Il grande eroe del vessillo rossonero, l'impavido paladino delle cause leonardiane, il protettore dei Gonzi, sì, insomma, lui, "El Pibe de Piombo", si sentiva da tempo inespresso.
La virulenta consistenza del suo piede, ormai divenuta incontrollabile, lo esponeva troppo spesso a magre figure, indecorose per un fromboliere della sua fam(e)a. Sul campo non era più lo stesso: sempre più di frequente, la condizione del suo piede piombato faceva sì che, tentando di impattare col pallone, praticasse profondi carotaggi del terreno. Tutto ciò lo rendeva instabile, mentalmente e fisicamente; non di rado, ai trivellamenti seguiva una rovinosa caduta, che contribuiva a montare il nervosismo del povero Pibe.
Un giorno, durante una partita d'allenamento contro una squadra di qualche categoria superiore, qualcosa nel nostro eroe cambiò.
Durante una concitata azione offensiva, tentò di scagliare verso la porta un tiro dei suoi, evidentemente non ricordandosi dell'ingenza del suo piede. Cosa accadde, potete ben immaginarlo.
Con quel tentativo, Piombito aprì sotto di sè una fossa di trenta metri di profondità, rotolando poi a terra come da copione. Stavolta, però, non accettò di buon grado l'accaduto come le altre volte: la sua rabbia esplose, e cominciò a divincolarsi in preda a forti spasmi, sotto gli occhi attoniti e preoccupati dei presenti.
Da quella sera, el Pibe de Piombo non fu più lo stesso. Le preoccupazioni che aveva tenuto celate dentro di sè per tanto tempo vennero fuori impetuosamente, tutte d'un colpo.
Decise di cercare in tutti i modi una soluzione al suo problema: consultò i migliori specialisti e vagliò tutte le possibili ipotesi, dall'impoverimento del metallo alla dieta per la perdita del peso specifico, ma invano. Nessuna cura, nessun metodo poteva aiutarlo. Sarebbe stato costretto a convivere per sempre con la sua piaga.
La situazione precipitò, e il povero Pibe non sembrava davvero in grado di resistere ancora per molto. Tutto andava continuamente peggiorando, finchè un giorno, totalmente rassegnato, il povero protettore dei Gonzi decise di farla finita.
Pensando ad un modo per levare le cuoia, però, non gli venne in mente alcunchè. Decise allora di fare una ricerca su internet, in modo da scovare le tecniche di suicidio più cool.
Trovata qualche buona idea, decise, come ultimo gesto prima del trapasso, di visitare prima il sito della sua ormai ex società, e poi quello della squadra di qualche categoria superiore. La sofferenza al pensiero dell'ultima gara che aveva disputato era tanta, ma decise lo stesso di dare un ultimo sguardo al passato prima di lasciare questo mondo ingrato.
Scorrendo le pagine del sito della società di qualche categoria superiore, il nostro notò qualcosa di sorprendente, di meraviglioso, di impensabile. Lo store della società vendeva un prodotto unico, un qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato. Era la soluzione a tutti i suoi problemi, era ciò che gli avrebbe salvato la vita.
Era il pallone di marmo.
Con le lacrime agli occhi, il Pibe gettò via l'editoriale di Luciano Moggi per mezzo del quale intendeva compiere l'estremo gesto e alzò le braccia al cielo, osannando e ringraziando l'Onnipotente per averlo illuminato proprio pochi secondi prima del peccato.
Con la sfera marmata, avrebbe finalmente potuto sentirsi sè stesso ed esprimersi in tutta la sua arte, senza più limitazioni, senza più paure. La gioia era grande, nel cuore del Pibe de Piombo: coloro che gli avevano quasi tolto la vita, gliel'avevano restituita più bella che mai. Per lui, quel giorno iniziò una nuova esistenza, all'insegna della gioia e della felicità.
E allora, evviva! Evviva la vita, evviva El Pibe de Piombo, evviva il pallone di marmo.
