martedì 27 ottobre 2009

HUNCHBACKS

martedì 27 ottobre 2009

Ecco qua l’articolo dell’anno, in esclusiva nazionale. Diffondetelo come meglio credete, non ci sono vincoli di riproduzione riservata.

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Erano ormai giunti ad un punto di rottura e pronti a catalogare lo studio come inclassificabile, unico caso dopo decenni di lavori portati tutti a termine e con precise indicazioni sociologiche. Finché un italiano non gli ha dato la soluzione...

Sulle pagine dell'autorevole Sociology Review è stato recentemente pubblicato(1) un breve saggio che, pur essendo passato inosservato qui in Italia, possiede risvolti se vogliamo anche un po' comici, non fosse che per il quadro assai poco lusinghiero che emerge del nostro Paese.

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Qualche mese fa, un gruppo di ricercatori statunitensi ha completato uno studio sulle cause della microcriminalità in Italia, commissionato a quanto pare dal Ministero degli Interni all'Università dell'Iowa per identificare le cause sociologiche della criminalità non-organizzata al fine di individuare strumenti alternativi con cui combatterla.

Come spesso accade sulle riviste accademiche, l'articolo presentato è soltanto un spunto iniziale di studio relativo alle prime impressioni suscitate dal periodo di osservazione dei firmatari. "I risultati verranno resi noti tra qualche mese" (2) è infatti la frase di chiusura dell'articolo che però, seppur a questo stadio embrionale, ha fornito all'equipe della Iowa University of Des Moines spunti sufficientemente interessanti per iniziare a interessare l'intera comunità scientifica d'oltreoceano.

Non trapelano molte notizie sul campione statistico preso in esame, ma nella parte introduttiva si accenna a "migliaia di volontari sottoposti al test" (3) cosa che dovrebbe rendere lo studio quantomeno attendibile.

Per certi versi, come anticipato all'inizio, i risultati sono stati imbarazzanti e, non fosse per l'impianto assolutamente rigoroso dell'indagine e per l'autorevolezza della rivista che ne ha pubblicato i primi stralci, potrebbe facilmente non essere preso sul serio. A stupirsene sono gli stessi firmatari della pubblicazione, ammettendo candidamente "Before the final, surprising proof, we didn't think anything like that could ever be taken in serious consideration" (4).

Se la realizzazione del micro-crimine rimane a livelli di normalità col resto d'Europa -- pur mantenendosi leggermente superiore ad altri paesi quali Francia, Grecia e Spagna -- a preoccupare è quella che gli stessi autori definiscono "tendenza al crimine". (5) Un numero impressionante di intervistati (poco più del 79%), ha infatti confessato che, avendo l'assicurazione di non essere scoperto o, in alternativa, avendo garanzie anche minime di incorrere in condanne più o meno lievi, "avrebbe volentieri commesso un crimine". (6) In molti casi, "un crimine qualunque" (7) "per il semplice gusto di farlo" (8). Gli stessi (soggetti anonimi, come precisato nell'identificazione della procedura adottata nel paragrafo di preambolo), hanno ammesso di "sentirsi impunibili o quasi". (9)

E' proprio qui, come ammettono i ricercatori, che la loro indagine si è trovata "a un punto morto" (10). Il motivo è presto spiegato: "Non esisteva un solo comun denominatore che potesse determinare la causa di un simile atteggiamento perché i soggetti intervistati non possedevano radici comuni di alcun genere: non la categoria sociale, non l'estrazione culturale, non l'educazione né il censo... niente che potesse ricondurre quei sorprendenti risultanti a un unico ceppo individuabile che fosse poi possibile sottoporre ad analisi ulteriore". (11)

Da notare che il team coinvolto nell'indagine è tutt'altro che poco preparato: Johnson, Reynard, Berkovitz (i primi tre firmatari) sono da decenni consulenti dell'Unione Europea e della Casa Bianca, e i ricercatori co-firmatari dell'articolo (McKenzie, Hutchinson, Smith, Rice e Stratton) hanno all'attivo diverse pubblicazioni su riviste di settore, spaziando dall'analisi statistica (è il caso di Smith) alla matematica (Rice) per finire con la sociologia antropologica (Stratton, Hutchinson).

Come ammesso candidamente in sede di pubblicazione, "la soluzione all'enigma non arrivava".(12)

"Eravamo sul punto di abbandonare lo studio", ci ha confessato Ezekiel Reynard quando l'abbiamo contattato via mail, "finché un cameriere, durante la cena della sera prima della partenza, si è lasciato scappare una battuta apparentemente innocua che inizialmente non abbiamo nemmeno compreso". Si tratta di una battuta, però, a cui noi italiani siamo abituati. Per farla breve, nel sentirli discutere di tante persone così diverse tra loro unite solo dal desiderio e dall'inclinazione a commettere un reato -- uno qualunque purché fosse reato -- il cameriere ("che per nostra fortuna, lavorando in una rinomata località turistica, conosceva perfettamente l'inglese", aggiunge Reinhard direttamente nell'articolo) (13) ha esclamato ridendo: "Saranno certamente dei gobbi". (In originale nell'articolo la parola adoperata è l'arcaico "Hunchbacks") (14)

La storia sembrerebbe finita lì, con una battuta.

