Riassunto delle puntate precedenti:
C’è un vecchio cazzone che soffre, un giorno incontra un mostro in un bar e per qualche motivo si convince che sia l’uomo in grado di risolvere i suoi problemi. Insieme a lui e ad un eccentrico barista si mette in viaggio alla ricerca della fonte di ogni suo guaio, che tempo addietro aveva pensato bene di nascondersi in qualche luogo sperduto. Grazie alle dritte di un ferroviere eremita, il vecchio cazzone scopre dove si nasconde il suo nemico e parte all’inseguimento, affiancato dai suoi fidi scudieri.
“Quanto manca?”, chiese Blancos ad Hag Ricol.
“Se continua ad andare così, meno di un’ora. Tra poco dovremo fermarci però, ha bisogno di fare rifornimento”
Carvalho Pazzo cominciò a rallentare. Faceva caldo, e per rendere al meglio aveva bisogno di un altro cocktail di Hag. Poco prima di fermarsi, sorpassò due uomini che sostavano al ciglio della strada.
“Ehi, chi erano quei due?”, disse Blancos.
“Lasciali stare, saranno due disgraziati che vogliono un passaggio. Non abbiamo tempo da perdere”, gli rispose Hag.
“No, ehi, forse non ci siamo capiti. Qua gli ordini li do io, è chiaro? Carvalho, torna indietro, voglio chiedergli se hanno bisogno di qualcosa”.
I due uomini vestivano una fastidiosa tenuta da carcerato, sporca e piena di strappi. Erano molto diversi tra loro, quasi opposti: uno era alto, robusto, rasato, col colorito scuro e la faccia da dinosauro; l’altro, basso, mingherlino, pallido e con un folto caschetto castano. Una sola cosa li accomunava: un’espressione vuota, stanca, desolata. Da pirla.
Vedendoli, lo sceriffo fu molto colpito dalla loro emotività. Dentro di sé, fin da subito, sentì che quei due ragazzi, che sembravano così provati dalla vita, nascondevano qualcosa di inaspettato, qualcosa di grande.
“Ciao, ragazzi. Tutto bene?”
“……”
“Avete bisogno di un passaggio?”
“Não entendemos o que você diz”
“Eh?”
“Aspeti, scerifu, sonu do mio paese. Sci parlu io”
[Carvalho e i due confabulano]
“Dicuno che sono appena shcapati da prijione”
“E che pensano di fare?”
“Niente. Voglionu rimanere lì dove sonu, e nun fare niente”
“Ma come, niente? Ma se è evidente che questi ragazzi hanno tanto da dare al mondo! Su, su, dì subito loro di unirsi a noi, che abbiamo bisogno di braccia e gambe forti. Chiaramente, li ricompenserò lautamente: metà del sacco delle cibarie è loro. Ma che dico metà, tre quarti! Se lo meritano, saranno fondamentali”
“Ma, scerifu, e noi cosa mangiamu?”
“Zitto tu! Serve a loro il cibo! Noi ci nutriremo di cactus e scorpioni! E ora, forza, digli quello che ti ho detto”
I due, visibilmente stupiti dalle parole di Carvalho, accettarono subito, rivelando addirittura una punta d’entusiasmo. Il pistolero ed Hag, visibilmente contrariati, dovettero trattenersi dal protestare per i nuovi ingaggi: lo sceriffo sembrava veramente convinto, e non sarebbe tornato sui suoi passi.
“Allora, dobbiamo organizzarci un po’. In quattro su Carvalho non ci stiamo, quindi abbiamo bisogno di un’altra vettura”. Blancos rivolse lo sguardo verso il più esile dei due, quello col caschetto. “Che ne dici di essere tu, l’altra vettura?”
Il pistolero tradusse, e il ragazzo accettò. Subito si caricò in spalla Blancos, mentre il suo amico e Hag Ricol montarono su Carvalho, che si era appena rifornito con tre shottini preparati dalle sapienti mani dell’alchimista del gruppo.
“Voglio provarlo così, senza aiuti da parte tua, Hag. Secondo me questo è una forza della natura!”
La comitiva si rimise dunque in viaggio. La terra promessa, la casa di Mo Ratos, si avvicinava sempre più, e con i due nuovi acquisti sembrava ancor più vicina.
