martedì 30 novembre 2010

DONA ANCHE TU IL TUO FEGATO

martedì 30 novembre 2010 4

Il Barça umilia il Real, lo stesso Real che li ha asfaltati un mese fa, e loro sfottono. Geniali.

Mourinho è un coglione che non capisce un cazzo e fa anticalcio. C’è da chiedersi cosa facciano loro, visto quel che succede ogni volta che Mourinho li incontra.

Quindi, se il Barça batte il Real, il Real batte il Milan ed il Milan batte l’Inter, un ipotetico Barça-Inter finirebbe minimo 12-0. Sarei curioso di vedere un Inter-Barça, chissà che strapotere blaugrana, che dominio, che umiliazione. Fortuna che non ci abbiamo mai giocato, sennò altro che triplete, eh, cinque pere e a casa, noi e il Coglione.

No, aspetta.

Aspetta..

ah.

ah.

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domenica 28 novembre 2010

FACCIAMO RICORSO: TROPPO POCHE 3 GIORNATE

domenica 28 novembre 2010 0

Esclusiva Milanellobianco: Eto’o fa cacare.

La zavorra si defila e diamo spettacolo: a gennaio fuori dalle palle.

Cordoba si sacrifica e gioca alla grande da terzino sinistro, a conferma del fatto che il lavoro di Eto’o è robuccia.

A Barcellona ancora ghignano per il pacco che ci hanno dato e si godono il loro prezioso centravanti dalle origini slave.

(CLICCA QUI per la toccante storia della scomparsa del piccolo Vrango, il fatto di cronaca che ha sconvolto il paese e fatto venire nelle mutande Barbara D’Urso)

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giovedì 25 novembre 2010

YU-HU

giovedì 25 novembre 2010 0

Un’ora di patimenti, tentativi, respinte, scivolate, imprecisioni. Spinta incostante, azioni a sprazzi, posizioni poco chiare ed ansia, ma alla fine l'abbiamo infilata, la vittoria.

 

Per la mia dichiarazione d’amore alla Regina Elisabetta, cliccare qui.

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domenica 21 novembre 2010

E ORA?

domenica 21 novembre 2010 1

(aggiornamento: clicca QUI per il barbone socialmente introdotto)

Il problema non sono i nove punti di svantaggio, o il fatto che per la prima volta dopo cinque anni siamo dietro a Milan e Juve contemporaneamente, o che abbiamo mille infortunati. Sì, ok, gli infortunati c’entrano, ma quello che butta giù, che fa temere davvero per il proseguo della stagione è la sensazione che questa squadra trasmette quando la si vede giocare: la sensazione che sia totalmente, assolutamente incapace di vincere. Anche quando parte bene (benino, dai) come oggi, o a Lecce, l’impressione che sia in grado di andare in vantaggio e poi gestire la partita non c’è, non esiste. Aldilà del fatto che non andiamo in vantaggio da un mese, è palese l’incapacità dei nostri di imprimere il proprio marchio sulla partita, di farla loro, e anche di spaventare gli avversari. Anche quando creiamo delle occasioni, anche quando c’è uno dei nostri solo davanti al portiere, c’è qualcosa che mi dice che la palla non entrerà, che manca qualcosa e che per questo è impossibile che si possa prendere in mano una qualsiasi situazione.

Questa squadra, nell’ultimo mese, non ha trasmesso che una sola, desolante sensazione: l’impotenza. L’impotenza dei giocatori nel reagire alle difficoltà, l’impotenza dell’allenatore nello svoltare tatticamente o con degli inserimenti a partita in corso (anche se c’è da dire che la nostra panchina assomiglia molto a quella dell’Atalanta), l’impotenza contro il fenomeno-infortuni che continua inarrestabile.

Il mese che sta per terminare, ora come ora, è un mese da Juventus 2009/2010, senza se e senza ma. Solo che la Juve 2009/2010 faceva schifo proprio a livello di uomini, mentre quelli che sono scesi in campo fino ad adesso, tranne un caso umano come Motta, sono gli stessi che sei mesi fa hanno sollevato tutte le coppe che c’erano in giro.

Il problema, adesso, è: che fare? Da una crisi si esce o con una svolta tattica/mentale, o con una svolta tecnica (l’esonero). Io ad una svolta tattica/mentale di Ciccio, ora come ora, non riesco a credere. In una svolta tecnica, men che meno (chi arriva, il Trap?).

Quindi?

