martedì 30 giugno 2009

L'ILLUMINATO

martedì 30 giugno 2009 7
Purtroppo, il blog ancora non esisteva quando, a settembre, uno stimato dirigente siciliano propose un nuovo, interessante utilizzo per il bastone, prima, e per il cemento a presa rapida, poi. Mi è dispiaciuto molto non poter parlare di questo splendido esponente del nostrano calcio, di uno degli ultimi romantici, una figura stimata e rispettata che tutto il mondo c'invidia. Un vero peccato, eh sì.
I veri signori, però, non vanno mai in vacanza. Lui, poi, che già un annetto e mezzo fa si appellò alla federgiuococalcio perchè convinto di aver svelato l'inghippo, è uno particolarmente fertile.
Dopo aver idealmente scagliato l'intera sua città contro l'impostore portoghese, in questi giorni ci ha finalmente donato nuove, dolci parole permeate di tutta la sua sapienza.

“Spero che faccia vedere presto di essere il tecnico che si dice che sia; più che per l’espressione del gioco della sua squadra, in Italia è stato apprezzato di più per le sue accese manifestazioni fuori dal campo. Mi auguro di veder giocare l’Inter a livello del suo allenatore, che si dice sia il numero uno al mondo. Comunque, non dico che l’Inter non ha giocato bene, ma non ha fatto vedere questo grande gioco,non ha dato un grande spettacolo”

Ecco qui. Oh, però, guardando bene, queste gemme sono sprecate se buttate giù così, alla buona. Non vorrei sminuire il maestro.
Eccole, dunque, in una forma a loro più consona: in versi.

“Spero che faccia vedere presto di essere
il tecnico che si dice che sia;
più che per l’espressione del gioco
della sua squadra, in Italia è stato apprezzato
di più per le sue accese manifestazioni
fuori dal campo.
Mi auguro di veder giocare l’Inter
a livello del suo allenatore,
che si dice sia il numero uno al mondo.
Comunque, non dico che l’Inter
non ha giocato bene, ma non ha fatto vedere
questo grande gioco,
non ha dato un grande spettacolo”

Notate lo stile, l'eleganza, la leggiadria di queste soavi liriche. Le parole sfuggono via fugaci, una dopo l'altra. Ogni frase è un tuffo al cuore, un'illuminazione, una rivelazione dell'arcano. Una delizia, il succo dell'acume di una creatura meravigliosa.

Una partenza delicata, come nel suo stile. La premessa dei primi due versi, intrisi di viva speranza ("Spero che..") è la quiete prima della tempesta: è pronto a sconvolgerci.
"più che per l’espressione del gioco / della sua squadra, in Italia è stato apprezzato / di più per le sue accese manifestazioni / fuori dal campo.".
La fiamma arde, l'emozione è forte: la straordinaria assonanza "più che per...di più per" ci sconvolge, ci turba, ci smaschera; siamo nudi, nudi di fronte alla potenza delle parole, inermi dinnanzi alla tempesta dei sentimenti.
Andare avanti è pericoloso, ma necessario. Il timore di nuovi sconvolgimenti è forte, ma la bramosia, la fame, la voglia di cibarsi ancora dei frutti del genio sono accecanti, e prevalgono.

E allora si scende, si spostano gli occhi sul resto dell'opera. Si scorge, per la prima volta, il nome, il riferimento diretto ai turbamenti del Poeta. L'esistenza non è più lieta come un tempo: l'antico sovrano è deposto, e in assenza della sua gendarmeria le truppe del Nemico avanzano, impetuose, verso la seconda stella.
Il tono è ora cupo, i versi si fanno lame e si scagliano contro il perfido invasore:
"Comunque, non dico che l’Inter / non ha giocato bene, / ma non ha fatto vedere/ questo grande gioco / non ha dato un grande spettacolo”
Quale scomoda critica, quale tagliente ironia. Al turbamento, in noi lettori si sostituisce la rabbia, il tormento proprio del senso di ingiustizia. Il poeta si erge a paladino degli oppressi, e scaraventa dardi infuocati all'indirizzo del despota lusitano, rendendoci partepici della battaglia, arruolandoci nel suo esercito.
L'omaggio ad un altro grande dei nostri tempi è facilmente coglibile ("che l'Inter non ha"), e conferisce al componimento le stimmate del capolavoro.

Stremati per le troppe verità scaricateci addosso in un sol colpo, concludiamo la lettura, e ci accingiamo a vedere il mondo da una nuova prospettiva. Una nuova vita ha inizio.

Grazie.

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venerdì 26 giugno 2009

MJ

venerdì 26 giugno 2009 12

Non lo adoravo follemente, ma, come credo sia successo un po' a tutti, quando ho saputo mi sono un po' scosso. Una reazione istintiva, non calcolata, non prevista; un dispiacere sincero, quasi un senso di privazione.
Ecco, credo che questo, il senso di privazione, sia qualcosa che in parecchi abbiano avvertito, anche quelli a cui di Micheal Jackson fregava veramente poco. E' strano, ma penso che sia più o meno ciò che tutti abbiamo provato: la sensazione che qualcosa che avevamo sempre dato per scontato ci fosse stata tolta, così, da un momento all'altro.

Magari, chissà, è una giocata in stile-Elvis (sempre che esistano giocate in stile-Elvis), e il brillantinato qui sopra è voluto sparire dalla circolazione per l'avanzare della vecchiaia, la voce che non regge più, insomma, per cazzi suoi.
A tanti piacerà vederla in questo modo, giusto per alleviare il senso di privazione.
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domenica 21 giugno 2009

NAZIOMALISSIMO

domenica 21 giugno 2009 23
La Confederations Cup, con la dipartita della squadra che fin qui aveva mostrato il miglior calcio, perde definitivamente d'interesse, trasformandosi in una sorta di torneino dell'amicizia stile Milan - Urawa Reds - Pokemon.
Peccato non potersi più lustrare gli occhi con questa splendida Italia, con le sue trame di gioco ficcanti e le rivoluzionarie e geniali idee del suo allenatore.
Sono profondamente dispiaciuto. Così dispiaciuto, che voglio divertirmi ad analizzare la formazione titolare che è scesa in campo stasera.

Eccola qua: Buffon; Zambrotta, Cannavaro, Chiellini, Dossena; Pirlo, De Rossi, Montolivo; Camoranesi, Toni, Iaquinta.

Questa, cari amici, è l'opera di un clamoroso incompetente.

Partendo dalla difesa, non si capisce la conferma della fiducia ai due micidiali centrali (almeno uno di loro doveva rimanere in albergo e sentire la partita alla radio, nemmeno vederla in tv) e l'ennesima esclusione di Santon, messo da parte per fare spazio a uno Zambrotta che avrà passato la metà campo si è no un paio di volte.
La vera chicca, però, è la mossa-Dossena. Aldilà dell'autogol, comunque comico, questa scelta ha dell'incredibile, e dimostra ancora una volta (come se ce ne fosse bisogno) che Lippi vive su un pianeta a sè. Allora, il Brasile ha la fortuna di avere il terzino più forte al mondo, una sorta di bi-giocatore in grado di fare contemporaneamente l'esterno difensivo e l'ala d'attacco. Cosa fai per contrastarlo? Metti un terzino sinistro tosto, che tenga la posizione (andava bene anche Zambrotta, purchè indottrinato a dovere), in modo da sbarragli la strada e rendergli perlomeno più difficile la serata.
Lippi, invece, che fa? Mette dentro il terzino più offensivo che c'è in rosa. Il risultato sono le vaste praterie dove Maicon ha potuto scorrazzare libero e felice in tutti i primi 40 minuti di gioco. Fortunatamente, non era in una grande serata.
Ma proseguiamo.
Il centrocampo è il vero capolavoro di Marcello: un qualcosa da ricordare in eterno, da mettere sui libri di storia.
Considerando che il Brasile gioca con un centrocampo formato da due mediani che non salgono praticamente mai, con un terzo giocatore (stasera Ramires) che fa la spola fra la metà campo e la trequarti, e considerata la presenza di Kakà, trequartista che tutti conosciamo, uno si aspetta una linea di metà campo che sia in grado di dare poco spazio al Ragazzo Che Crede Nell'Amicizia e che possa garantire un ritmo alto, visto la non grande dinamicità del centrocampo avversario.
Lippi invece propone, dimostrando tra l'altro di non essere in grado di imparare dai propri errori, uno spaventoso centrocampo composto dal povero De Rossi davanti alla difesa, "assistito" da Pirlo e Montolivo come interni.
Allora, già sopportare Pirlo è molto dura. E in questo caso non parlo per noi che guardiamo la partita, parlo per quelli che sono in campo: quando Pirlo gioca, c'è bisogno di almeno un paio di giocatori che si facciano il mazzo compensando quello che non fa lui. E ok. Ma se metti dentro anche Montolivo, ci vogliono perlomeno 18 giocatori in campo per non finire schiacciati e lasciare la difesa sistematicamente scoperta e priva di filtro. I contropiedi del secondo e del terzo gol sono stati imbarazzanti, cose che nemmeno al campetto qui vicino avevo mai visto. Errori tattici da principiante, anche meno, forse: un qualsiasi coglione che abbia giocato per un paio di volte a Football Manager sarebbe stato senz'altro in grado di mettere in campo una squadra più equilibrata.
L'attacco, beh, l'attacco..Camoranesi, ormai pronto per il Milan, insieme a Iaquinta (?) e Toni (!). Roba da mandare in onda soltanto dopo le 24.

