Mi dispiace per l’assenza di post, ma dovete sapere che non sono sicuro di rimanere qui il prossimo anno. Ho molte offerte, vedremo, nella vita non si sa mai, devo prima parlare con la società, il mio procuratore è un agozzino figlio di puttana, Staffelli mi insegue col tapiro, insomma, un sacco di cose.
Vorrei dedicare un pensiero ad un bambino nero che ho visto ieri al campo di calcetto: sui 5 anni, bassino, vivace. La scelta della divisa da gioco la dice lunga sul suo buongusto: seconda maglia del Ghana, numero 11 sulle spalle targato Muntari. Splendido.
Il fatto che insistesse a correre tenendo il pallone in mano o che vagasse a caso per il campo lontano dalla sfera fa pensare che, forse, non abbia ancora ben capito come funziona il gioco. Sta a voi trarre le ovvie conseguenze.
Tornerò a vederlo tutti i giorni; per lui pretendo i migliori insegnamenti possibili. Non posso rischiare che si perda e, chessò, inizi ad azzeccare verticalizzazioni e tiri da fuori: deve venir su un fabbro vero, non una mezza checca tutta raffinatezze.
Non mollare, ragazzo.
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