può essere definito. Le parole non bastano, sono troppo poche.

Tra qualche tempo, su quell’ammasso di letame, comparirà un minuscolo trafiletto in cui il direttore, il degno direttore si scuserà per la non veridicità dell’articolo. Nel frattempo, magari, Staffelli partirà in avanscoperta carico di tapiri, ed Eto’o, a quel punto, rivolgerebbe davvero minacce di morte a qualcuno. Se perderemo stapperanno le bottiglie, se vinceremo tutto inventeranno altre vergogne per svilire le imprese di quella che, se tutto andrà per il meglio, passerà alla storia come una delle più grandi squadre italiane di tutti i tempi, la prima a compiere un’impresa ineguagliabile.

Questo è il nostro paese. Un ammasso di merda. Merda che straborda, che tracima. Merda ovunque, a destra, a sinistra, davanti, dietro, sopra, sotto, dappertutto. Merda che conta, che comanda, che decide. Merda, quindi, che vince. Merda che non riesce a sopportare che qualcosa di diverso da lei salga alla ribalta. La Merda mal sopporta che vinca chi ha merito, chi non ha barato, chi se l’è sudata. La Merda vuole che a vincere siano i suoi simili, quelli violenti, incapaci, stupidi, beceri. Non può tollerare di essere sconfitta, per di più su tutta la linea. E’ per questo che si è messa al lavoro di buona lena, in questi anni. E’ per questo che abbiamo assistito ai super processi  dei tempi degli aiutini, alle incredibili avventure del pre Parma-Inter, all’indignazione nazionale dopo la partita con la Lazio, a questo obbrobrio che mi guardo bene dal definire articolo, e in generale a tutte le scempiaggini e le molestie nei confronti dell’Inter: così facendo, la Merda riesce a vincere comunque, anche se ha perso clamorosamente. Riesce a vincere perché convince la massa che le vittorie interiste non siano limpide, che siano piene di vergogne, di furti, di disonestà. L’ammasso di deficienti che crederà all’articolo di Fazzo senza battere ciglio, vedendo Eto’o sollevare una qualche coppa, non potrà che provare ribrezzo per la disumanità del camerunense, quello delle minacce di morte, il violento, il negro. Tutto passerà in secondo piano, come lo scudetto del 2008, visto dai più come un titolo rubato agli incapaci che non riuscirono ad approfittare di un’Inter in 10 per quasi tutto il secondo tempo e che incassarono un gol di Zanetti al volo da fuori area (!). Riusciranno a spalarci sterco addosso sempre, qualsiasi trionfo raggiungeremo. Perché non siamo la Merda, siamo l’esatto contrario, e dobbiamo essere repressi.

Perché? Perché siamo pericolosi. Perché magari qualcuno potrebbe convincersi che non è essendo violenti, ignoranti ed incapaci che si fa strada nella vita. E questo è un rischio che la Merda non può correre.

Stefano su Iostoconmancini dice che “una risata li seppellirà”. Che dire, io lo spero. Anche se a ridere, proprio, non ci riesco.

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martedì 11 maggio 2010

LA STORIA SPORTIVA SPLENDIDA

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Tratto da una storia sportiva splendida vera. Dalle 15,

QUI

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lunedì 10 maggio 2010

UNA BELLA DOMENICA

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L’amore per le nuove generazioni, il gladiatore che difende l’orgoglio di un intero popolo, lo spot del buon padre di famiglia, la Roma che “non solleva mai una polemica”. E poi uno stadio che non sa più come insultare i commedianti in bianco e nero, i petardi, la sconfitta numero 14 e i preliminari di Europa League. E le facce di Galliani. E una vittoria che fino a poco dalla fine non valeva tre, ma diciotto.

Tutto sommato, insomma, una bella domenica.

uno L’amore è sbarcato anche a Roma

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venerdì 7 maggio 2010

IL PEDAGOGO

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I bambini che hanno preso esempio

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CASA TOTTI

Grande pollogommoso, chiunque tu sia.

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giovedì 6 maggio 2010

I VINCITORI MORALI

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Dalle 10,30, QUI.