Angolo Bagni-Civoli: solito grande servizio. Non una minima critica sulla scellerata formazione messa in campo, nessuna considerazione sull'andamento della partita, nessun dubbio, niente.
Il lucidissimo scambio d'opinioni "Kaka non si è visto" "Ehhhh sì Marco, sta giocando per noi", è una vera delizia, una roba da raccontare alle cene coi parenti dopo l'ammazzacaffè, tra un aneddoto e l'altro.
Il picco di pateticità viene raggiunto quando Civoli annuncia "Ci manca solo un gol! Lo dice anche Lippi dalla panchina, ci manca solo un gol", e Bagni commenta con "Ehhhh". Manca solo un gol a cosa? Alla semifinale con la Spagna? Ma vi rendete conto della portata della figura di merda a cui questa squadra sarebbe andata incontro? Ma lo sapete che se giocassimo con la Spagna segnerebbe pure Del Bosque in slalom?

Non so voi, ma io ballo di felicità. Spero che tutto questo serva di lezione, ma so già che non sarà così. Tra l'altro, Lippi ha già dichiarato che il gruppo per il mondiale è questo, che gli inserimenti dei giovani verranno fatti gradualmente e che i ragazzi non possono essere utili perchè in competizioni del genere c'è bisogno di esperienza.

Che dire: avrà quel che si merita.

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sabato 20 giugno 2009

PINTURICCHIO

sabato 20 giugno 2009 4
PAGANI (Sa) - Grande, grandissima vittoria dei Giovanissimi Nazionali: l'Inter di Salvatore Cerrone supera nella finale l'Empoli e conquista il titolo nazionale di categoria. Il quinto in assoluto, dopo l'ultimo guadagnato nel 2006.
Al campo 'Marcello Torre' di Pagani, i tempi regolamentari della finale tra le due rappresentative terminano dullo 0-0, si va ai supplementari ed è Yago Del Piero a decidere il match e le sorti dello scudetto realizzando al minuto 2 del secondo tempo il gol del vantaggio nerazzurro.
inter.it
Scusate, di chi è il gol? Leggi tutto...

giovedì 18 giugno 2009

NAZIOMALE (3)

giovedì 18 giugno 2009 13
Quello che mi è piaciuto di più di stasera sono stati i commenti all'intervallo: erano tutti molto dispiaciuti e sconsolati per il fatto che gli avversari dell'Italia fossero ancora in 11.
Veramente un peccato: stasera nessuna espulsione a favore. Ci credo che poi si perde, per forza.

Le altre perle da un Bisteccone in gran forma, che snocciola tutta la sua competenza a fine primo tempo: "Volete farmi credere che l'Egitto è più forte dell'Irlanda del Nord?".
Esatto, giustissimo: piano con i paragoni. L'Irlanda del Nord è una signora squadra. Non era facile riuscire a limitare così fortemente l'Italia di Pellissier e Mascara, concedendole soltanto tre gol.
Lo stesso genio poi, a fine partita, si lancia in un improbabile difesa della nazionale, perchè a suo dire "è impossibile rendere in queste condizioni, il campionato è appena finito e i nostri sono stati trascinati in Sud Africa, la FIFA ha insistito perchè ci fosse l'Italia, ma così non si può giocare. Vedrete che il prossimo anno, con un mese di preparazione alle spalle, i nostri vecchietti si faranno valere".
Attenzione: solo i giocatori italiani hanno appena finito il campionato. Quelli delle altre nazionali, invece, sono appena tornati da Honolulu, dove hanno trascorso nove mesi a base di Pina Colada e massaggiatrici birichine.
Il prossimo anno..lo vedrete, il prossimo anno! Un Gattuso da pallone d'Oro, un Pepe sconquassante, un Cannavaro invincibile. Non vedo l'ora che sia il prossimo anno.

Di Bagni non cito niente, da quando ha detto "Abù Trekkà, che gran giocatore", ho dirottato la mia attenzione sulle trombette.

Certo che Lippi lo invidio, un po': dev'essere veramente molto gratificante girarsi verso la panchina nei momenti di difficoltà, e vedere Pepe, Montolivo, Toni e Legrottaglie scalpitanti e pronti ad entrare in campo a divorare l'erba. Segno che le scelte fatte in sede di convocazione sono state oculatissime.
Invidio anche la Juve. Quella coppia centrale mi fa rosicare ed alimenta in me enormi rimpianti.
Ah, magari potessimo gustarci anche noi un Cannavaro in carenza da Neoton e un Chiellini in versione Kaladze!
Datecene almeno uno! Cos'è, ve li volete tenere tutti per voi?
Golosoni!
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mercoledì 17 giugno 2009

DENTI

mercoledì 17 giugno 2009 12
Milan, Cissokho: problema ai denti
Aly Cissokho non ha ancora firmato il contratto che dovrebbe legarlo al Milan per le prossime stagioni. Il giovane difensore franco-senegalese proveniente dal Porto ha un problema ai denti sul quale lo staff medico rossonero vuole vederci chiaro. Il problema potrebbe condizionare la postura del giocatore e quindi non è escluso che Jean Piene Meersseman, coordinatore sanitario del Milan e chiropratico di fama internazionale, voglia effettuare altri test su di lui prima di dare il via libera alla firma del contratto, che era stata prevista per oggi.

Vabbè dai, ora non è che per giocare nel Milan si deve aver avuto l'apparecchio da piccoli. Suvvia.

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lunedì 15 giugno 2009

NAZIOMALE (2)

lunedì 15 giugno 2009 8
Che dimostrazione di forza. Battere i micidiali Stati Uniti avendo avuto 60 minuti di superiorità numerica è stata veramente un'impresa degna di L'Hippie e dei vecchietti. Particolarmente brillanti Camoranesi e Gattuso, oltre alla coppia Chiellini-Legrottaglie che è riuscita a farsi impensierire dal figlio di Adriano.
Curioso che i gol siano stati segnati dagli unici due veri giocatori di calcio dell'intera rosa. Quasi ci si stranisce a pensare che Lippi li abbia convocati: con la nazionale di Montolivo e Pepe sembrano davvero avere poco a che fare.
Oltre allo spettacolo di bassa lega, merita menzione la telecronaca della coppia Civoli-Bagni: in particolare, grandi condizioni di forma per quest'ultimo, che sottolinea commosso il fatto che la squadra esulti dopo un gol, urla "che meraviglia!!" mentre Toni ciabatta su Howard e infine esplode in un turbinio di libidine quando Pirlo salta Bush e serve Rossi per il 3-1.

Sento che il giorno in cui la bocca di Lippi si chiuderà una volta per tutte è molto vicino. Tutte le volte che lo inquadrano non posso fare a meno di alterarmi riflettendo sui motivi che lo hanno spinto a lasciare a casa Barzagli (non un granchè, ma sicuramente il miglior difensore italiano dell'ultima stagione) o sulla sua manifesta incapacità di gestire giocatori che non gli baciano i piedi.

Non vedo l'ora che tutto questo finisca. Manca solo un annetto, posso farcela.

Fortunatamente, almeno domani potrò vedere una nazionale i cui componenti non siano stati scelti in base a procuratori o riconoscenze varie, ma selezionati in base al valore. Una boccata d'aria fresca, in attesa di Italia-Brasile (e magari anche di Italia-Spagna)
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I VECCHIETTI

(ANSA) - PRETORIA, 14 GIU - 'I miei vecchietti me li tengo stretti. E poi, non e' che Brasile e Spagna abbiano una media anni molto sotto la nostra', ha detto Lippi. L'elogio della terza eta' calcistica arriva dal ct azzurro alla vigilia dell'esordio nella Confederations cup. Domani contro gli Usa saranno molti i reduci di Germania 2006 in campo, e Lippi rafforza il concetto: 'Magari non li tengo fino a quando sono in eta' da Villa Argento, ma al prossimo Mondiale con loro faremo meglio di molte altre squadre'.





























































Potrei continuare all'infinito (pensate ad uno Xabi Alonso - Montolivo, ad un Fabregas - Pirlo, ad un Piquè - Legrottaglie..c'è di che divertirsi).
E si potrebbe fare anche con tante altre nazionali, eh.

Vi prego, muovetevi a tappare la bocca a L'Hippie e ai suoi vecchietti.
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domenica 14 giugno 2009

BANANE

domenica 14 giugno 2009 0
"Il Milan offre banane per Hernanes"

Una sonora risata, e poi un commento pieno di pesante ironia, sono state le reazioni del direttore generale del San Paolo Jesus Lopes alla domanda di 'Globoesporte' su cosa abbia offerto il Milan per la loro 'stella' Hernanes. "Prima di avere una risposta devo vedere quanto costa una cassa di banane - ha risposto de Jesus Lopes -. Dico così perché questo è ciò che il Milan vorrebbe pagare per il nostro giocatore e per Miranda".

(da sportmediaset.it)


"Si, ehm, Jesus, sei tu?"

"Sì, Adriano, sono io, sì. E comunque non mi chiamare Jesus, che mi sembra di parlare con Legrottaglie. Mi chiamo Jesus Lopes"

"Sì, ok. Ricominciamo. Jesus Lopes, sei tu?"

"Sì, Adriano, sono io. Cosa c'è?"

"No, sai, non so se hai visto ma stiamo rinnovando un attimino la squadra. Abbiamo tanta voglia di investire e di migliorarci"

"Sì, me ne sono accorto. Quindi?"

