lunedì 29 agosto 2011

I GIOCOLIERI

lunedì 29 agosto 2011 3

Due uomini in un cortile. Sono vestiti alla bellemmeglio: abiti sporchi e sciupati, il volto seminascosto da un turbante. Hanno un pallone e se lo scambiano eseguendo continue evoluzioni, dando un discreto spettacolo. Un uomo li osserva dal terrazzo di casa sua.

- Allora?, afferma baldanzosamente uno dei due giocolieri, prendendo il pallone in mano dopo essersi esibito in una convincente rabona.

- Dieci euro – risponde l’uomo sul terrazzo.

I due si guardano, bofonchiano un po’ tra loro, poi si scambiano cenni d’assenso e cominciano a sfregarsi le mani.

- Dieci euro prezzo buono capo – fa quello col pallone in mano.

- Come scusa?

L’uomo sul terrazzo rimane spiazzato. Si volta dietro di sé, cercando conforto nello sguardo delle altre persone presenti in casa.

– Non era mica questa la battuta –, dice, stranito. Un tizio si toglie le cuffie, un altro grida “Stop!”.

- Tu apre, noi venire su – aggiunge l’uomo col pallone.

- Ma chi siete voi? Dev’esserci stato un malinteso – dice l’uomo dal terrazzo – mica ve li devo dare per davvero, i dieci eu..

L’uomo è però costretto ad interrompersi: nel cortile non c’è più nessuno. Il portone è aperto, ed i due sono già entrati nel condominio.

Pochi secondi dopo, suona il campanello. L’uomo lascia il terrazzo e va a sbirciare dall’occhiello della porta. Ovviamente, vede i due giocolieri.

- Apri capo, tu deve dieci euro!

L’uomo si gira verso gli altri presenti, gesticolando incredulo e bisbigliando “ma questi chi cazzo sono?”

- Noi sentito tuoi passi, ora tu apre e dà noi soldi!

- Sentite – fa l’uomo, da dietro la porta - chiunque voi siate, c’è stato un malinteso. Io..non..

La situazione è talmente assurda che l’uomo non riesce a trovare le parole per rispondere alle richieste dei due. In casa ci sono altre sei persone, ma nessuno sembra avere idea di cosa stia succedendo.

- No malinteso capo! Noi volere nostri dieci euro! Tu detto che davi noi! Ora apri e paga! – fa uno dei due, che poi comincia a battere insistentemente il pugno sulla porta.

- Ma..ma io.. ma io non vi do un cazzo! –  risponde l’uomo, perdendo le staffe.  - Avete capito, straccioni di merda? Ma tu guarda questi, siamo qui a lavorare e arrivano ‘sti  due pezzenti a rompere le palle!

- CAPO, APRIREEEEEEEE!!!!!!!! – urlano all’unisono i due, mentre scalciano la porta e ci battono sopra i pugni, con violenza crescente.

- E dagli sti cazzo di dieci euro – fa il tizio che sta dietro ad una telecamera –, almeno ce li togliamo dalle palle e continuiamo a lavorare.

- Ecco, daglieli e falla finita, che questa storia è durata anche troppo – fa un altro, raccogliendo cenni d’approvazione.

- Ok, ok – dice l’uomo, facendo per prendere il portafogli – però..scusate, perché dovrei darglieli io, i dieci euro? Cioè, arrivano questi due pazzi, e quello che ci rimette devo essere io?

- Avevi a pensarci, prima di dire “dieci euro”

- Ma..ma come? Ma se sta scritto sul copione!

- Senti, tira fuori i soldi.

- No!

In due si avventano contro all’uomo, lo appendono al muro, gli prendono il portafogli ed estraggono dieci euro. Lasciato l’uomo, aprono la porta per consegnare la banconota ai due giocolieri.

- Ecco qua i vostri dieci euro..ora però andatevene, che abbiamo da fare.

- Aspetta capo, noi volere controlare se falso – dice uno dei due, entrando in casa, mentre l’altro lo segue a ruota. Chiusa la porta, entrambi tirano fuori una pistola dai loro turbanti.

- Tuti in ginochio, mani alzate! Tuti ginochio! – urlano i giocolieri agitando le armi in direzione dei presenti, che non credono ai loro occhi. Paralizzati dallo stupore e, poi, dal terrore, gli abitanti della casa eseguono gli ordini.

- “Dagli dieci euro, così ce li togliamo dalle palle” – dice ironicamente l’uomo che era sul terrazzo, facendo il verso a chi prima gli aveva dato quel consiglio.

Uno dei giocolieri gli infila la pistola in bocca. – Non ho deto che tu può parlare, capo! Tu zitto, capo!

L’uomo mugugna “Mmmmnnhh” facendo cenni d’assenso col capo.

- Tirate fuori portafogli e lanciate tuti a me – ordina un giocoliere, palesemente il capo della banda, mentre l’altro inizia a girare per la casa aprendo cassetti.

– Tuti fermi e nessuno si fa male. Se solo uno si muove amazo tuti.

- Qui c’è argenteria! – fa l’altro, da una stanza lontana.

- Prendi, prendi! – I portafogli si accatastano vicino al giocoliere che tiene la pistola puntata sui presenti. L’altro torna verso di lui con un sacchetto dell’Esselunga pieno di cucchiai, forchette e coltelli, e le tasche piene di profumi e saponi.

- Io preso tutto!

- Bravo! E cassaforte?

- No c’è cassaforte!

- C’è argenteria ma no casaforte? Tu sicuro? Tu guardato dietro quadri?

- Sicuro!

- Non c’è la cassaforte – dice l’uomo che era sul terrazzo - noi non abitiamo qui. Usiamo la casa solo per girar..

Il giocoliere-boss gli spara ad una spalla.

– IO DETO TE DI STARE ZITO CAPO! Perché tu parla? Tu vuò parlare ancora?

L’uomo, dolorante, fa più volte cenno di no.

- Io credo lui – dice l’altro giocoliere, dopo essersi guardato attorno ed aver visto ovunque telecamere e microfoni.

- Anche io, ma così impara a obedire a ordini.

I due raccolgono i portafogli, li mettono in un sacco e si apprestano ad uscire.

- Adìo signori, è stato un piacere fare afari con voi.

Gli “abitanti” della casa si guardano sconsolati, mentre i giocolieri escono sbattendo la porta.

*****

Più tardi, nel loro covo, i due contano il bottino e conversano. Curiosamente, non si esprimono più con l’accento da extracomunitari.

- Quanti sono?

- Tremila euro, con l’argenteria.

- Bel colpo, Presidente! Li metto in cassaforte?

- No, aspetta un attimo. Voglio tenerli ancora un po’ qui sul tavolo.

Il Presidente si accende una sigaretta, guardando il mucchio di soldi e di argenteria davanti a sé.

“Ancora un paio di questi colpi e ci prendiamo Palacio”, pensa soddisfatto.

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