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mercoledì 5 maggio 2010

OH SI’

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SCAN

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lunedì 3 maggio 2010

MONTAGNE DI STERCO

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Domenica 18 aprile: la Roma batte la Lazio in un derby fondamentale per la lotta scudetto. A fine partita, Totti si rivolge ad un Olimpico stracolmo di laziali mostrando i pollici versi. Fuori dallo stadio, guerra civile: tafferugli, violenze, accoltellamenti e tentato omicidio di un’intera famiglia che aveva la colpa di passare di lì in macchina.

Le reazioni del mondo dello sport e della politica, il giorno dopo:

….

le reazioni del mondo dello sport e della politica, due giorni dopo:

Cams, graziati tifosi di Roma e Lazio
L'ente statale che controlla e punisce il tifo violento non vieta le trasferte dei sostenitori romani a Parma e Genova: unica misura sarà il divieto per ciascun acquirente di comprare più d'un tagliando per il settore ospiti

Gli incidenti al termine di Lazio-Roma di domenica scorsa

ROMA - Le armi pronte all'uso ritrovate - e per fortuna non usate - per il derby romano hanno fatto scattare la spia luminosa sulla scrivania dei tutori dell'ordine. Così i tifosi temevano che il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive (Casms) facesse scattare il divieto-trasferta. Invece nella riunione dell'Osservatorio nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Viminale presieduta dal ministro dell'Interno Roberto Maroni è stato deciso che i tifosi della Roma potranno seguire la squadra a Parma il 2 maggio e quelli della Lazio potranno andare a Genova per Genoa-Lazio del 25 aprile. Unica restrizione: ciascun tifoso ospite potrà acquistare un singolo biglietto. E la decisione del biglietto 'solo singolo' acquistabile per il settore ospiti è stato esteso oltre che ai tifosi delle romane, per Vicenza-Padova (24 aprile).

Pur in presenza di alcune criticità, emerse soprattutto nel corso del girone di ritorno con un aumento del numero dei feriti in particolare tra le forze di polizia, è stata confermata comunque l'efficacia delle misure sinora adottate, che consentono di registrare un trend comunque positivo riassumibile nella riduzione del 42% degli incidenti e nell'aumento dell'8,5% degli spettatori.

"Permane - si legge in una nota- la politica dell'assoluto rigore contro ogni forma di turbativa alle manifestazioni sportive che viene confermata, oltre che dall'aumento del 40% degli arresti, dai ben 1.500 provvedimenti di DASPO emessi nel corso di questo campionato, sui 3.970 in vigore".

Infine per gli incontri Inter-Atalanta del 24 aprile, Napoli-Cagliari del 25 aprile, Foggia-Pescara, Verona-Taranto del 25 aprile; Bari-Genoa, Chievo-Napoli e Cavese-Foggia del 2 maggio il Casms, dopo ulteriore riesame, ha determinato la vendita di un solo tagliando per spettatore ospite e altresì una serie di misure, quali vendita dei tagliandi in un numero limitato di ricevitorie individuate d'intesa tra le Questure e le società sportive; misure organizzative per le trasferte a cura delle società sportive consistenti nell'impiego degli steward in funzione di accompagnamento dei tifosi ospiti; nella vendita abbinata biglietto stadio/titolo di viaggio (qualora la trasferta avvenga in forma organizzata); nel raccordo costante tra la società e il funzionario della Questura che origina la trasferta.

E poi?

E poi basta.

Domenica 2 maggio, l’Inter finalista di Champions League e Coppa Italia e capolista in campionato da sette mesi (se si eccetta per un paio di settimane), vince a Roma contro una Lazio, la peggior Lazio degli ultimi, boh, quindici anni, praticamente già salva, che non mette in campo una gran voglia di fare risultato. Il pubblico laziale esulta ai gol dell’Inter, in nome del gemellaggio che da sempre unisce le due tifoserie e della voglia di non far vincere lo scudetto alla Roma, che lo aveva umiliato due settimane prima.

