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martedì 26 gennaio 2010

IL TIFOSO ZERO E I DESIDERI

martedì 26 gennaio 2010 12

Dunque, ricapitolando:

siamo primi con nove punti sul Milan, appena schiantato in derby arbitrato alla De Santis, terminato in nove e con un rigore a sfavore parato da Julio Cesar. Il derby d’andata è finito 4-0, e ci siamo pure fermati.

La Juventus è sesta a meno sedici ed ha già buttato via un’altra stagione, essendo stata anche eliminata nei gironi di Champions. Il suo allenatore è Ciro Ferrara. Ranieri, esonerato l’anno scorso e considerato un emerito stronzo, ha appena vinto all’Olimpico all’ultimo secondo, allungando il divario in classifica.

L’anno scorso abbiamo vinto lo scudetto. E anche l’anno prima. E anche due anni prima. E anche tre anni prima. Nel frattempo, la Juve ha vinto un campionato di serie B, e il Milan ha totalizzato circa 100 punti di svantaggio in quattro anni.

Beh, che dire. Se ieri ho scritto che “abbiamo goduto di una partita che di solito si gioca solo nelle teste di noi tifosi, una fantasia che, se raccontata prima, non sarebbe sembrata tanto più realistica di un 5-0 con tripletta di Muntari e sinistro di Julio Cesar su punizione” oggi posso dire che uno scenario simile, quattro anni fa, non sarebbe venuto in mente nemmeno ad Asimov.

A volte penso che nel 2006 a un tifoso interista, magari al tifoso zero, qualche entità superiore abbia consegnato un foglio e una penna, chiedendogli di scrivere i suoi desideri per gli anni a venire. Fortunatamente, il tifoso zero non è stato così egoista da chiedere tre polpose slovacche al giorno, ed ha optato per una allegra storiella che potesse risarcirci di tutti i torti subiti.

Così si è immaginato calciopoli, la Juve in B, Ibra all’Inter e lo scudetto dei record. Poi ci ha preso gusto, ed ha scritto del secondo scudetto, immaginando un cinque maggio con l’happy ending dopo 70 minuti (ed una settimana) di passione. Ormai eccitatissimo, non se l’è sentita di smettere di scrivere, ed ha buttato giù, di getto, un’altra stagione da campioni d’Italia, condendo il tutto con un Milan eliminato ai puttanesimi di Coppa Uefa (cit.).

A questo punto, con la lingua fuori tipo Fantozzi, ha scritto, ormai in estasi, del “non si vende Kakà”, di una super campagna acquisti, di un derby alla seconda giornata vinto per quattro a zero e di una leadership ancora più incontrastata. Ormai ululante, ha voluto strafare, esagerare, andare oltre ogni più lussuriosa fantasia, ed ha descritto il derby di domenica sera, con l’eccitazione che gli soffocava i pensieri e gli ha fatto scrivere cose inverosimili, riempiendo il foglio di desideri che riteneva irrealizzabili. Terminato il racconto, è esploso in un orgasmo assordante.

Che dire, speriamo che non abbia macchiato il foglio. Magari c’è anche qualche riga che riguarda il dopo-derby, e non vorrei perdermela.

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domenica 24 gennaio 2010

NON SO CHE DIRE

domenica 24 gennaio 2010 11

Questo è il massimo. Quando troverò qualche parola per descriverlo, ve lo farò sapere.

Nel frattempo, spero di smettere di venire.

Anzi, no.

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sabato 23 gennaio 2010

SENZA TROPPI FRONZOLI

sabato 23 gennaio 2010 8

Sarà che sono un po’ di parte, parecchio di parte, ma io questi tizi in rossonero non riesco proprio a considerarli un pericolo. Ho visto troppe loro partite, li ho analizzati troppo a fondo per poterli temere. Avranno anche fatto un gran girone d’andata, avranno anche vinto 8 delle ultime 9 partite, saranno anche in gran forma; per me rimangono quelli di 4 mesi e mezzo fa, e quindi una grandissima, splendida squadra di merda, senza andare troppo per il sottile.

In più, rispetto al derby d’andata, hanno soltanto uno Jankulovski in meno ed un Ambrosini in più. Poi, stop. Ronaldinho è sempre un bradipo immobile, Borriello è sempre un buon centravanti e nulla più, Gattuso è sempre l’antitesi di un giocatore: non è cambiato niente. Potrebbero avere anche un Nesta in meno, e questo peggiorerebbe non di poco la situazione.

Quello che hanno in più, a quanto pare, è l’amore. Sono l’unica squadra di calcio che trasuda amicizia, passione, sentimento, benevolenza. Scendono in campo per puro piacere, allietano il loro pubblico e tornano negli spogliatoi sotto una pioggia di fiori.

No.

Sono dei poveri stronzi esattamente come tutti gli altri. Che incassano le loro centinaia di migliaia di euro al mese come tutti gli altri. Che se arriva la chiamata giusta, partono. Come. Tutti. Gli. Altri.

L’unica preoccupazione che ho, riguardo a questa partita, è per come si presenterà in campo l’Inter. Con undici normodotati in grado di deambulare per 90 minuti, se non succede niente di strano, li mangiamo anche stavolta. Se mezzo centrocampo trapassa al quindicesimo minuto, beh, allora si fa un po’ più complicata. Mi basterebbe che Mourinho fosse nelle condizioni di schierare un rombo rombo, e per rombo rombo intendo con Cambiasso e Sneijder a fare da vertici, e due cazzoni a caso a completare il quartetto.  A non lasciarmi tranquillo c’è la nostra naturale tendenza autodistruttiva, ma quella è presente in tutte le partite, anche col Poggibonsi saremmo in grado di andare sotto di sei reti per poi rimontarle tutte nell’ultimo minuto di recupero. Quindi, l’unica preoccupazione in ottica Milan è la possibilità che ogni singolo episodio volga a loro favore, solo che anche questa è una preoccupazione che riguarda tutte le partite: tornando sempre al Poggibonsi, se noi prendiamo novantatré pali e il loro terzino destro segna di naso al novantesimo in mischia, è chiaro che perdiamo.

Per dirla breve, insomma, la squadra “Milan” genera in me gli stessi timori della squadra “Poggibonsi”. Questo non significa che vinceremo sicuramente (possiamo anche perdere, in caso di suicidio collettivo dei nostri o in caso di superculo altrui, come spiegato sopra), ma di certo significa una cosa: il Milan non può essere un pericolo. Senza troppi fronzoli.

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