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venerdì 19 novembre 2010

BARBONE SOCIALMENTE INTRODOTTO

venerdì 19 novembre 2010 0

Volete scappare di casa? Ne avete abbastanza di vedere Biabiany in televisione e sentite il bisogno di staccare la spina dal mondo? Temete di vedere presto Trapattoni alla Pinetina e volete andarvene prima del cataclisma?

Se vi ritrovate in una di queste domande, o anche in tutte, la risposte potete trovarle QUI, leggendo i preziosi consigli del barbone socialmente introdotto.

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giovedì 18 novembre 2010

IL SIGNOR DE MIGUEL

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C’è un personaggio che, in queste ultime settimane, sta facendo molto parlare di sé in casa Inter. Tutti ne parlano, lo tirano in ballo e lo inseriscono nei loro più cruenti esposti al Creatore. E non sto parlando del povero Ciccio, uomo solo al comando (“comando”, poi, mica tanto) della baracca, ma di questa persona:

E’ lui. E’ il famigerato, temibile, pluribestemmiato Preparatore atletico, mister Francisco De Miguel, il terrore dei bicipiti femorali. Lo stiramento è il suo mestiere, la ricaduta uno stile di vita, lo strappo un sogno che si realizza: è lui, l’uomo ritenuto responsabile dello tsunami di infortuni che ha investito l’Inter cancellando in un sol colpo la leggenda di Milan Lab.

Ma chi è davvero Francisco De Miguel? Chi si nasconde dietro a quel sorrisetto forzato e sprezzante, a quella faccia che ti sfida, che ride di te, che sembra guardarti e dirti “ma quanto fai schifo?”, e gelarti con quegli occhi che hanno l’aria di aver visto le peggiori cose di questo mondo? Io mi sono informato sul suo conto, ed ho preparato una breve biografia.

Francisco De Miguel nacque il giorno di Ferragosto del  1970 a Voghera, dove i genitori si trovavano in viaggio di nozze. La sua venuta al mondo fu una vera e propria liberazione per la famiglia De Miguel: il piccolo Francisco, infatti, sarebbe dovuto nascere tre mesi prima, ma in una delle ultime ecografie i medici notarono che il piccolo si toccava nella zona degli adduttori e che non riusciva a muoversi. La diagnosi fu chiara: strappo. Il bimbo nacque quindi circa novanta giorni dopo, quando si fu pienamente ristabilito, nel bel mezzo del viaggio di nozze che i genitori non avevano potuto rimandare. Non appena il piccolo ebbe visto la luce, tutti gli abitanti di Voghera accusarono un forte dolore ai flessori, ed ai più sfortunati saltò anche qualche legamento.

L’infanzia di Francisco trascorse felice. All’età di quattro anni, durante una zuffa all’asilo, un suo compagno cadde in terra e si sbucciò un ginocchio. Il piccolo Fran accorse subito e, con fare autoritario, gli tamponò la ferita con uno speciale unguento che si portava sempre dietro, pronto all’uso. Il giorno dopo si venne a sapere che sul ginocchio del bimbo era cresciuto un bonsai, attorniato da un microbosco nel quale proliferavano insetti di ogni tipo. I genitori del malcapitato decisero di abbattere il piccolo albero, ma gli ambientalisti insorsero e minacciarono rappresaglie nel caso in cui si fosse potato anche un singolo ramo. Il bonsai restò dunque in piedi e crebbe col bambino, che da qualche anno porta a spasso una quercia ed è responsabile di un intero ecosistema.

Col tempo, familiari e conoscenti di Francisco si resero conto che nel piccolo c’era qualcosa che non andava. Alcuni segnali, come la storia del bonsai e la sua curiosa attitudine a demolire elastici, furono, nei primi anni, trascurati e derubricati a semplici coincidenze. Via via che gli anni passavano, però, le stranezze proseguivano, e non si poteva più fare finta di niente. Il suo gatto, Thiago, del quale curava personalmente l’alimentazione, non riusciva ad issarsi sulle zampe e si faceva le unghie sul pavimento. Un giorno tentò di salire con un balzo sul tavolo in cucina, ma, mentre era in elevazione, fu colto da una micidiale rigidità muscolare e si schiantò contro una gamba del tavolo, dalla quale non fu mai più possibile staccarlo.
Inoltre, quando Francisco giocava a scacchi con il nonno, i suoi cavalli, dopo la prima mossa, davano in escandescenze e crollavano esanimi sui pedoni, la regina non riusciva a muoversi per più di tre caselle ed il re era paranoico.
Parenti ed amici erano molto preoccupati, e sembrava non ci fosse niente da fare.