Le reazioni del mondo dello sport e della politica, il giorno dopo:

Maurizio Gasparri: "Ieri è stata scritta una pagina di  vergogna. L'Inter potrà vincere lo scudetto, ma per quello che si è visto ieri all'Olimpico, sarà uno scudetto simile a quello ottenuto con le telefonate di Facchetti agli arbitri”.

Daniele Capezzone: "Quello che è accaduto ieri a Roma, all'Olimpico, è un vero e proprio 'spot' contro il calcio, contro lo sport, contro i principi della lealtà sportiva, che sono stati in tutto e per tutto calpestati. Dirigenti, tecnici e giocatori della Lazio dovrebbero dare spiegazioni convincenti di quello che è accaduto. E addolora anche il comportamento del pubblico: per anni, avevamo detto che il pubblico era ormai l'ultima trincea della passione e dell'amore per lo sport, ma ora dobbiamo prendere atto di una vera e propria farsa che ha visto anche un intero stadio pienamente coinvolto e consenziente. Che hanno da dire tanti signori e soloni del 'Palazzò calcistico e dei suoi dintorni anche mediatici, così 'interventistì ai tempi della cosiddetta "Calciopoli", e dopo, invece, così morbidi e silenziosi?!”

Gian Paolo Montali: Mai pensavo che i miei occhi potessero vedere quello che hanno visto stasera. Mai, almeno, lo immaginavo prima di questa partita. Credo che anche l'Inter e il suo allenatore questa sera siano stati in palese imbarazzo. L'Inter non c'entra, oggi credo che non abbia perso solo la Lazio ma ha perso lo sport e in particolare il nostro calcio”.

Fabrizio Cicchitto: “Uno spettacolo deprimente, quello di ieri. E' un campionato completamente falsato”

Marco Martinelli: "Ieri sera abbiamo assistito ad una vera e propria sconfitta dello sport, una vergognosa macchia sul nostro calcio"

Per Paolo Cento, presidente del Roma club Montecitorio: "Quello che è successo ieri sera all'olimpico è incommentabile. Chi ha visto la partita si è potuto rendere conto del clima in cui si è giocato. Ma il vero punto della questione non è la partita di ieri. Il vero problema riguarda la gestione del calcio"

Roberto Della Seta e Raffaele Ranucci, senatori Pd: "Oggi per gli interessi dei network televisivi che intendono massimizzare gli ascolti distribuendo in diversi orari le partite, gli incontri delle ultime giornate non seguono più quel criterio logico, a discapito della lealtà sportiva. Chiediamo dunque al presidente del consiglio, se questa situazione non alteri la regolarità del campionato italiano"

Seguono altri sproloqui che non credo sia il caso di riportare.

Questo è il nostro paese. Questa è la nostra cultura. Comandati da servi senza coscienza, siamo costretti ad assistere a spettacoli di questo tipo. Una tale indignazione, un tale rigurgito non si era mai visto, dopo una partita di calcio. Non ricordo un accanimento simile nemmeno all’epoca dell’omicidio Raciti (e sì che anche quella fu una bella occasione, per i consueti personaggi che affollano la scena politica, di presentarsi davanti alle telecamere recitando alla perfezione il copione spara-sentenze). Tutto questo trambusto, queste facce schifato e, per la miglior squadra europea dell’anno che vince in casa di una compagine modesta, che ha navigato per tutta la stagione in zona retrocessione. Tutto ciò per la vittoria di una squadra che ha mille motivazioni contro una che ne ha zero.

E’ stata una normale partita di fine campionato, come ce ne sono sempre state. Nessuno si è indignato, quando qualche settimana fa la Roma ha battuto un Bari in vacanza da febbraio. Nessuno ha mai detto qualcosa a proposito delle squallide partite del Milan di qualche anno fa, quando i rossoneri regalavano punti salvezza scendendo in campo da sparring-partner. Nessuno, ancora, si azzardò a tirar fuori un benché minimo sospetto sui numerosi Siena-Juventus già chiusi dopo cinque minuti di gioco, o, per citare un episodio ancor più famoso, sull’Udinese-Juventus del cinque maggio, 0-2 dopo otto minuti e poi un’ora e mezzo di melina in attesa del risultato dell’Olimpico. E questo per rimanere nell’ambito del calcio, eh: vogliamo parlare delle non reazioni agli innumerevoli scandali politici degli ultimi anni?