La virulenta consistenza del suo piede, ormai divenuta incontrollabile, lo esponeva troppo spesso a magre figure, indecorose per un fromboliere della sua fam(e)a. Sul campo non era più lo stesso: sempre più di frequente, la condizione del suo piede piombato faceva sì che, tentando di impattare col pallone, praticasse profondi carotaggi del terreno. Tutto ciò lo rendeva instabile, mentalmente e fisicamente; non di rado, ai trivellamenti seguiva una rovinosa caduta, che contribuiva a montare il nervosismo del povero Pibe.
Un giorno, durante una partita d'allenamento contro una squadra di qualche categoria superiore, qualcosa nel nostro eroe cambiò.
Durante una concitata azione offensiva, tentò di scagliare verso la porta un tiro dei suoi, evidentemente non ricordandosi dell'ingenza del suo piede. Cosa accadde, potete ben immaginarlo.
Con quel tentativo, Piombito aprì sotto di sè una fossa di trenta metri di profondità, rotolando poi a terra come da copione. Stavolta, però, non accettò di buon grado l'accaduto come le altre volte: la sua rabbia esplose, e cominciò a divincolarsi in preda a forti spasmi, sotto gli occhi attoniti e preoccupati dei presenti.
Da quella sera, el Pibe de Piombo non fu più lo stesso. Le preoccupazioni che aveva tenuto celate dentro di sè per tanto tempo vennero fuori impetuosamente, tutte d'un colpo.
Decise di cercare in tutti i modi una soluzione al suo problema: consultò i migliori specialisti e vagliò tutte le possibili ipotesi, dall'impoverimento del metallo alla dieta per la perdita del peso specifico, ma invano. Nessuna cura, nessun metodo poteva aiutarlo. Sarebbe stato costretto a convivere per sempre con la sua piaga.
La situazione precipitò, e il povero Pibe non sembrava davvero in grado di resistere ancora per molto. Tutto andava continuamente peggiorando, finchè un giorno, totalmente rassegnato, il povero protettore dei Gonzi decise di farla finita.
Pensando ad un modo per levare le cuoia, però, non gli venne in mente alcunchè. Decise allora di fare una ricerca su internet, in modo da scovare le tecniche di suicidio più cool.
Trovata qualche buona idea, decise, come ultimo gesto prima del trapasso, di visitare prima il sito della sua ormai ex società, e poi quello della squadra di qualche categoria superiore. La sofferenza al pensiero dell'ultima gara che aveva disputato era tanta, ma decise lo stesso di dare un ultimo sguardo al passato prima di lasciare questo mondo ingrato.
Scorrendo le pagine del sito della società di qualche categoria superiore, il nostro notò qualcosa di sorprendente, di meraviglioso, di impensabile. Lo store della società vendeva un prodotto unico, un qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato. Era la soluzione a tutti i suoi problemi, era ciò che gli avrebbe salvato la vita.
Era il pallone di marmo.
Con le lacrime agli occhi, il Pibe gettò via l'editoriale di Luciano Moggi per mezzo del quale intendeva compiere l'estremo gesto e alzò le braccia al cielo, osannando e ringraziando l'Onnipotente per averlo illuminato proprio pochi secondi prima del peccato.
Con la sfera marmata, avrebbe finalmente potuto sentirsi sè stesso ed esprimersi in tutta la sua arte, senza più limitazioni, senza più paure. La gioia era grande, nel cuore del Pibe de Piombo: coloro che gli avevano quasi tolto la vita, gliel'avevano restituita più bella che mai. Per lui, quel giorno iniziò una nuova esistenza, all'insegna della gioia e della felicità.
E allora, evviva! Evviva la vita, evviva El Pibe de Piombo, evviva il pallone di marmo.
4 commenti:
Ahahahah! Il pallone di marmo (che ormai è diventato un cult per tutti gli interisti del web) finalmente è arrivato anche qui!
E' deciso, investirò istantaneamente tutti i miei risparmi per l'acquisto di quell'indispensabile complemento d'arredo, perché sono certo che presto sarà sold out!
P.S.: Mitico Grappa!
ormai non sei nessuno se non hai almeno un paio di palloni di marmo
io ne ho appena ordinati 4
Pezzo fantastico!
Grappa tu non sei normale....
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