"Quindi mi chiedevo..quel tuo campione lì, Hernanes, è in vendita?"

"Mah, non so, dipende"

"A noi piace molto, lo vedremmo bene come titolare fra sei o sette anni. Potrei offrirti cinquec..ehm, coff, coff, trec..coff, centomila, ecco, sì, centomila euro"

"Oh, Adriano, ma mi prendi per il culo? Mi sembrava di aver chiarito i termini del tipo di offerte che desidero!"

"Ho capito Jesus, ma sai come funziona..la villa è al completo, è un casino trovare posto adesso..abbiamo prenotazioni fino a capodanno"

"Ma come?!! Ma se sono mesi che ti dico di riservarmi un posto!!! Cazzo, un paio di settimane di ospitalità è chiedere troppo?"

"Su, non ti arrabbiare..sai com'è fatto il capo. Diciamo che dà la precedenza ad un altro tipo di clientela"

"Ah, è così che stanno le cose? Non si rispettano gli accordi?"

"Senti, Jesus, lasciamo stare gli accordi. La realtà è che tu non porti figa, ecco"

"Ma sentilo! Guarda che da quando l'anno scorso ho preso Adriano, qua davanti alla sede non si vedono che minigonne e tacchi a spillo"

"Ecco, vedi, appunto. Ti sei mai chiesto cosa ci sia dentro a quelle minigonne? Il Presidente ha dei gusti ben precisi, dovresti conoscerli ormai. Non si chiama mica Lapo, eh"

"Questa non ve la perdono, no davvero. Mi ero anche messo d'accordo con quel tizio là, Figalanek, Zoccolanek o come si chiama, avevo già un sacco di fagiana assicurata. Questa me la pagate. Scordatevi di fare affari con me, da qui in avanti. Ora vi sputtano col primo giornalista che incontro!"

"Ma no..dai, Jesus, non fare così..su, dai, calmati..vedrai che per il prossimo anno un posto te lo troviamo, tranquillo..intanto, ti offro..ti offro Seedorf ed Esajas, eh? Che ne dici? Scommetto che attireranno un sacco di sostenitr.."

"Tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu..."


(nella foto: Galliani si rimangia l'offerta)
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sabato 13 giugno 2009

NON SO CHE TITOLO METTERE

sabato 13 giugno 2009 6
Oh, sarà che c'è crisi, ma da quando è stato venduto Kakà non si sente mezza dichiarazione da parte di nessuno dei luminari di Milanello. Ragazzi, datevi una mossa: non posso produrre senza il vostro prezioso materiale. I giornalisti ci provano ad inventarsi qualcosa, ma se non ci siete voi di mezzo non c'è veramente gusto.
Dai, tornate in pista. Mi va bene tutto: una dichiarazione di sfuggita, un commento sul calciomercato, qualche proclama di scudetto, un apprezzamento su una procace sedicenne. Qualsiasi cosa, pur di vedervi di nuovo protagonisti.

Intanto, siccome questo è il blog che ha realizzato i propri sogni, vi posto il mio sogno per il calciomercato di quest'anno.
Eccolo qui: per lui non si parla di Real, fortunatamente non è ritenuto abbastanza galattico. Io però, che non sono Florentino, me lo porterei in spalla fino a Milano anche adesso.

Iniesta (come ho già avuto modo di precisare) non ce lo danno nemmeno per Ibra+Maicon+Lamogliedifigo. Questo, che secondo me ad Iniesta assomiglia parecchio (è un po' più offensivo, ma anche Iniesta giocava molto avanti, fino ad un paio d'anni fa), invece, è prendibile. Costa una vagonata di sesterzi, ma è prendibile.

Su, scattare. Prima che il Milan streghi anche lui.
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giovedì 11 giugno 2009

FLORENTINO

giovedì 11 giugno 2009 11
Florentino mi sembra uno parecchio furbo.
Molto, ma molto di più di chi cede i propri fuoriclasse per ripianare il bilancio. Perchè questo tizio, svenandosi per Kakà e Ronaldo, ha fatto un affare sotto tutti i punti di vista.
Qualche considerazione economica: le spese sostenute saranno ammortizzate per un periodo di circa sei anni, quindi, ad oggi, i costi per ogni esercizio saranno di 26,67 milioni, più gli ingaggi (una decina di milioni a testa, mi sembra, più tasse). Facciamo quindi che questi due costeranno a Florentino (a dir tanto) tra i 55 e i 60 milioni all'anno: sembra molto, in realtà non è assolutamente niente.

Kakà e Cristiano Ronaldo sono due veri colpi di marketing. Sono due tra i giocatori più famosi al mondo, amati da ogni categoria di cliente (bambino tifoso, tredicenne innamorata, tamarro, figa, prete, padre di famiglia, ecc.). E, oltretutto, sono pure due fenomeni. La combinazione fotomodello-fenomeno, moltiplicata per due, porta ad un solo risultato: vagonate di soldi.
Se si considerano solo il merchandising e i diritti televisivi, Florentino potrà fare il bagno nei sesterzi già dal prossimo anno, mentre altri (che pure si vantano di essere dei geni del marketing) piangono e dicono che c'è crisi.
I risultati sportivi, poi, sono un'altra cosa: sì, il Real ha preso due fuoriclasse, ma il budget sta per finire e da centrocampo in giù sono ancora la mediocre squadra di quest'anno. Hanno la possibilità di fare ancora un paio di grossi acquisti, ma se (come sembra) questi saranno ancora giocatori d'attacco, non credo che i risultati saranno granchè, visto anche che il nuovo allenatore al massimo ha allenato A********a (ih)
e Llorente e si ritrova di colpo a dover gestire un'armata di checche isteriche.
I risultati, però, non importano molto a Florentino: quel che importa sono le vagonate di soldi che ricaverà da tutto questo.

Ibra, cazzo, rifatti il naso, fatti una bella pettinatura da zarro, posa per un calendario: mettiti un po' in tiro, insomma. Magari inizi a piacere alle ragazzine e ci porti quell'ottantina di milioni che tanto servirebbe.
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MENTI SCOSTUMATE

Moratti: "Non è detto che dobbiamo vendere o comprare per forza"

La Gazzetta dello Sport - Moratti: "Inter, me ne vado"

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Caliendo: "Maicon è non felice. Aspettava di avere un incontro con il presidente Moratti. Invece, niente. Lui non chiede aumenti di stipendio ma più considerazione"

La Gazzetta dello Sport - Maicon: "Moratti non mi desidera più, non usciamo insieme da settimane e non mi guarda più negli occhi quando lo facciamo"

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Santon: "Lippi mi porta in Sudafrica, sono molto felice"

La Gazzetta dello Sport - Santon: "Quando Lippi chiama, non si può dire di no. Mi dispiace, ma è la vita. Ciao Inter"

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Kakà: "So che i tifosi rossoneri sono tristi. Loro piangono, io piango. Al Milan devo tutto. Mi ha portato in Europa, mi ha costruito intorno un progetto calcistico e mi ha aiutato a diventare il numero 1 al mondo"

La Gazzetta dello Sport
- Kakà: "Al Real non sono felice, la società non mi considera, nessuno mi caga. E' stato un errore"

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Seedorf: "Sono contento che Ancelotti mi voglia al Chelsea, ma resto anche il prossimo anno"

La Gazzetta dello Sport - Seedorf: "Inter, me ne vado"

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Maldini: "Il mio futuro? La gestione della vita familiare. Ho avuto proposte di vario tipo. Dal Milan ancora niente, ma ci sarà tempo per parlare di questo. Scarsa riconoscenza? Non credo. Adesso ci sono altre priorità; il dialogo rimarra. Diciamo che se ci sarà la condizione di lavorare con un ruolo di responsabilità sarà difficile dire di no. Una cosa è certa: non voglio fare l'uomo di facciata. Adesso aspetto il raduno della squadra per vedere l'effetto che fa stare dall'altra parte"

La Gazzetta dello Sport - Maldini: "Farò la badante"

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Raiola: "Ibrahimovic vale quanto Kakà e Cristiano Ronaldo insieme"

La Gazzetta dello Sport : "Nemmeno noi le spariamo così grosse. Ci inchiniamo a Lei, Maestro"

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mercoledì 10 giugno 2009

BASTA

mercoledì 10 giugno 2009 12
Ogni giorno, ormai, c'è qualcuno che piange.
Piangono, questi pagliacci: piangono perchè quello ha ottenuto l'aumento e loro no, perchè l'altro è andato al grande club e loro no, perchè gli si è mancato di rispetto mentre all'altro fanno i ponti d'oro.
Se per questi clown rispetto significa negoziare l'ennesimo contratto a cifre vertiginose, beh, che spariscano all'istante. Ne ho veramente le palle piene di queste storie, di vedere uno ad uno i nostri giocatori migliori mettersi a fare bizze assurde e totalmente fuori luogo.
Certo, non pretendo che siano tutti come Cambiasso, o Zanetti, o anche come Julio Cesar: ma che, perlomeno, dimostrino un po' di rispetto. La dirigenza mi pare che glielo dimostri, coprendoli d'oro con rinnovi tutti gli anni.
A questo punto, la tentazione di liberarsi in un sol colpo della banda Raiola-Caliendo è fortissima. Via Ibrahimovic, Maxwell e Maicon, e contestualmente addio a queste (potrei essere molto volgare, quindi mi limiterò a definirle così) disgustose figure, il cancro del calcio moderno.
E' vero, non si può permettere a questa gente di fare razzia dei nostri (già pochi) campioni: io però, come tutti gli interisti penso, sono stanco. Stanco di vedere queste recitine ogni giorno, di vedere questi buffoni che agitano i pugnetti, indignati perchè la società non ha voglia di prostrarsi ai loro piedi.
Mi auguro una forte presa di posizione da parte della società. Si deve inviare un segnale forte, deciso: se si continua ad assecondare questi qua, si finirà per autorizzare ogni altro calciatore a comportarsi esattamente nello stesso modo. Non si possono subire passivamente i mal di pancia di questi personaggi, bisogna tenere la situazione in pugno. O portano 110 milioni in due, o se ne stanno buoni buoni dove sono.
Probabile che una delle ragioni di quello che sta accadendo siano Mourinho e il suo 99,9%: non hanno fatto altro che imparare dal maestro.

