giovedì 29 aprile 2010

COMPAGNO MOU

giovedì 29 aprile 2010

Nel calcio di oggi, nel calcio dell’applicazione, dei minimi dettagli, della disciplina, c’è ancora chi si ostina a dire che l’allenatore non incide poi così tanto sui risultati di una squadra. E a dirlo non sono, che so, Vocatelli o Paolo Ziliani, ma anche personaggi illustri (uno su tutti: Capello).

Pensandoci bene, questa tesi non è del tutto sbagliata: la maggior parte degli allenatori, rappresentata dai mediocri, dai banali, dagli scaldapanchine, effettivamente non influisce granché sui destini delle proprie squadre. Il fatto è che i sostenitori di questa corrente di pensiero asseriscono che l’allenatore non può incidere più di un 15% sui risultati del suo team. E questa, anche e soprattutto alla luce di ciò che abbiamo visto negli ultimi mesi, è una gran boiata.

Proviamo ad immaginare di essere un calciatore importante. Proviamo ad immaginare di essere, per dirne uno, Samuel Eto’o. Samuel Eto’o ha vinto tutto, più volte; è universalmente apprezzato come grande campione ed è, a ragione, considerato un esempio da milioni di persone, in special modo dagli africani. Ha, insomma, tutte le ragioni per riternersi un fuoriclasse, un intoccabile. Può pretendere un ruolo da protagonista in tutte le squadre del mondo.

Ecco, immaginiamo di essere lui. Un bel giorno, cambia squadra, e il suo nuovo allenatore è, per dirne uno, Alberto Zaccheroni. Alberto Zaccheroni sopra Lugano non lo conosce nessuno, Eto’o non è in grado nemmeno di pronunciare il suo nome e quando se lo trova davanti per la prima volta lo scambia per il magazziniere.

Zac ha in mente un ruolo particolare per Eto’o: vuole farne un’ala in grado di sopportare entrambe le fasi di gioco, vuole che si sacrifichi per il bene della squadra, in ogni partita. Samuel vorrebbe, chiaramente, continuare ad occupare il ruolo che tanto bene ha dimostrato di saper interpretare in passato: lui è un centravanti, si sente un centravanti e vuole giocare in quella posizione. Ma è in un grande club, e accetta il ruolo che il mister ha designato per lui.

Poniamo adesso che, per tre-quattro partite di fila, le cose per Samuel vadano male. Il nuovo ruolo gli va stretto, non trova intesa con i compagni, è nervoso e gioca al minimo delle sue possibilità. Inizia a montare, sempre più, lo scetticismo nei confronti della nuova posizione e, soprattutto, nei confronti dell’allenatore. A questo punto, gli scenari possibili sono due: o il giocatore continua a dare fiducia al tecnico e dà tutto per migliorare la propria situazione, convinto che ci sia una ragione ben precisa per la quale l’allenatore lo utilizza in quel ruolo e che questa scelta pagherà, oppure questa fiducia viene definitivamente meno, il giocatore si impunta e viene praticamente perso, diventando un grosso problema per la squadra.

Ecco, se l’allenatore che si trova davanti sia chiama Alberto Zaccheroni, è facile che Samuel Eto’o pensi, a ragione, che le innovazioni tattiche che gli vengono proposte siano delle clamorose assurdità e le ripudi del tutto, lasciando da solo il tecnico (anche nel caso in cui questi avesse ragione). Se invece il tuo tecnico si chiama Josè Mourinho, ed è circondato da quell’aura di infallibilità che lo caratterizza, a Samuel Eto’o non viene in mente neppure per un secondo che l’uomo che lo costringe a farsi un mazzo tanto sia un ciarlatano. E’ qui che passa, soprattutto, l’alta percentuale di incidenza di un allenatore sulla sua squadra.

Mourinho è un grande tattico, un genio che riesce a plasmare una squadra in grado di lottare per qualsiasi obiettivo, contro qualsiasi avversario. E, oltre a questo, è un grandissimo, enorme, infinito comunicatore. Non per quello che fa davanti alla telecamere, ma per il magnifico lavoro che fa con ognuno dei suoi giocatori. Per come riesce a trasmettere ad ognuno di loro la sua grinta, la sua fiducia, la sua forza. Per come riesce a convincere star acclamate a fare un lavoro da muli, senza che questi dubitino delle sue scelte. Per come è riuscito a creare una Squadra, quarantacinque anni dopo.

E’ un comunista del calcio. Uno che punta all’annientamento del singolo in nome del bene comune. Ogni mossa, ogni movimento dei suoi giocatori è finalizzato alla vittoria della squadra, e non a quella del singolo, del fuoriclasse, del genio. Al trionfo di quella entità collettiva che si pone al di sopra di qualunque altra cosa, all’entità alla quale tutti devono sottostare e in nome della quale tutti devono lavorare, con fatica, disciplina, abnegazione. E’ un comunista, un estremista, ed ha instaurato il suo regime proprio nella nostra squadra, nella nostra Inter. E il comunismo, nel calcio, funziona.

Non so fare delle percentuali a proposito del suo contributo nei risultati fin qui ottenuti, ma credo che non ci siano dubbi sul fatto che la sua incidenza sia alta, altissima. E’ lui, il grande protagonista di questa annata, che si perda o che si vinca. E’ grazie a lui che siamo tornati ad essere un grande d’Europa e che, soprattutto, possiamo permetterci di guardare negli occhi chiunque. Nessuno è più in grado di spaventarci. Anzi, direi proprio che la questione si è capovolta.