Il ragazzo col caschetto, nei primi minuti di trotto, si rivelò effettivamente un portento. Teneva senza problemi il ritmo di Carvalho dopato, mostrando anche di essere in grado di alzare ulteriormente il ritmo. Tutti i presenti furono incantati dalle sue doti, e cominciarono ad accostarlo ai grandi mezzi di locomozione del passato, tirando fuori anche qualche paragone scomodo.
“Visto, che vi avevo detto? Questo ragazzo è un fenomeno! Io difficilmente mi sba..”
Blancos, prima ancora di terminare la frase, si ritrovò con la faccia stampata in terra. Aveva fatto un volo di diversi metri, atterrando per fortuna su un cumulo di sabbia, che aveva attutito il colpo. Poco più indietro, il “fenomeno” sostava immobile al centro della strada.
“Ma..sput..che..sput..che cazzo è successo?? Carvalho, ehi, fermati..sput..vagli a chiedere cos’ha, perché si è fermato”
Carvalho tornò pochi secondi dopo. “Scerifu, pare che si sia insceppatu”
“Come sarebbe a dire, inceppato? Ma di cosa stai parlando?”
“Cusì mi ha detu”
Nel frattempo, l’altro, quello con la faccia da dinosauro, si defilò e prese a vomitare.
“E questo, ora, cos’ha?”, disse Blancos.
Il pistolero gli si avvicinò e cercò di parlargli. “Disce che soffre il mal d’auto, da pochi mesi. Disce che l’annu scorsu non aveva di questi prublemi, è da quandu gli hanno fattu metere questa divisa da carsceratu”
“Oh, merda. E ora, che si fa?”
Hag Ricol, sbuffando, tirò fuori il suo armamentario. “Tocca a me inventarmi qualcosa per rimediare alle stronzate dello sceriffo. ‘Saranno fondamentali, vedrete!’. Ma muori, vecchio rincoglionito, solo tu potevi raccogliere ‘ste due carcasse dalla strada”, pensò riempiendo gli alambicchi di strani liquidi.
Il tramonto sopraggiunse, e la comitiva cominciò a sistemarsi per la notte. Con i due nuovi acquisti in quelle condizioni, era impensabile proseguire oltre, e lo sceriffo decise di lasciar trascorrere qualche ora prima di rimettersi in viaggio. Così, mentre Hag mescolava intrugli, Carvalho si mise a preparare una cena sontuosa. I due, intanto, non miglioravano: il fenomeno era ancora piantato al suolo, mentre l’altro continuava a tossire e a non darsi pace.
“Ok, è pronto”, disse Carvalho. All’udire di queste parole, lo sguardo dei due si illuminò improvvisamente, e in un lampo, guariti dai loro acciacchi, si precipitarono nei pressi del pentolone, armati di posate e bavaglio. Come da contratto, spazzolarono i tre quarti della cena, lasciando agli altri una carota ed un’oliva a testa. Hag e Carvalho, infuriatissimi, si trattennero dallo scuoiare Blancos e si allontanarono di un po’ per sbronzarsi, mentre lo sceriffo, guardando i nuovi acquisti, già ronfanti e pieni di macchie di sugo su faccia e vestiti, si chiedeva se davvero ingaggiarli fosse stata la scelta migliore. Il rognoso e nerissimo cane da guardia di Mo Ratos si annunciava un avversario tosto, e le ultime notizie lo davano ancora più arrogante e polemico del solito.
Non ci sarebbe stato spazio per errori.
FINE QUARTA PARTE
8 commenti:
La vera storia di Diego e Felipe Melo: capolavoro assoluto! Grande Grappa!
hahahaha!! spettacolare! XD
dannette troppo buona nananana
si ciro il progetto va avanti.....di distruggere una squadra
Blanc si che se ne intende di calcio
forza milan sempre e comunque
Bravissimo! Ci voleva, nella settimana dell'ammore.
potrei anche rincarare la dose e dirvi che, grosso modo, la quinta puntata è già pronta. Ed è piena di colpi di scena
ok, è pronta la quinta puntata.
prima di pubblicarla, però, bisogna far salire la suspance
quello col caschetto bruno pensavo potesse essere Alex "uccellino carcerato" Del Piero, ma poi ho capito che il filone era brasiliano.
aspetto il quinto canto.
Meglio di Sentieri.
Ma non è che per caso Galliani fa una telefonata che sposta la casa di Mo Ratos e devono camminare per altri due giorni prima di raggiungerla?
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