Mi auguro che, già dalle prossime ore, arrivi dalla società il segnale forte che tutti auspichiamo. Perchè non ne possiamo più di farci prendere in giro da questa gente.
Non siamo mica il Milan, eh.
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EMILIO THE LION

Una mattina, un uomo piuttosto in là con gli anni giunse al suo ufficio e, come tutti i giorni, trovò la scrivania zeppa di giornali, riviste, documenti e book fotografici.
Era un anziano piuttosto occupato, con mille cose da fare. Per questo, si tolse le scarpe e, poggiati i piedi sul tavolo, si mise a leggere un giornale, preso a caso dalla pila di quotidiani che la sua segretaria gli aveva accatastato sulla scrivania.
Sfogliò un po' di pagine, zeppe di calunnie scritte con ogni probabilità da qualche bolscevico, senza trovare niente di minimamente interessante.
Proprio mentre stava per gettare il quotidiano nel tritadocumenti, notò una notizia che lo folgorò.
Il titolo dell'articolo, in fondo ad una pagina, era “Leone in vendita”. Sotto a questo, in bella vista, troneggiava la foto di un leone all'apparenza molto giovane, sicuramente minorenne.
L'articolo parlava della vicenda di un leoncino di poche settimane, messo in vendita a causa del cambio di proprietà che lo zoo dove viveva coi suoi genitori aveva appena subito. Chiamando un certo numero di cellulare, si poteva contattare la persona che aveva in custodia il cucciolo, per ricevere maggiori informazioni ed, eventualmente, trattarne l'acquisto.

L'uomo, fulminato dal provocante sguardo dell'animale, non riuscì a resistere. Doveva mettersi in contatto con chi deteneva l'oggetto del suo desiderio, e doveva farlo subito. L'avrebbe fatto lui stesso, in persona: avrebbe tranquillamente potuto delegare uno dei suoi subordinati, vista la gran mole di lavoro che era chiamato a fronteggiare; la questione, però, era troppo importante. Doveva occuparsene personalmente.
Dopo qualche squillo, finalmente, una voce di donna rispose.

“Pronto?”
“Ehi, ciao. Sai chi sono? Mi riconosci?”
“Uhm, veramente no. Chi è lei?”
“Ma come, sì che mi riconosci..eddai, quante volte avrai sentito questa voce?”
“Ma chi è lei, un maniaco?

“Oh, di nuovo con questa storia del maniaco..l'avrai letta su uno di quei giornalacci di sinistra, ci scommetto”
“Senta, si può sapere cosa vuole? Non ho tempo da perdere, io”
“Oh, giusto..chiamo per il leone. Sai, ho trovato il tuo numero sul giornale, stamattina..Volevo sapere, è molto giovane, vero?”
“Sì, ha circa un mese”
“Oh, molto bene. L'importante è quello: che sia giovane e fresco. Pensi che abbia bisogno di un papi?”
“Di un che??”
“Niente, lascia stare. Ad ogni modo, ho visto che è in vendita”.
“Proprio così. E' interessato all'acquisto? E' il titolare di uno zoo?”
“Beh, proprio titolare no. Almeno, non ancora. Diciamo che presiedo uno zoo, un vasto, enorme zoo. E, sì, sono interessato all'acquisto”
“Ne sono felice. Sa, l'articolo gira sui quotidiani già da qualche giorno, ma ancora nessuno si era fatto avanti”
“Sono fatto così. Arrivo prima degli altri”.
“Bene, allora possiamo fissare un appuntamento. Per domani alle 16, magari?”
“Per domani va benissimo. Il luogo è quello citato nell'articolo, giusto?”
“Sì, esatto”
“A domani, allora”.

E così, l'uomo acquistò il piccolo leone e lo portò con sé nella sua grande tenuta. L'anziano decise di chiamarlo Emilio, proprio come uno dei suoi già numerosi animali domestici.
La moglie dell'uomo non prese molto bene l'arrivo del nuovo “inquilino”. Dopo aver fatto presente al marito il suo disappunto, comunque, fra sé e sé pensò che il nuovo arrivo era sì molto giovane, ma perlomeno era un maschio. Questo era già un passo in avanti, rispetto alle ultime comparsate verificatesi nella tenuta.
Papi, invece, stravedeva per l'animale. Se lo portava dietro appena poteva, mostrandolo con fierezza.
Quando andavano insieme al parco, l'uomo si sentiva pieno di sé. Tutte le persone lo guardavano con rispetto e timore: loro lì, con i loro piccoli mucchietti di pelo, e lui, baldanzoso ed autoritario, con un leone al guinzaglio. Gli sguardi stupiti lo galvanizzavano: si aspettava quasi che, da un momento all'altro, partisse qualche applauso.
Papi educava il leone. Cercava di insegnargli cosa è giusto e cosa è sbagliato, per fare in modo che diventasse serio, onesto ed irreprensibile. Proprio come lui.

Emilio, intanto, cresceva a vista d'occhio, divenendo sempre più un motivo di vanto per il suo padrone, che faceva di tutto per esporlo il più possibile.
L'uomo era diventato iperapprensivo nei confronti del suo cucciolo: per un motivo o per un altro, gli ronzava sempre intorno. Dopo che, una mattina, notò il suo evidentissimo stato di eccitazione, palesato da una certa rigidità che persistette stranamente per molte ore, si mise in testa addirittura di trovargli una fidanzata.

Un brutto giorno, però, durante una delle loro visite al parco, Emilio si ricordò di essere un leone, ed ingoiò il barboncino Billy che si era messo ad abbaiargli contro. Papi, preoccupato da ciò che sarebbe potuto accadere al suo animale, fece in modo che la cosa non divenisse di dominio pubblico, conversando amichevolmente con coloro che avevano assistito al fatto e convincendoli tutti, compresa la padrona del defunto cane, che le colpe fossero da imputare integralmente al barboncino, e che Emilio non c'entrava niente, ma anzi era stato vittima di una provocanzione.

Sulla via di casa, osservando l'animale che aveva ancora un po' di Billy spalmato sulla faccia, Papi riflettè molto. Forse era giunto il momento che la sua strada e quella di Emilio si separassero. Il leone cominciava a diventare troppo grande e, visti i fatti, non poteva certo portarlo di nuovo al parco.
Questa era una vera disgrazia: niente più sguardi intimoriti, niente più camminate trionfali. Era dura da accettare, molto dura.
Dopo aver a lungo ponderato, l'uomo, con profondo malincuore, decise che si sarebbe attivato affinchè Emilio potesse essere portato nel suo habitat naturale, dove avrebbe potuto vivere come un vero leone ingoiando impunemente tutti i Billy che avesse voluto.
Una sera, col cuore a pezzi, chiamò la protezione animali per informarlo sui tempi e sui modi del trasporto. Papi apprese che si sarebbe dovuto separare dal suo amico l'indomani stesso.
Poco dopo, davanti al fuoco, mentre ammirava Emilio per l'ultima serata, Papi ripensò con soddisfazione a come, poche ore prima, tutte quelle persone al parco avessero abboccato alle sue fregnacce.
“Quasi quasi mi butto in politica”, pensò sghignazzando.

Il giorno dopo, Emilio fu sedato e trasportato fuori dalla villa, dove una gabbia e un camioncino lo attendevano.
Tre addetti spostavano il leone; Papi, intanto, stava conversando con un tizio della protezione animali.
“E' una brava bestia, ma non mi sentivo più in grado di badargli quanto meritava. Sa, sono molto occupato”
“Sicuramente, signore. Ha fatto bene a chiamarci. Lo porteremo subito in Africa, dove lo aiuteremo a reinserirsi nel suo habitat naturale”
“Bene, ne sono felice. Siate molto prudenti, nel reinserirlo: non potrei tollerare che gli succedesse qualcosa. Siamo molto legati, lui in particolare tiene davvero molto a me”
“Ma certo, ma certo. Del resto, è cosa nota che lei ha un certo ascendente sugli animali”
“Modestamente..”

Così Emilio venne portato in Africa, nella savana. Il leone, inizialmente spaesato, non impiegò molto ad abituarsi alla nuova realtà. Ancora attanagliato da quello strano indurimento che ogni tanto lo coglieva quando abitava con Papi, si fiondò su una leonessa e riuscì finalmente a trovare un po' di sollievo.
Trascorso un periodo di ambientamento, il felino fu definitivamente reintrodotto nella colonia di leoni che popolava la zona. Di lì a poco, sarebbe divenuto il capobranco ed avrebbe messo su famiglia, visto che la femmina che aveva conosciuto il primo giorno non gli si era schiodata più di dosso.