"Quando vidi Paul [Johnson, NdT] alzare le sopracciglia in quel modo capii che aveva subodorato qualcosa" ci confessa via mail Phil Mckenzie, il più giovane dei sociologi, al primo impegno di questa portata ma già in ambiente accademico considerato un precoce genio. "Ci siamo ammutoliti tutti perché Paul quando fa così trova sempre la soluzione al problema. E infatti la soluzione è arrivata".

L'articolo della Sociology Review prosegue così: "Paul chiese che qualcuno gli traducesse il termine 'gobbo', ma la traduzione non ci fornì ulteriori segnali. Nessuno degli intervistati, infatti, aveva caratteristiche fisiche che potessero portare alla mente problemi alla spina dorsale (15) [...] "Mentre tutti noi avevamo già  derubricato la questione a puro folklore italiano" prosegue McKenzie nelle note a margine dell'articolo,(16) "Paul non volle fermarsi e richiamò il cameriere. Il ragazzo all'inizio sembrava spaventato... gli abbiamo spiegato il problema e ha cominciato a ridere come se avesse visto il miglior film comico della sua vita."(17)

Dopo essersi calmato, il giovane cameriere (18) spiega a McKenzie e a Paul Johnson che, in Italia, il termine "gobbo" (19) è riferito ai tifosi della Juventus. "Sono pronto a scommetterci la mancia che mi lascerete" conclude il cameriere.

Nei giorni seguenti, rimandato il viaggio di ritorno, il team "ha richiamato i soggetti dello studio, tentando di rintracciarli tutti". Ciò non è stato possibile (20), ma la percentuale di "astenuti in seconda analisi" (21) è talmente irrisoria da non aver inficiato, secondo Paul Johnson, i risultati dello studio stesso. Ai richiamati è stata sottoposta la precisa domanda "Per quale squadra di calcio fai il tifo?" (22). Domanda che, stando sempre alle Note a Margine firmate da McKenzie, "aveva riscontrato diverse opposizioni tra gli altri membri del team, che non la ritenevano sufficientemente seria. Se Paul e Ezekiel [Reynard, NDR] non avessero fatto valere tutta la loro autorità accademica, credo avremmo dichiarato conclusa l'indagine con un insuccesso" (23) chiosa McKenzie.

Il risultato della ripetizione dello studio è stupefacente: soltanto lo 0,2% dell'iniziale 79% "tendente al crimine" ha dichiarato di supportare una squadra di calcio diversa dalla Juventus. E, di contro, soltanto lo 0,28% del restante 21% si è dichiarato "juventino" (24). Numeri inequivocabili che, oltre allo stupore che possiamo immaginare, ha portato a un'ulteriore verifica, effettuata questa volta con "soggetti diversi, selezionati con il preciso scopo di tenere al di fuori della ricerca i tifosi della Juventus" (25). E il risultato, se vogliamo, è stato ancora più imbarazzante: il 99,65% del secondo campione non ha mostrato tendenze alla criminalità. "Tra gli scartati perché tifosi della Juventus, il rapporto era inverso: il 99,73% era incline a commettere un reato qualunque." (26)

"E' innegabile", riferiscono Paul Johnson e Ezekiel Reynard in un recente articolo integrativo apparso nel supplemento della Sociology Review (27), "che i risultati siano anomali, ma d'altra parte non era possibile in alcun modo mettere in discussione la prassi scientifica consolidata secondo cui lo studio è stato condotto. Lo studio è stato ripetuto con gruppi di persone meno folti, in cui è stata tentata un'omogeneizzazione in altri ambiti quali, per esempio, l'estrazione sociale, il reddito e l'area politica di appartenenza" (28).

E le conclusioni sono sconcertanti. "L'unica cosa che giustifica questa tendenza in Italia è la squadra di calcio supportata dal soggetto", ammette (29). "Ci sarebbe da capirne i motivi, e sarà oggetto di un prossimo studio comprenderne le cause e gli effetti. Non posso che affermare, dati alla mano, che chi tifa Juventus, in Italia, è innegabilmente tentato di commettere anche solo un micro-crimine privo di significato alcuno, purché abbia la seppur minima garanzia di impunità."(30). Un altro punto che Johnson e Reynard intendono analizzare è se sia il tifo per la Juventus la causa e la "tendenza al crimine" l'effetto, o viceversa.

