giovedì 21 gennaio 2010

LO SCERIFFO BLANCOS – PT.5 - 2° TEMPO

giovedì 21 gennaio 2010

Nel giro di una mezz’ora, nella quale Hag aveva curato i reduci dalla lotta, un vasto pubblico di persone, una quarantina circa  (di cui trenta abbonati) arrivò nei pressi della villa. Blancos disse loro di montare sulle mura e di cominciare con i cori. Una volta arrampicatisi, però, ai supporters si gelò il sangue: la vista dell’arrogante cane negro li sconvolse, toccandoli nel profondo. Dì lì a poco, i loro cuori furono colmi di rabbia, e, all’unisono, presero ad intonare insulti contro l’animale. 

La bestia cominciò ad innervosirsi, dando calci in giro e sbuffando vistosamente. Più sbuffava, più i supporters si caricavano, e l’odio montava. I cori si facevano sempre più ostili, l’atmosfera era caldissima: il negro pareva accusare il colpo. Qualche insulto dopo, la svolta: raggiunto il limite di sopportazione, il canide, rivolgendosi ai tifosi, prese ad applaudire polemicamente l’atteggiamento nei suoi confronti.

Il cielo, d’un tratto, si oscurò. Una luce divina illuminò il cane, spostando tutta l’attenzione su di lui. Un enorme dito indice spuntò dalle nuvole, puntando l’arrogante guardiano.

“Tu…tu…LA PAGHERAI!!!!”, urlò una voce terrificante, proveniente dall’alto dei cieli. Era il dio Tosele, gonfio d’ira. I presenti si inginocchiarono devoti.

“Multa, squalifica, a morte!”, disse ancora la voce. “Prendetelo!”.

Un esercito di soldati scese sul terreno ed ammanettò la bestia, che non oppose resistenza e si avviò con loro, sconsolato.

Blancos, senza parole, non credeva ai propri occhi. Nonostante i due pessimi acquisti, nonostante Carvalho, nonostante Ciro, ora la strada verso Mo Ratos era spianata. Lo sceriffo prese a saltellare in preda al giubilo, arrivando danzando alla porta che introduceva all’interno della villa.

Blancos sfondò la porta ed entrò in casa brandendo una scimitarra. “Dove sei? DOVE SEI? Nasconderti non ti servirà a niente, lo sai, vero? Fuori ci sono i miei uomini, e se ti azzardi ad uscire di qui ti riempiranno di piombo (beh, oddio, non ci scommetterei). Ti conviene uscire fuori subito, pezzo di stronzo!”. Lo sceriffo perquisì tutta la villa con grande attenzione, ma Mo Ratos non si trovava, e nemmeno i suoi amichetti. Neanche con l’aiuto di Ciro e degli altri, entrati anche loro nell’abitazione, saltò fuori qualcosa. Il letto era rifatto, la casa era in perfetto ordine: sembrava che gli inquilini fossero fuori.

Guardando bene in camera da letto, Blancos scovò un voucher con una prenotazione per Forte dei Marmi, che come data di ritorno segnava 28 settembre 1859.

“Ehi, Carvalho, dì un po’, che giorno è oggi?”

“El 15 jugno 1858, perché?”

“Ma porc..”. Blancos andò su tutte le furie, e distrusse completamente la stanza, a mani nude. Buttò giù le mura, sbranò il letto, staccò il lampadario: era scatenato. Ormai disperato, distrutto, svuotato, compié l’estremo gesto: con una mossa brusca, si strappò dal capezzolo le stelle che vi aveva appuntate, aprendo una gigantesca ferita sul suo petto. Il sangue iniziò a sgorgare impietoso, senza sosta. La vita dello sceriffo si stava rovesciando sul pavimento, ma a lui questo non importava. Non avrebbe potuto aspettare tutto quel tempo, sarebbe impazzito prima. Tanto valeva farla finita subito, risparmiandosi la sofferenza.