Passò un anno. Papi, seduto sulla sua poltrona, era triste e malinconico.
Eppure, a lavoro le cose andavano benone: le sue gesta erano molto apprezzate anche da importanti personalità estere, che facevano a gara per ottenere la sua compagnia e la sua amicizia; lui, in tutta risposta, dispensava carinerie.
Oltre al lavoro, anche le relazioni interpersonali, soprattutto quelle orali, andavano a gonfie vele. Poteva contare, poi, su una numerosissima schiera di fans sfegatati, che inneggiavano a lui in ogni sede e lo stimavano profondamente.
Insomma, tutto sembrava sorridergli. Qualcosa, però, lo turbava nel profondo del suo cuore.
Era preoccupato per Emilio. “Come potrà sopravvivere senza il suo Papi, senza qualche amicizia importante nei piani alti?”.
La preoccupazione, col tempo, divenne esasperata. Per risolvere la situazione, l'uomo decise di partire alla volta dell'Africa per riabbracciare il suo Emilio, ed assicurarsi che tutto andasse per il meglio. Durante il viaggio, effettuato con uno dei voli gratuiti dei quali poteva beneficiare (alle spese provvedevano personalmente i suoi numerosi fans), pensò a quanto dovesse essere mancato a quel povero animale. Se lo immaginò triste e sconsolato, mentre aspettava vanamente che qualcuno lo accompagnasse al parco. Papi pianse per tutto il tragitto, commosso al solo pensiero del bene che quella bestia gli voleva.
Arrivato a destinazione, una folta schiera di esperti cercò di dissauderlo dal proseguire il suo viaggio.
“E' altamente improbabile che il leone si ricordi di lei: animali del genere possono conservare il ricordo di una persona solo in caso di un legame fortissimo ed inscindibile, e finora non è mai capitato. Lei rischia la vita”, fu quello che si sentì dire.
Papi, punto nell'orgoglio, si inalberò:
“Calunnie! Frottole! Panzane! Siete dei poveri idioti, Emilio mi adora! Mi riempirà di coccole!”

L'uomo si inoltrò dunque nella Savana, seguendo le indicazioni che lo avrebbero portato dritto dritto nel luogo dove il suo Emilio era stato spesso avvistato in quelle settimane.
Giunto a destinazione, l'uomo si appostò. Sempre più emozionato, aspettava fremente la comparsa del suo amico felino. Si sentiva esattamente come quando qualche amica di famiglia lo stava per raggiungere.
Emilio comparve quasi subito. Appena lo vide, Papi gli corse incontro a braccia aperte, con un sorriso compiacente stampato sul volto.

“Emilio! Guarda chi c'è! Sono il tuo Papi! Come sei cresciuto, come sei bello! Io con te andrei ovunque.. Quasi quasi ti faccio venire da me per Capodanno, do una festa sai, ci sarà tanta carne fresca. Oh, ma questo ora non è importante. Vieni qua, fatti abbracciare! Sì, bravo, vieni da Papi..ok, magari non così velocemente, che sennò cadiamo, eheheheh..ehi, Emilio, ti vedo indurito..no, piano, cosa stai facend...no! Fermo! NO! Posso presentarti qualche velin..”



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martedì 9 giugno 2009

LA BANDIERA

martedì 9 giugno 2009 16

09/06/2009

MILANO - Dalla prossima stagione Kakà giocherà nel Real Madrid. L’A.C. Milan ringrazia l’uomo Kakà e il grande campione Kakà per il suo contributo decisivo alle tante vittorie conseguite nei sei anni del suo impegno rossonero. La perdita tecnica, pur grave, potrà essere colmata. Sarà invece molto difficile riempire il vuoto che lascerà l’uomo Kakà, fulgido esempio di serietà, di impegno e di professionalità. L’A.C. Milan, interpretando i voti dei dirigenti, dei giocatori e dei sostenitori rossoneri, formula a lui i più cordiali ed affettuosi auguri per il proseguimento della sua carriera sportiva.
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Intediamoci, non sono qui a gioire perchè Kakà se n'è andato ed il Milan si è indebolito. Hanno mangiato le nostre polveri con lui, e continueranno a farlo anche senza. Non è questo il punto.

Si sa bene perchè io stia godendo, in questo momento. Perchè la favola raccontata a gennaio dai circensi, adesso, è divenuta tale anche per quei milioni di gonzi che, cinque mesi fa, avevano abboccato in pieno a quello straordinario susseguirsi di gag consumatosi dalle prime voci sul trasferimento di Kakà in poi.
La società Milan si diceva "felice di avere fra i suoi tesserati un ragazzo straordinario che non pensa solo ai soldi, ma che crede nell'amicizia e nello spirito di appartenenza". Chi ha dichiarato questo non era l'ultimo dei tifosi, o Peppino del bar all'angolo, ma Silvio Berlusconi.
"L'amicizia e lo spirito d'appartenenza" sono venuti meno quando a bussare alla porta, invece degli sceicchi, è stato il Real Madrid. Tuttauntratto, la voglia di diventare bandiera e capitano del Milan è scomparsa, ed a prevalere è stata la voglia di prendere le proprie cose e togliersi da quel circo che è l'ambiente rossonero.
Dio dev'essersi fatto furbo, dopo qualche mese nel mondo del calcio: forse aveva capito tutto già a gennaio, quando consigliò al suo assistito di non lasciare Milano per Manchester; forse aveva già sentito Perez.

La "società con dei valori" non ci ha pensato su nemmeno un secondo, e si è intascata i 65 milioni del cartellino. Soldi che andranno integralmente a ripianare il bilancio della società, che nonostante vittorie europee e mondiali, è inspiegabilmente in passivo di circa 70 milioni. Strano, perchè la squadra è praticamente sempre arrivata in fondo alle grandi manifestazioni, incassando soldi su soldi.
Chissà, perchè il bilancio è (era) in rosso. Mah, saranno forse stati i 25 milioni spesi per Dinho, i 21 spesi per Oliveira, i 7,5 (più 4,5 netti all'anno) spesi per sia per Emerson che per Ronaldo e Zambrotta, i quasi 5 milioni netti a Dida, Shevchenko e Flamini, la mancata cessione di Gattuso di fronte ad un'offerta di più di 20 milioni, e tante altre cosette.
Mah, sì, forse è per questo che c'è (c'era) il buco in bilancio. Ora il buco non c'è più, in compenso c'è una squadra che fa ridere solo a pensarla.

Cari amici milanisti, vi meritate tutto questo. Perchè anzichè riempire San Siro per un pachiderma ed andare a versare lacrime sotto casa Kakà, avreste dovuto rifiutarvi di rinnovare la tessera dell'abbonamento. Avreste dovuto capire tutto già a gennaio, invece di commuovervi perchè il valoroso Ricky aveva rifiutato i malvagi sceicchi.

Ma siete dei gonzi, e quel che vi meritate è una squadra comica ed una società che vi prende per il culo.


AGGIORNAMENTO: stralcio della conferenza stampa di Kakà:
"So che i tifosi rossoneri sono tristi. Loro piangono, io piango. Al Milan devo tutto. Mi ha portato in Europa, mi ha costruito intorno un progetto calcistico e mi ha aiutato a diventare il numero 1 al mondo. Con il Milan ho conquistato il pallone d’Oro. Con la società rossonera finisce un rapporto professionale ma continua un rapporto sentimentale".
- Perché si è arrivati a questo divorzio?
"Nel mondo stanno succedendo gravi cose dal punto di vista economico. La crisi ha colpito le imprese. E il Milan è un’impresa calcistica. I soldi del mio trasferimento possono aiutare la società rossonera a superare questo momento di difficoltà e a costruire un futuro ancora più importante".
Beh certo, c'è la crisi. La famiglia Milan non arrivava a fine mese.
Il Milan piange, i tifosi piangono, Kakà piange. Piangono tutti.
Voi che fate?

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lunedì 8 giugno 2009

MILANDINHO

lunedì 8 giugno 2009 4
Apro la pagina della gazzetta online e, invece di trovare l'annoso annuncio (che a quanto pare vuol farsi aspettare ancora per qualche ora), che trovo?
Un bell'articolo intitolato "Berlusconi vuole un MilanDinho", che in estrema sintesi parla di come il nuovo Milan si debba costruire intorno al dentone, naturale sostituto di Kakà.
Io penso che questa gente abbia completamente perso il lume della ragione: è un po' come dire che l'Inter, in caso di partenza di Ibra, dovrebbe costruire la squadra intorno ad Obinna.
Lungi da me paragonare Ronaldinho ad Obinna; il brasiliano, per quanto immobile sia, è comunque forse il giocatore più tecnico del pianeta, mentre Victor Nsofor è al massimo il più tecnico del suo condominio. Il punto è che per sostituire Kakà serve altro: c'è bisogno di un giocatore alla Gerrard, per intendersi. Uno che abbia velocità, potenza, tiro da fuori, senso del gol.
Non si può pensare di sostituire Kakà con Ronaldinho, perchè non sono l'uno la controfigura dell'altro. Il Milan dovrebbe o trovare un altro Kakà (che non è Lavezzi, come pensa Berlusconi) o cambiare sistema di gioco.
Ronaldinho, se fosse costretto a fare il lavoro di Kakà, stramazzerebbe al suolo dopo dieci minuti. L'elefantino, da qualche anno, è abituato a stazionare sulla fascia sinistra, e a non uscirne per nessun motivo al mondo.
Però oh, si sa: i gonzi sono, appunto, dei gonzi. Prepariamoci ad un'altra stagione di divertimenti.
Vabbè, a parte questo: che si muovano con 'sto annuncio, che io avrei una storiella su Papi pronta per essere pubblicata (Kakà al Real ha la precedenza su tutto, si capisce)
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giovedì 4 giugno 2009