Crescendo, la situazione non migliorò. Con la sua prima ragazza, Waltera, Francisco volle sperimentare la posizione del sognatore slavo: lei punta a terra mani e piedi e solleva il bacino, facendo il ponte, e lui si cala dall’armadio con una liana e la trafigge sullo slancio con un’unica, clamorosa penetrazione. Il giovane si propose di aiutarla a trovare l’inclinazione massima, ma esagerò e la povera ragazza si spezzò in due come un Kit Kat. Quando la signora De Miguel seppe della tragedia, capì che il potere di Francisco, impossibile da soffocare, doveva  essere incanalato verso qualcosa di meno dannoso, in modo che non divenisse, un giorno, impossibile da controllare e fatale per tutto il pianeta. Qualcosa di meno dannoso, ok: ma cosa?

La saggia donna ebbe presto un’illuminazione: quale modo migliore di far sfogare Francisco, se non quello di farlo diventare preparatore atletico? Una vita sul campo, ad allenare milionari capricciosi, che se ogni tanto si rompono gli sta pure bene. Il figlio avrebbe smesso di mettere a repentaglio la vita dei suoi cari e, una volta presa confidenza, il mostro che si nascondeva nel suo inconscio si sarebbe accontentato di provocare semplici infortuni ai giocatori, senza aprirli in due, per capirsi. Francisco seguì entusiasta il consiglio della madre, concluse gli studi in tempo record e dedicò la sua vita alla preparazione atletica. Non appena il giovane ebbe trovato la serenità, il suo gatto, ormai trentenne, si staccò dalla gamba del tavolo, fece due passi e cominciò a saltare per la casa con un’energia inaudita. Cinque minuti dopo morì di vecchiaia.
Il bonsai sul ginocchio del tizio dell’asilo, proprio mentre questi si trovava ad un congresso di ambientalisti che volevano premiarlo per il suo impegno sociale, scomparve di colpo disperdendo ovunque nidi di aquila, mentre la folla inferocita gridava vendetta;; le pedine della scacchiera, infine, cessarono di avere vita propria.

Solo la povera Waltera, per ovvi motivi, non poté tornare alla normalità, ma c’è chi giura che sia uscita dalla tomba, sulle sue gambe, e che si sia candidata nelle liste del PD.

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mercoledì 17 novembre 2010

C’E’ CRISI

mercoledì 17 novembre 2010 0

Crisi Inter: pare che nella riunione tecnica tra Moratti e Branca si sia strappato l’assegno. Ennesima vittima della preparazione di Benitez.

(QUI i consigli per fare la bella vita alle spese della società, a cura del nostro inviato sotto i ponti).

E domani, non perdetevi il tremendo post-inchiesta sugli infortuni in casa Inter. Finalmente, ne saprete di più.

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lunedì 15 novembre 2010

LA SVOLTA

lunedì 15 novembre 2010 0

La cronaca dello splendido derby di ieri, QUI.

Per chi invece non ha voglia di pensare al calcio, un giro QUI sull’altro blog è d’obbligo, che sennò mi offendo (c’è il secondo capitolo di Sposato lo sbirro, mica rape).

Chi non vuole spostarsi da questa pagina, può richiedere il mio numero di telefono e/o il mio indirizzo con un commento e lamentarsi con me di persona. Per qualsiasi cosa.

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giovedì 11 novembre 2010

FAMOLO STRANO

giovedì 11 novembre 2010 0

Affrontiamo il derby da una diversa prospettiva.

QUI

(c’è anche un nuovo post sull’altro blog)

magari, un giorno metterò qualcosa anche da queste parti, dai.

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mercoledì 10 novembre 2010

INSERISCI UN TITOLO POST

mercoledì 10 novembre 2010 0

Ecco, sì, come avrete notato i post latitano. Il perché l’ho già spiegato, pance gonfie, poca ispirazione eccetera. Però, a parte in questo ambito, non ho smesso di scrivere ed ho un po’ di cose da parte, cose che non ho idea di come far valere se non pubblicandole su qualche sito di merda. Quindi, ho deciso di togliere la polvere dal blog che avevo aperto quasi un annetto fa, cambiandogli nome e mettendoci su qualcosa di nuovo. Si tratta di una bella storiella che vede protagonista un giovane di 56 anni che un giorno, mentre è al cesso, decide finalmente cosa vuol diventare da grande. Per chi vuole, il primo capitolo è

QUI.

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