Hag Ricol, udendo il frastuono, si precipitò subito nella stanza dove giaceva Blancos.

“Sceriffo, no!! Non doveva fare questo!! Io..io..potrei sistemare le cose!”

Blancos, ormai, non era più in grado di udire alcunchè. Hag lo operò d’urgenza, usando l’ormai celeberrimo cocktail di Neoton, Diet Coke e Mentos per placargli il dolore. Dopo qualche ora, l’intervento, riuscito perfettamente, fu concluso, e Blancos riprese i sensi. Grazie alle straordinarie sostanze di Hag, la ferita si stava già cicatrizzando, e nel giro di qualche ora lo sceriffo sarebbe tornato come nuovo.

“Oh, per fortuna sta bene. Un minuto più tardi, e sarebbe morto”

“Grazie infinite Hag, di cuore. Mi hai salvato la vita. Me ne ricorderò, quando tutto questo sarà finito. Senti, dimmi una cosa: stavo forse sognando, oppure hai detto che hai un’idea per sistemare la situazione?”

“No, non stava sognando, ho davvero detto questo. E’ una cosa che mi frullava in mente da qualche minuto, e credo che, sì, forse c’è un modo per far trascorrere velocemente questi mesi”

“Ti prego, dimmi”

“Niente, in pratica..c’è questo mio amico, Adriano si chiama, che ha degli agganci importanti, molto, molto in alto..e, per farla breve, se vuoi posticipare qualcosa, o anticiparlo, ti puoi rivolgere a lui, e di solito qualcosa riesce a fare”

“E..come potrebbe aiutarci?”

“Ma come, non ha capito? Potremmo chiedergli di spostare la giornata di domani a quella in cui tornerà Mo Ratos, in modo da ritrovarcelo qua fra poche ore”

“Ed..ed è davvero possibile una cosa del genere??!”

“Con Adriano, tutto è possibile. Te l’ho detto, che ha le conoscenze giuste. E poi, mi deve un favore”

Hag fece subito la chiamata, mettendosi d’accordo col suo influente amico. Allo scoccare della mezzanotte, la casa fu catapultata nel futuro. Blancos, ormai ristabilito, diede un’occhiata al giornale: la data era il 28 settembre 1859 (sì, a mezzanotte c’era già il giornale. E allora? Che cazzo ne sapete di come funzionava nel West? Magari la gente andava in edicola a mezzanotte e comprava il giornale. Che ne sapete, voi? C’eravate?).

Qualche ora dopo, il cancello della villa si aprì. Il carro guidato da Mo Ratos entrò nel giardino, sobbalzando a causa delle buche. Mo si fermò, e si guardò intorno. C’erano segni di lotta ovunque, e, cosa più importante, il negro guardiano non c’era più.

“Ma..che..cosa sta succedendo, qua?”, mormorò, mentre Blancos lo fissava, dallo spioncino dietro la porta.

FINE QUINTA PARTE

5 commenti:

291103 ha detto...

Beh, complimenti. Riuscire a mettere dentro anche Adriano (e non quello beone) è una cosa che meriterebbe come minimo il premio Pulitzer.

Grappa e Vinci ha detto...

"291103 ha detto...
Meglio di Sentieri.
Ma non è che per caso Galliani fa una telefonata che sposta la casa di Mo Ratos e devono camminare per altri due giorni prima di raggiungerla?"

c'avevi quasi azzeccato, tra l'altro

Dome84 ha detto...

papi grappa sei meglio di galliani.. hai posticipato il posticipo della vicenda.. dal 1859 al 1959.. ah, se lo sapesse beretta... :-)

Grappa e Vinci ha detto...

ho dei seri problemi nello scrivere i numeri :)
ora correggo

Unknown ha detto...

Ottimo racconto, sto ancora morendo dal ridere! Il pezzo del dio Tosele è assolutamente geniale! “Tu… tu… LA PAGHERAI!!!!” XD

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