UN ANNO DI TRIONFI - PT.3 - KAKA' STORY

giovedì 4 giugno 2009 16
Proprio in queste ore imperversa, in tutta Europa, la madre di tutte le barzellette: il trasferimento di Kakà al Real Madrid. La cessione diverrà ufficiale soltanto lunedì, visto che il nostro sagace presidente del consiglio (scritto in minuscolo) non se la sente proprio di perdere ulteriori voti milanisti (già in molti hanno minacciato di votare pd o, addirittura, Kakà).
Comunque sia, ufficiale o no, la cessione del trequartista è ormai cosa fatta. Il suo procuratore, Dio, ha trovato l'intesa col Real, che si è a sua volta messo d'accordo col Milan: lunedì la firma delle carte.
I giocatori vanno e vengono, davanti a cifre importanti i club di solito cedono. Non ci sarebbe niente di strano in questa vicenda, se solo..se solo a gennaio non avessimo assistito a quella comica stratosferica che è stata l'intera vicenda Kakà-Manchester City. Dall'offerta di ottocentomila fantastiliardi al saluto del segaiolo in crisi mistica alla folla festante, abbiamo assistito alla peggior commedia tragicomica che la storia ricordi.
Ripercorriamone le tappe, una ad una, per arrivare all'episodio conclusivo: il meglio che la televisione e l'intrattenimento in generale possano offrire.
I miei ormai consueti e brillanti commenti alle dichiarazioni non servono, quelli semmai riserviamoli per dopo (invito tutti a lasciare un messaggio a Ricky).
E' il caso di seguire tutta la vicenda in religioso silenzio, gustandosi ben bene ogni parola.


"Il City dal Milan per Kakà. Offerta davvero pazzesca: 100 milioni di euro. Berlusconi: "Spero sia incedibile. Non so nulla di questa offerta"
La Gazzetta dello Sport, 13 gennaio 2009

"Voglio invecchiare nel Milan. Il mio obiettivo è diventare il capitano di questa squadra. Ho già rifiutato offerte importanti"
Kakà, 14 gennaio 2009

Già, ma il Milan continuerà a lottare per i traguardi di sempre, scudetto, Coppa Uefa, Champions League, mentre il miglior giocatore rossonero a quel punto si metterebbe sul piano di Vergassola, Castillo, Manfredini o Bentivoglio, andando a lottare per non retrocedere, sia pure a Manchester, sia pure con un conto corrente traboccante di soldi.
Sportmediaset.it, 15 gennaio 2009

"La trattativa esiste, io spero di allenarlo ancora a lungo. Ma se partirà, i nostri obiettivi non cambieranno"
Carlo Ancelotti, 16 gennaio 2009

"Il City alza l'offerta: sul piatto 150 milioni"
Tuttosport, 16 gennaio 2009

"Sul piatto ci sono 150 milioni per la società rossonera e 15 netti all'anno per il giocatore"
Sportmediaset.it, 16 gennaio 2009

"Il Manchester City aumenta l’offerta a 274 milioni di euro, così suddivisi: 121 milioni ai rossoneri, altrettanti (tasse incluse) al brasiliano (che incasserebbe così quasi 15 milioni netti all’anno, ovvero poco meno di 290.000 euro a settimana) e 32 milioni agli intermediari"
La Gazzetta dello Sport, 17 gennaio 2009

"Ancora non è deciso niente, ma è molto difficile fare restare uno che va a guadagnare certe cifre"
Silvio Berlusconi, 17 gennaio 2009

"Kakà si sente tradito dal Milan perché è la società a volerlo vendere al Manchester City, e non certo lui a volersene andare. E il brasiliano lo avrebbe confessato giovedì sera ai compagni di squadra, durante una cena nel ristorante milanese di Clarence Seedorf"
Daily Mirror, 17 gennaio 2009

"Un Meazza molto simile a una valle di lacrime per il presunto addio di Kakà". "Al fischio finale Ricardo va ad abbracciare tutti i compagni, poi rientrando negli spogliatoi pare versi qualche lacrima. Forse è il segnale. Forse la favola è finita. All'uscita i tifosi hanno circondato l'auto del brasiliano e gli hanno intonato ancora una volta il coro "resta con noi", rincorrendo poi la sua auto per alcune decine di metri"
La Gazzetta dello Sport, 17 gennaio 2009

Piange la teenager che senza Ricardo si sentirebbe persa; senza il suo sorriso pulito, gli occhi grandi e neri, il ciuffetto di capelli appena accennato sulla fronte. "Giù le mani da Kakà", urlano i supporter della frangia più organizzata. Perché Kakà è anche loro; perché l'estate scorsa Ricardo li ha tranquillizzati; perché il miracoloso ragazzo di Brasilia ha promesso loro nuovi traguardi. Tifosi disperati. Pensano: come faremo senza le sue poderose falcate, quelle folate magiche senza sfiorare il terreno? Quei tiri poderosi, le saette imprevedibili? La palla nel sacco e le braccia alzate? Romantici. E ora la Fiorentina. Il Gila? Come se non ci fosse. Kakà resisti. Non ci lasciare.
La Gazzetta dello Sport, 17 gennaio 2009

"Secondo una fonte molto vicina al proprietario del Manchester City, l’offerta di 110 milioni di euro per Kakà sarebbe assolutamente ridicola. L’intera storia sarebbe stata montata da Silvio Berlusconi per avere un positivo ritorno di immagine una volta che il trasferimento non si fosse concretizzato e che Kakà fosse così rimasto a San Siro, visto che il primo a parlare di un’offerta di 110 milioni di euro è stato proprio il sito della società rossonera. "Le cifre riportate dalla stampa riguardanti l’ingaggio di Kakà sono totalmente irrealistiche– ha spiegato da Abu Dhabi l’anonimo consigliere dello sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan – . In realtà, si parla di un’offerta più vicina ai 55 milioni di euro"
The Observer, 18 gennaio 2009

"Al Milan andranno circa 105 milioni di euro"
La Gazzetta dello Sport, 18 gennaio 2009

"Il Real Madrid offre 100 milioni"
Tuttosport, 18 gennaio 2009

"In tutti i momenti, in tutte le ore. La pasta è sempre fredda, il gelato è sempre sciolto. Corro nel parco, avvolto dagli zero gradi, a testa bassa, ma non c'è niente da fare: "Ah, ma tu sei Pellegatti? Ma Kakà rimane o parte?". Perfino dopo le 11 di sera, mentre sto cercando di lavorare con un maledetto compasso per aiutare mio figlio a trovare la bisettrice di un segmento.
"Pronto? ah ciao? dimmi"
"Ma Kakà? va o no?"
Lascio il compasso, la matita, il righello per non rispondere nulla. Perché nessuno ancora sa nulla, anche se mille voci, mille indiscrezioni, mille favole, mille incubi si sono rincorsi in queste ore, in questi giorni. Sono, siamo tutti sconvolti, tutti increduli, tutti sconfortati.
Sì, perché Kakà è una bandiera, Kakà è un simbolo. Kakà è il naturale discendente di Schiaffino, di Rivera, di Van Basten. Abbiamo perso il cigno di Utrecht, il Guido Guinizzelli del calcio, il cantore del Dolce Stil novo, per un maledetto infortunio. Non possiamo sopportare l'addio del brasiliano per vil denaro. Mi auguro che oggi sia una giornata interlocutoria per il mio telefonino, anzi no, scusate. Ecco il primo SMS della giornata: "Ho ancora nel cuore quel canto di tutto lo stadio: Kakà non si vende! Ciao". Ho capito! Oggi sarà come ieri, come domani. Sì, domani, lunedì 19 gennaio, quello che potrebbe diventare uno dei giorni più importanti della storia del Milan e delle... società telefoniche.
Il mio sogno, anche perché l'illusione è dolce, è quello di lussarmi presto il pollice, scrivendo a tutti gli amici: "KAKA' RIMANE!!!". Finirebbero questi giorni di fuoco. Certo poi arriverebbero altri sms: "Ma poi? a giugno?!?"
Beh, in questo caso potrei essere maleducato anche con gli amici più cari. Giugno è lontano. Speriamo adesso di gustarci il caro Kakasinho ancora per questi 6 mesi. Poi, magari, gli verrà consegnata la fascia di capitano e rimarrà con il Milan per sempre. Questi saranno ricordati solo come brutti giorni, che possono capitare in un matrimonio con la donna più bella del mondo"

Carlo Pellegatti, 18 gennaio 2009
Grazie di cuore, Carlo

"Ancelotti e Beckham credono ancora nella permanenza del brasiliano, ma l'abbraccio a fine gara con i compagni sa tanto di congedo. Il divorzio dal Pallone d'oro 2007 segnerebbe un cambio di rotta del Milan e la consapevolezza che il denaro conta più di ogni cosa. Anche dei sentimenti"
La Gazzetta dello Sport, 18 gennaio 2009

"Mancherebbe solo l'ok del giocatore e le firme per concludere la trattativa milionaria per portare Kaka' al Manchester City. La documentazione sarebbe gia' pronta. A quanto si apprende, il Milan avrebbe trovato l'accordo per una cifra di poco inferiore ai 130 milioni di euro. Ora si attende che Kaka' e il suo papa'-procuratore, l'ingegner Bosco Leite, raggiungano l'intesa definitiva con il club inglese. L'ingaggio dovrebbe aggirarsi sui 18-20 milioni di euro a stagione"
Tuttosport, 19 gennaio 2009