Per questo, non è vero che gli allenatori non incidono più di tanto sulle loro squadre. Gli allenatori, se preparati, incidono molto.

Se si chiamano Josè Mourinho, poi, incidono ancor di più.

18 commenti:

Franx ha detto...

Caro Grappa, ti leggo spesso e trovo che i tuoi post siano sempre fantastici.
Questa volta però, consentimi di essere in disaccordo con te. E' evidente che, pur accumunati dalla fede nerazzurra, abbiamo idee politiche diverse.
Quanto a Mou, concordo su quasi tutto. Per me è il Vate, il Profeta, il Messia ma, please, non dargli mai più del compagno.
Rigore, ordine, disciplina, pieno rispetto delle regole da parte di tutti non sono esattamente concetti sinistrorsi.
Forza Inter e... onore al CAMERATA MOURINHO!
P.S.: scusa lo sfogo, lasciamo fuori la politica e parliamo di calcio, OK?

Lanerosso ha detto...

Io voto per Compagno.
Suona molto megliu, viva la falce e viva il martellu

Grappa, ma non e' che hai scritto questo post per far tornare Fabregas?

Che poi, dov'e` andato? Non e' che sta cercando di rubare la mentalita' europea all'Inter?

Anonimo ha detto...

Secondo me hai perfettamente espresso, meglio di 100 editoriali, quale è la grandezza di Mourinho e del perchè l'Inter è ancora in lizza in 3 competizioni, mentre qualsiasi squadra italiana avrebbe già mollato campionato e coppa italia. Bellissimo e lucidissimo articolo

Mark

maurice ha detto...

Franx fascista di merda, vergognati

nonantolaslim ha detto...

Che schifo questi commenti fascistoidi.
Berluskoni è proprio riuscito a sdoganare questi atteggiamenti e questi ideali malsani.

Grazie comunque per il post Grappa, qui in Emilia ci emozioniamo ancora per certi termini.

Viva Milly Moratti.
Inter o Muerte.
Fino alla vittoria, sempre.

slim

Anonimo ha detto...

ah,la democrazia

tangiamo ha detto...

tralasciando "mia personale opinione" politica,
il fatto che ognuno "voglia" proiettare il Mou nel proprio ideale politico (e viceversa) e "ci riesca" (con ideali agli antipodi) fa riflettere...

Grappa e Vinci ha detto...

beh
il comunismo non è il mio ideale politico
ho proiettato lì mou semplicemente perché ogni elemento della squadra lavora esclusivamente per il bene comune
e il bene del singolo non è contemplato

(detto questo, il Mou "comunista del calcio" è solo una postilla dell'articolo, anche se prevedibile che si sarebbe parlato solo di questo)

tangiamo ha detto...

ah grappa, vecchio volpone :D

guardavo più al post di Franx... mi lasciava "un po' così", l'effetto che fa quando si parla del Mou...

tangiamo ha detto...

... nel senso che riferendosi al mister, si può dire tutto e il contrario di tutto e non essere banali (e in ambito politico, fa ancora più strano)

forse è per tutta l'emotività annessa e connessa che ci accomuna nel parlare del personaggio...

Grappa e Vinci ha detto...

sì, penso anch'io
evidentemente è amato a tal punto che si cerca di ricondurlo alle proprie credenze

Grappa e Vinci ha detto...

Lanerosso, fabregas è sotto casa di berlusconi a cantare "non si vende leòòò"

Yuri Buccino ha detto...

Bellissimo articolo, la politica non centra. L'Inter oggi vince perchè è finalmente un COLLETTIVO. Nel calcio i singoli possono apparire preziosi ma non producono nulla. Solo con squadra operaia come quella vista a Barcellona si può vincere.

Franx ha detto...

@ Grappa @ Tangiamo @ Yuri Buccino
Concordo con voi... d'altronde un personaggio come Mou, specie dopo mercoledì sera, in questo momento potrebbe chiederci qualsiasi cosa...
Ha reso questi ragazzi una squadra vera, solida, dove tutti sono pronti al sacrificio per il raggiungimento di un obiettivo comune!

@ Maurice
Vergognati tu!!! Io non ho assolutamente offeso nessuno, bensì evidenziato solo una divergenza di opinioni (come, ad esempio, ha fatto Lanerosso nei miei confronti in maniera del tutto civile ed educata). E.O.T.

maurice ha detto...

No, mi spiace, tu sei il fascista, ergo tu ti devi vergognare, non certo io che con la tua merda culturale né col comunismo non ho niente a che fare.

Melito ha detto...

maurice ma scusami ma sei impazzita? sai cos'era il fascismo? Franx non ha fatto alcuna considerazione riconducibile alla filosofia fascista.

Cerca di avere rispetto per le persone che non conosci!

maurice ha detto...

Senti, Melito, Maurice non è un nome di donna. Non che mi offenda, perché comunque non sono omofobico come te e i tuoi amici-balilla. Se per te dire ONORE AL CAMERATA non è riconducibile al fascismo, quello che non sa cos'era il fascismo sei proprio tu. Maledetta amnistia togliattiana... Verrà il giorno in cui finiremo il discorso interrotto 65 anni fa...

Anonimo ha detto...

onestamente il commento di maurice sembrava molto più fascista dato il contenuto,a parte che la politica in questo contesto non c'entra un cazzo,qui teoricamente c'è libertà di opinione

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