"Per far questo avremo bisogno di ritornare in loco e affrontare uno studio su scala più vasta", è la conclusione dei due sociologi dell'Università dello Iowa. (31)

Di sicuro, nell'ambiente accademico, italiano e non solo, l'articolo pubblicato dalla Sociology Review ha suscitato non poco scalpore.

[Ma.Ric.]

NOTE:

(1) Johnson P., Reynard E., Berkovitz P.; McKenzie F., Hutchinson S., Smith A., Rice A. & Stratton, J. - "Micro-criminality in Italian modern culture, a case study: Introductory Notes" - in "Sociology Review" vol.VIII issue 7, pagg. 17-34. Des Moines, UIDM Academic Press, 2009.

(2) Ibid., pag 34.

(3) "The subjects were thousands", Ibid., pag. 24.

(4) "Prima della sorprendente prova definitiva, non avremmo mai pensato che una cosa del genere potesse essere presa in seria considerazione", Ibid, pag. 31.

(5) Nel testo originale "proclivity to crime" (art. cit., pag. 18)

(6) "Would gladly commit a crime" (cit.)

(7) "Any crime would do" (cit.)

(8) "For the mere sake of it" (cit.)

(9) "They felt immune to any kind of possible punishment" (art. cit, pag. 19)

(10) "We were at a dead end" (art. cit, pag. 27)

(11) Ibid.

(12) "We were unable to solve the riddle" (art. cit., pag. 27)

(13)  Ibid.

(14) "We were shocked, mistakenly perceiving this as an archaic, out-of-time form of physical discrimination we didn't expect" (art. cit., pag. 28)

(15) E' interessante notare come, in modo del tutto naturale, gli autori dell'articolo abbiano inizialmente pensato all'ovvia deformità fisica suggerita dal significato letterale del termine. [NdT]

(16) McKenzie F, & Stratton, J. - "Complementary Notes to Micro-criminality in Italian modern culture" - in "Sociology Review", vol. VIII issue 7, pagg. 35-38. Des Moines, UIDM Academic Press, 2009.

(17) Ibid., pag. 37.

(18) Descritto come "simpatico, affabile, un po' sbruffone" ("Nice, funny, kind - if a bit boasting"), Ibid., pag. 36.

(19) Ancora una volta qui viene adoperato l'arcaico "Hunchback" (NdT)

(20) Secondo i dati di McKenzie, tre persone non sono state rintracciabili e non hanno quindi potuto partecipare alla seconda sessione dell'analisi statistica. (NdT)

(21) "Second-wave subjects" - Johnson P., Reynard E., Berkovitz P.; McKenzie F., Hutchinson S., Smith A., Rice A. & Stratton, J. - "Micro-criminality in Italian modern culture, a case study: Introductory Notes", art. cit.

(22) "Which soccer team do you support?" - Ibid., pag. 30.

(23) McKenzie F, & Stratton, J. - "Complementary Notes to Micro-criminality in Italian modern culture", art. cit.

(24) Qui viene adoperato l'ibrido "juventine", chiaramente mutuato dall'italiano (NdT) - Johnson P., Reynard E., Berkovitz P.; McKenzie F., Hutchinson S., Smith A., Rice A. & Stratton, J. - "Micro-criminality in Italian modern culture, a case study: Introductory Notes", art. cit., pag. 31.

(25) Ibid., pag. 33.

(26) Ibid.

(27) Johnson, P. & Reynard, E. - "Integration to Micro-criminality in Italian Modern Culture" - in "Sociology Review", vol. VIII appendix C, pagg. 11-18. Des Moines, UIDM Academic Press, 2009.

(28) Ibid., pag. 14.

(29) Ibid., pag. 16.

(30) Ibid., pag. 17.

(31) Ibid., pag. 18.

24 commenti:

Lanerosso ha detto...

Ommioddio che hai scovato Grappa! Non mi sembra possibile, ma conoscendoli, tutto puo passare!
Bellissimo post, genio!

Ultrasinterista1908 ha detto...

Mitico!
Pubblicato anche sul mio sito!
Saluti,
www.internotizie.blogspot.com

AeSse77 ha detto...

Una ricerca che si sarebbe svolta in pochissimo tempo se a condurla ci fosse stato un Prof. Interista, perchè subito avrebbe intuito il fattore discriminante! ahahahaha
Grandissimo Grappa!!
Sergio
C'èSolol'Inter!!!|ilBlog

dellas73 ha detto...

grandissimo!!!!!!!!!
ora anche la scienza lo prova!!!!!!!
il gobbo=ladro!!!!!!!!!!!!!!!

AMALA.................SEMPRE

Anonimo ha detto...

Sei un grande!! Mai visto qualcosa di cosi' elegante per illustrare la "juventinita'"!