Tutto il macello di queste ore, quindi, a cosa è dovuto?

All’Inter che vince.

Un paese in tilt perché l’Inter vince. E’ incredibile, ma è così. Fegati che scoppiano, mostri che escono dalle loro tane colmi di ira, crisi isteriche nei salotti televisivi, pianti ininterrotti. Perché. L’Inter. Vince.

Questa è la riprova, se ce ne fosse bisogno, che l’Inter, con questo paese assurdo, non c’entra un cazzo. Mai più di adesso, siamo lontani anni luce da questi teatrini, da queste vomitevoli messe in scena che ci tocca sopportare. Non penso di dire questo perché sono di parte, ma per semplice onestà intellettuale. L’Inter paga il fatto di non essersi mai piegata ai poteri forti, e di essere vista come la società che ha cacciato il vecchio sistema di potere, che ha posto fine ai bei tempi nei quali tutti erano felici. Per questo, tutto ciò che la riguarda viene considerato in ben altro modo, rispetto alle altre società.

Pensiamo solo per un attimo al 5 maggio: cosa sarebbe successo, a parti invertite? Intendo, se fossimo stati noi dietro, e se fosse stata la Juve a suicidarsi ad Udine mentre noi vincevamo con la Lazio. Come avrebbe reagito il paese?

Beh, insomma, non ci vuole nemmeno una grande immaginazione. E dire che quelli erano tempi diversi, tempi nei quali eravamo “simpatici”, i compagni sfigati che è così bello prendere per il culo. Ma la reazione dell’Italia intera a quell’infausto giorno (vi ricordate il Duomo gremito di milanisti e juventini che festeggiavano insieme?) mi fa pensare che i tempi fossero già maturi per la strage che stiamo vivendo oggi.

Cosa dire a questa gente, a queste facce di cazzo che hanno vomitato merda dinnanzi alle telecamere stamattina, se non

COMPLIMENTI.

Complimenti perché mercoledì si giocherà Roma-Inter, e a prescindere da come andrà a finire temo proprio che verrà scritta una pagina nera nella storia del nostro calcio.

Complimenti perché avete aizzato milioni di trogloditi che non aspettavano altro per gridare al complotto e per riversare nello sport la rabbia delle loro misere vite da decerebrati, creando un clima mai visto, nemmeno in Ecuador, penso.

Complimenti perché continuate a rovinare lo sport e i suoi principi. La cultura della sconfitta, soprattutto. Una cultura che in questo paese del cazzo non è mai esistita, e che grazie a voi non esisterà mai. Guai ad ammettere i propri errori. Guai ad ammettere la superiorità degl altri. Guai a farsi un esame di coscienza, prima di proferire mostruosità. E’ molto, molto più semplice affibbiare ad altri le proprie colpe. Vero, Rosella?

Noi non c’entriamo niente con tutto questo. E sì, è bello vincere e vedere tracimare la montagna di sterco che popola questo paese ad ogni nostro trofeo. Sinceramente, però, comincio a non divertirmi più. Non è bello vincere in un contesto simile, in un contesto dove non ti puoi godere niente.

La settimana scorsa, su Interistiorg, ho letto “c’è chi non sa vincere, chi non sa perdere e chi non sa nemmeno partecipare”.

Meglio di così non si poteva riassumere, il nostro paese.

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BIDIBI’ BIDIBU’

Questa vignetta era per la Champions, ma credo che si presti bene anche per il campionato.

File0113

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sabato 1 maggio 2010

VIGNETTE

sabato 1 maggio 2010 3

Il nostro prolifico amico, che negli ultimi mesi ha davvero dato tutto per questo sito, ha sfornato addirittura tre vignette.

Rendetevi contro. Tre. Roba che non si vedeva da ottobre.

Le prime due:

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File0114

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