"Kakà piange, il City non gli piace. Da oggi giorni decisivi per l' addio"
Repubblica, 19 gennaio 2009

"L'arrivo di papà Bosco è annunciato per oggi pomeriggio a Malpensa. Poi, correrà da Ricardo per un faccia a faccia, a questo punto, decisivo. Nelle ultime ore si è fatta strada la sensazione che l'ex Pallone d'oro non voglia più lasciare il Milan. Invece il papà-agente ha continuato a premere per finalizzare subito la trattativa con il Manchester City. Una divergenza d'idee emersa anche nei colloqui telefonici tra i due durante l'ultima settimana"
La Gazzetta dello Sport, 19 gennaio 2009

Il 19 gennaio è una giornata drammatica. Si vocifera di un Kakà in lacrime, di suo padre Bosco che cerca di convincerlo a lasciare il Milan, di sceicchi pronti a spendere ottomila miliardi per portarsi a casa Ricky. E' un crescendo di tensione, sotto casa Kakà si raduna una folla di centinaia di persone che intonano cori e sperano nel miracolo.
Nessuno ha certezze, dall'Inghilterra continuano a rimbalzare voci secondo le quali sarebbe tutta una montatura di Berlusconi.
Voci, solo voci. Non c'è nient'altro, tutta Italia è col fiato sospeso.
Un intervento, però, scioglie ogni dubbio. Alle 23 del 19 gennaio, Silvio Berlusconi in persona chiama in diretta al Processo di Biscardi, e tocca forse quello che è il picco della sua personale (e già ricchissima di soddisfazioni) carriera di comico. Indescrivibile, entusiasmante, irripetibile: potrei star qui un mese a sciorinare aggettivi, ma non riuscirei a rendere bene l'idea di che cosa sia stato quel momento.
Per far capire a tutti quali sono state le mie sensazioni quella sera, non posso far altro che postare il video del fattaccio.
Gustatevelo responsabilmente.



Lo ammetto: non sono in grado di aggiungere nessun altro commento. Quella che c'è qui sopra è la più grossa pagliacciata che si sia mai vista nel mondo del calcio, ed è ben posizionata anche nella hit parade generale. Che dire, se non GRAZIE DI CUORE.

Le ultime battute della storia, con una new entry davvero eccezionale: Dio.

"Kakà ha dimostrato quanto valgono certi valori. Per lui i soldi non sono tutto. Evviva!"
Silvio Berlusconi, 20 gennaio 2009

Galliani: "Ha prevalso il cuore sulla ragione. I tifosi devono ancora una volta ringraziare il presidente Berlusconi per questo sforzo economico perché era una forte tentazione davanti a una cifra da stra-record del mondo". Sul fronte inglese c'è la conferma del Manchester City: "Accordo improbabile, le trattative sono terminate". I vertici del club inglese, peraltro, sono rimasti sbigottiti: non si aspettavano un epilogo del genere proprio quando l'affare sembrava ormai arrivato in porto.
Kakà: "Tutti i messaggi che mi arrivavano dicevano di scegliere con il cuore e penso che alla fine questa scelta è stata così. Non è assolutamente economica. Ci sono state delle notizie, delle voci, tante speculazioni, che in questi giorni fanno fatto anche una brutta idea di mio papà. Non è così, io non ho mai litigato con mio papà. Le mie decisioni sono sempre in famiglia, mia moglie è stata bravissima, mi ha aiutato, mi ha sempre sostenuto in tutte le mie decisioni. La mia famiglia è stata bravissima e in nessun momento mi ha spinto ad andare da una parte o dall'altra. Alla fine ha contato la mia storia, dove sono legato e dove è in realtà il mio cuore. Tutti i messaggi che mi arrivavano mi dicevano di scegliere con il cuore. E io così ho fatto. Non è una stata una scelta economica. È sempre stato il Milan ad accontentarmi. Devo ringraziare Galliani, Berlusconi, Leonardo che è più di un amico. Ora voglio solo stare tranquillo e vincere. La gara di sabato è stata fuori dal comune, ero molto emozionato, anche dai tanti bambini che mi hanno dedicato i loro disegni. Quando sono andato via dal San Paolo una parte del pubblico, mi contestava. Ora tutti i tifosi sono qui a gridare il mio nome, sono molto contento. Sono a casa con un paio di amici a festeggiare. Il Milan è casa mia, nemmeno per trenta secondi ho pensato di andare al Manchester City"

La Gazzetta dello Sport, 20 gennaio 2009

"Sono felice che Kakà abbia veramente dato una dimostrazione straordinaria di non essere soltanto qualcuno che guarda al guadagno e di avere dei principi e dei valori, come quello dell'attaccamento alla bandiera, e riconoscenza nei confronti di una società e di un presidente che l'hanno lanciato. Non ho speso parole per spingerlo ad accettare il City. Ma le parole spese per convincerlo a rimanere hanno dato buoni frutti. Ha l'anima che corrisponde al suo viso".
Silvio Berlusconi, 20 gennaio 2009

"Voglio ringraziare Galliani e a Berlusconi e anche a Leonardo, che è più di un amico. Sono molto credente. La strada più logica non è sempre quella che Dio sceglie per noi. Il Milan ha sempre rifiutato di parlare di queste cose. Io ho sempre detto che prima di parlare con me dovevano mettersi d’accordo col Milan e il Milan ha sempre detto no. Quando il Milan dirà sì, forse sarà un segno che Dio mi indica un’altra strada. Ho pregato tanto in questi giorni cercando una direzione che venisse da Dio e alla fine la direzione è restare qua"
Kakà, 20 gennaio 2009

Grazie, grazie, grazie: vedere che tutto sta cominciando daccapo, sapendo che stavolta finirà senza telefonate in diretta e processi divini, è veramente impagabile.
Grazie di cuore per quanto avete rallegrato, rallegrate e rallegrerete la mia esistenza.

Invito nuovamente ognuno di voi a lasciare, proprio qui sotto, il suo personale messaggio a Kakà, al "ragazzo che crede nell'amicizia, crede nello spirito di bandiera, un modello per tutti quanti".
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CAZZATE A RAFFICA

Sì ok, la fiction "Un anno di trionfi" preme e non vorrei davvero toglierle spazio.
Se questi qua, però, continuano a spararle, io non riesco a resistere. Ci ho provato, ma la voglia di commentare un paio di cose che sono uscite oggi alla fine mi ha sopraffatto.
E poi oh, la fiction è qua sotto, basta premere un po' la freccetta in giù.

MILANO, 4 giugno 2009 - "Questa stagione l'abbiamo persa perché in certe partite, negli ultimi minuti, non abbiamo adottato la tattica che io consigliavo da ex presidente. Invece l'abbiamo applicata nell'ultima partita (contro la Fiorentina, ndr) che abbiamo vinto e che è stata decisiva per la Champions". Lo ha dichiarato Silvio Berlusconi intervistato da Claudio Brachino e Maurizio Belpietro a Mattino 5.
RONALDINHO — Il patron rossonero è poi entrato nei dettagli, mostrando di non avere digerito l'esclusione di Ronaldinho: "Spesso non abbiamo avuto a disposizione tutti i nostri campioni - ha proseguito il premier che critica l'ormai ex tecnico Ancelotti che nella prossima stagione guiderà il Chelsea -. Ronaldinho è stato usato anche per pochi minuti e questo ha provocato anche una caduta del morale del giocatore. Ma pensi che bello avere Ronaldinho per 90 minuti in campo, il biglietto si paga per giocatori così".

Gazzetta.it

Che dite, commento o è già abbastanza comico così?
Commento, commento.
Mi sembra chiaro cosa voglia dire il patron milanista: la sua squadra, quest'anno, ha perso molti punti perchè non ha adottato le sue tattiche, prime fra tutte la celeberrima "vinci tutte le partite" e l'infallibile "segna sei gol agli avversari". E' evidente che se non si seguono queste illuminate istruzioni, si finisce per buttare via una stagione.
Ancelotti, anche tu: ogni volta che si avvicinava il novantesimo, potevi dire alla squadra di metter dentro un paio di pere.
Parlando della seconda parte dell'articolo, si scende ancor più nell'inverosimile. Voglio dire, se addirittura Ancelotti, il tecnico più aziendalista della storia, si rifiuta di far scendere in campo dal primo minuto l'acquisto più costoso della società, dopo averlo potuto ammirare in allenamento tutti i giorni, magari qualche problemino c'è.
Ancelotti, ancora tu: bastava mettere Dinho dall'inizio, come contro Bologna e Genoa, ed applicare le tattiche di Silvio, e a quest'ora sareste in strada a festeggiare.
Meno male che c'è Leonardo, va.