Bruno Sala

Davide ha detto...

Meraviglioso!!! :)


SPOILER: MEDITATE BENE SE LEGGERE QUANTO SEGUE











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Signori, un'altro scandalo..google è juventino e non solo non riporta nessuna rivista con quel nome (al più un Sociological Reviews),ma non cita nessun articolo con quegli autori e quel titolo. Oramai, tutto il mondo dell'informazione è in mano ai gobbi! :(

P.S.

Prima che pensiate "Che pirla 'sto qua che è andato a controllare una cosa del genere" vi informo che su un giornale dei sociologia è stato anche pubblicato un articolo privo di qualunque senso!!! :)

http://en.wikipedia.org/wiki/Sokal_affair

















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Davide ha detto...

L'articolo deve avere avuto una certa diffusione... anche D'Avanzo per parlare della parte disonesta e arraffona del Paese usa il termine "Italia gobba"! :)

P.S.

Scusatemi per gli errori ortografici del mio post precedente..l'italiano è la mia prima lingua.:D

Norman ha detto...

Spettacolo totale.

Unknown ha detto...

Finalmente anche la scienza ha confermato le teorie sulla Rubentus... :)

Anonimo ha detto...

o forse è una bufala???

Anonimo ha detto...

mitico grappa!!!! hihihihi..

Yallo ha detto...

Scusa Grappa ma la cosa mi sa un po' di vaccata.
Non sono riuscito a trovare riferimenti a questa cosa.
Potresti fornire qualche link ?

joelson ha detto...

Spettacolo.

ecco formalizzata una teoria empirica che tutti gli interisti conoscono da 50 anni.

dome84 ha detto...

papi grappa,ma se il campione rappresentativo lo prelevavano al testaccio,l'inchiesta (che comunque ha pieno fondamento visto i gobbi di mia conoscenza) avrebbe fornito gli stessi risultati??? :-)

L'uomo che bestemmiava ai cavalli ha detto...

ahahahahahahahahahahah

spesso i luoghi comuni hanno un fondamento di verità

i gobbi rubano,i bbilanisti sparano cazzate,gli interisti si piangono addosso,i politici vanno coi trans facendosi accompagnare dall'auto blu,sempre così

Anonimo ha detto...

se prima mi chiedevo che cazzo ci vengo a fare tutti i santi giorni su questo blog adesso sono soddisfatto.. ti sei guadagnato almeno una visita al giorno per i prossimi 50 anni heheheh
SEMPRE FORZA INTER

Giorgio

Unknown ha detto...

non ci vedo tutta questa innovazione; è dai tempi di max weber e dalla correlazione tra capitalismo ed etica protestante che è dimostrata l'influenza del credo (in questo caso calcistico) con la condotta morale e di converso con il sistema circostante, ad ogni livello...
Domanda semiseria; vi siete mai chiesti per quale motivo tanti "numeri 1", in ogni campo, siano interisti???

Saluti dal vostro trecorone...

Anonimo ha detto...

ma dove cazzo lo hai scovato , mentre navigavi in qualche sito marrazzo style....
grande
se è vero da solo ragione a prisco e a tutti noi
mao milano

siempre viva el jardinero ha detto...

forza inter, juve merda e ok, ma solo a me pare una cazzata? scusa grappa, dove l'hai recuperata sta cosa?

Anonimo ha detto...

"si tratta di un'indagine sociologica, segnalatami dal sempre attento Alberto Di Vita"

ecco dove l'ha recuperata

Luigi T ha detto...

degno dei migliori pesci d'aprlie di Google...del resto l'immagine dei professoroni che si fanno convincere dall'italico cameriere è simpatttica...
comunque è scritto benissimo, se non si vedesse che è una bufala sarebbe facilissimo cascarvicisi

Anonimo ha detto...

eh però, "il capp de tuch i lader" (il capo di tutti i ladri) come lo chiamano alcuni suoi concittadini di Arcore, è milanista

Anonimo ha detto...

Piacerebbe anche a me sequesta ricerca fosse vera... ma è chiaramente una bufala per il semplice motivo che i risultati sono troppo marcati (99,65%, 99,73%). è impossibile che ci sia una correlazione così alta... sarebbe come dire che 996 carcerati su 1000 siano juventini o peggio ancora che solo 2-3 juventini su 1000 non siano in galera...

Aieie ha detto...

In realtà la ricerca dice che 996 su 1000 commetterebbero un reato se avessero la certezza che questo rimanesse impunito. Essendo vera l'affermazione sopra che non vuole 996 carcerati su 1000 essere juventini, si dimostra che non solo i monocromatici sono ladri, ma sono pure codardi.
Non hanno nemmeno le OO di commetterli, i reati, se devono correre qualche rischio.
Resta comunque una magnifica bufala.
Grande Grappa!

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