Ed ora, dedicato a coloro che hanno partorito questo colpo di genio,

"proponiamo questa iniziativa: indossiamo qualcosa di rossonero, che può essere una maglia, un cappello, ma anche una spilla.
Mandiamo a scuola i nostri figli con la maglia di Kakà, noi magari indossiamo un braccialetto rossonero.
Dobbiamo far capire, in questo modo, che il Milan siamo noi e che non si vendono i gioielli di famiglia."
(da un commento sul blog di settore, preso presumibilmente da un forum milanista)

e, in generale, a tutti gli amici milanisti convinti che Kakà si affaccerà di nuovo alla finestra, ecco qua l'ultima dichiarazione del mio più assiduo fornitore di minchiate, Adriano Galliani:

La conferma della cessione di Kakà arriva direttamente dall’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani: “ll Milan non può perdere 70 milioni di euro ogni anno. Anche il cuore deve confrontarsi coi numeri, ma non stiamo smobilitando. Arriverà un grande attaccante, una mezzapunta, visto che il prossimo anno giocheremo col 4-3-1-2“. E ancora: “Pato, Pirlo e Seedorf sono incedibili. I tifosi? Spero capiscano - spiega l’ad intervistato dalla “Gazzetta dello Sport” - Ricky al Manchester City non voleva andare, a Madrid invece sì. Il giocatore si è sempre comportato bene con noi, non ha mai chiesto adeguamenti o prolungamenti di contratto. E’ stato qui sei anni vincendo tutto quello che c’era da vincere“.
Galliani poi accenna alla futura campagna acquisti del Milan: “Non ci stiamo ridimensionando, non arriveranno Amauri o Adebayor, nè giocatori del Real, ma un grande attaccante, uno che giochi nella posizione di Kakà. Il Milan è pronto a ripartire, per tornare a vincere“.

Capito, gonzi?
Si dà il caso che vi stiano vendendo i gioielli di famiglia.
Dopo l'amputazione, da quel che so, si ingrassa e crescono le tette.
Auguri.
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mercoledì 3 giugno 2009

UN ANNO DI TRIONFI - PT.2

mercoledì 3 giugno 2009 5
Secondo appuntamento con "Un anno di trionfi": ecco altre gustose perle, a cominciare dalla mitica prima pagina della Gazzetta del 3 novembre:

Milan batte Napoli 1-0 con autogol di Denis (anche se, a quanto pare, se Ronaldinho batte una punizione e poi un tizio segna di testa, il gol lo danno ugualmente al dentone) e balza in testa alla classifica.














"Il gruppo invece di sfaldarsi si è rinsaldato. Merito anche della leadership di Kakà. Per lo scudetto non c'è solo l'Inter, il Napoli terrà fino alla fine"
Carlo Ancelotti, 3 novembre 2008.
Ha tenuto quasi fino alla fine.

"L'idea sarebbe quella di restare in testa, siamo attrezzati per questo. Ma non ho facoltà divinatorie e non posso sapere se sarà effettivamente così. Dopo 2 giornate era tutto in disastro, e Ronaldinho era solo una figurina. Ora ci ha fatto vincere il derby e la gara con il Napoli. Il nostro problema è l'assenza di Nesta che è fermo.
Adriano Galliani, 3 novembre 2008

Ronaldinho: "Abbiamo la 'cabeza' per restare in testa al campionato". Ancelotti: "Ora inizia un altro campionato"
La Gazzetta dello Sport, 3 novembre 2008

"Il Milan decolla"
Sportmediaset.it, 3 novembre 2008

"Vedrete quando tornerà Pirlo. Rientrerà e giocheremo meglio. Non vedo che l'ora, anche se senza di lui la squadra è diventata più solida ma con meno qualità. E lui resta insostituibile. Il segreto del primato è volontà e sacrificio"
Carlo Ancelotti, 3 novembre 2008.
Saranno cazzi per tutti, quando tornerà Pirlo.

MILAN 8 - Voto che premia più il primo posto ritrovato dopo quattro anni, che la qualità della prestazione contro il Napoli. Quarta vittoria consecutiva, strameritata ricordando anche il palo di Kakà, ma favorita dall'espulsione di Maggio e dalla deviazione di Denis sulla punizione di Ronaldinho. Un successo frutto di una grande spinta di una squadra affamata di scudetto.
Alberto Cerruti, 3 novembre 2008

"Milan finalmente in testa? Lo merita. Il Milan garantisce a tutti, sia a chi sta davanti alla tv che a coloro che vanno allo stadio, qualche momento di vero calcio e di grande divertimento".
Silvio Berlusconi, 5 novembre 2008

"Scudetto e Coppa Uefa al mio Milan"
Kakà, 8 novembre 2008

"Milan sempre in debito con la fortuna"
Carlo Ancelotti, 8 novembre 2008
Un po' quanto gli obbligazionisti Parmalat sono in debito con Tanzi.

"Sara' un campionato equilibrato, non sono ipotizzabili fughe"
Carlo Ancelotti, 10 novembre 2008
Fughe? Bah.

"Contro l'Inter sarà derby fino a maggio"
Clarence Seedorf, 13 novembre 2008
Ma anche fino a luglio, guarda.

Borriello k.o. in allenamento. Sospetto stiramento
La Gazzetta dello Sport, 14 novembre 2008.
E' tosto, ragazzi.

"Sheva non si tocca, ora ricomincera' a giocare"
Adriano Galliani, 17 novembre 2008

"Pirlo un asso per il nostro poker? Direi che Andrea è una Scala reale"
Adriano Galliani, 20 novembre 2008

"Pirlo per noi è un giocatore fondamentale"
Daniele Bonera, 21 novembre 2008

"Farina è scarso. Non capisce niente, sono stato derubato"
Kaka Kaladze, 23 novembre 2008.
Tu invece sei talentuoso.

Rientra Pirlo: 2-2 col Torino.
23 novembre 2008

"In Uefa siamo messi bene"
Adriano Galliani, 26 novembre 2008
Lo so io come siete messi voi. E non solo in Uefa.

"In futuro vorrei giocare in Premier. Ogni tanto parlo con Robinho e con Elano a proposito del City, ma non so. Sono contento del fatto che vogliano strapparmi al Milan, ma penso sia molto difficile"
Kakà, 27 novembre 2008

"Mi dispiace tantissimo che ora la differenza tra noi e l'Inter sia diventata di sei punti, ma nelle prossime partite li raggiungeremo"
Kaka Kaladze, 2 dicembre 2008
Prima di Natale, il sorpasso.

Seconda gara per Pirlo: Palermo-Milan 3-1
Ancelotti: "Non è ancora in condizioni ottimali. Questi sono passaggi inevitabili per ritrovare la miglior condizione di Pirlo che ha anche una tibia che gli dà un po' di fastidio"
Tuttosport, 2 dicembre 2008
Sempre detto, Pirlo è fondamentale.

"Questa partita servirà come riscatto, non è per niente scomoda"
Carlo Ancelotti, pre Milan-Lazio di Coppa Italia, 2 dicembre 2008

"La Lazio caccia fuori il Milan"
La Gazzetta dello Sport, 3 dicembre 2008
Il riscatto è un piatto che va servito freddo.

Gallas: "Pronto ad andare al Milan". Fabregas: "Milan prima scelta"
La Gazzetta dello Sport, 4 e 5 dicembre 2008
Tutti vogliono questo straordinario Milan.

"Non sono preoccupato"
Adriano Galliani, 5 dicembre 2008

Subito fuori in Coppa Italia, lontani in campionato nella stagione senza Champions. Cosa sta succedendo al Milan? Proviamo a capire cosa sta succedendo ai rossoneri.
La Gazzetta dello Sport, 5 dicembre 2008- articolo di Andrea Schianchi.
Sì, quello del mezzo Meazza che sarebbe uscito dallo stadio sbilanciato dall'ennesima finta di Ronaldinho.

"Sono pronto a riconquistare il mondo"
Ronaldinho, 6 dicembre 2008
Uno da Milan.

"Inter, arriviamo"
Kakà, 7 dicembre 2008
Eccoli.

"Io sono Ronaldo"
Pato, 8 dicembre 2008.
Mah.

"Juve, non ti temo. Quando vinciamo a Torino poi è scudetto: non ho paura dei confronti diretti"
Adriano Galliani, 9 dicembre 2008
Fai bene a non avere paura, Adri.

"Juve-Milan è il derby d'Italia"
Andriy Shevchenko, 10 dicembre 2008
Con la B maiuscola (cit.).

"Abbiamo avuto due colpi brutti e negativi e cioè gli infortuni di Nesta e Gattuso"
Silvio Berlusconi, 12 dicembre 2008
Due diciottenni come loro infortunati. Quando la sfiga ci si mette..

"Grande Juve: 4-2 al Milan"
La Gazzetta dello Sport, 14 dicembre 2008

"Credo che sicuramente una reazione ci sarà"
Carlo Ancelotti, 14 dicembre 2008
Penso che nei bagni ci sia stata sicuramente qualche reazione.

"Il Milan è incredibile, mi sto già innamorando. Sono eccitato"
David Beckham, 20 dicembre 2008
Ha visto un tackle di Favalli e si è bagnato.

Milan scatenato sotto gli occhi di Beckham: 5-1 all'Udinese.
Galliani esalta il Ka-Pa-Ro: "E' il trio delle meraviglie" "Un desiderio per il 2009? La salute dei nostri giocatori"

La Gazzetta dello Sport, 22 dicembre 2008
Ti consiglio il trio Vavà-Farfan-N'gul. Si adatta a meraviglia a te e al Milan.

"Vincere il campionato sarà molto difficile, ma lotteremo fino alla fine e centreremo anche la Uefa"
Carlo Ancelotti, 29 dicembre 2008

"Borriello fuori un altro mese"
La Gazzetta dello Sport, 30 dicembre 2008.
Oh, se è tosto, è tosto.

A domani, con la puntata clou di questa serie mozzafiato: lo speciale Kakà-Manchester City-Dio.

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