(nella foto: mettetevi a stimolare Seedorf, se avete le palle)
Leggi tutto...martedì 31 marzo 2009
STIMOLAZIONI
lunedì 30 marzo 2009
I RE DEL MERCATO
ADEBAYOR E DROGBA - Il difensore del Real Madrid rientrerebbe nei parametri del Milan: l'investimento più oneroso verrà fatto per un attaccante, quindi un parametro zero per la difesa sarebbe perfetto. Thiago Silva e Cannavaro: il reparto arretrato sarebbe sistemato. A quel punto si punterebbe tutto sul bomber. Adebayor sarebbe il primo obiettivo, Drogba l'alternativa. E che alternativa.
Mi dispiace, ragazzi, ma c'è posto soltanto per uno di voi: mica prendono ogni stronzo che passa, al Milan.
(nella foto: se non ce l'avessero già, comprerebbero anche lui)
Leggi tutto...domenica 29 marzo 2009
CAPITAN NEOTON
Ebbene, quello di cui sto parlando non è assolutamente un uomo degno di essere portato ad esempio. Anzi.
Molte sue sparate sono state insabbiate, ritrattate o semplicemente dimenticate. Nessuno ricorda più le sue dichiarazioni post-calciopoli, o quel che pensa dei film-denuncia come Gomorra.
In molti paiono essersi dimenticati del grande capitano che si inietta del Neoton in vena , filmando la scena come se stesse facendo il filmino di una cena coi parenti.
Per la maggior parte delle persone, la sua cessione alla Juventus è stata, beh, è stata l'ennesimo sbaglio dell'allegra combriccola interista, specializzata nel regalare campioni alle squadre rivali.
Per queste ragioni, per questa enorme disinformazione che c'è in giro, direi che è il caso di rinfrescare un po' la memoria a tutti.
Si comincia con un grande momento di sport: una bella siringa nel braccio prima della finale di coppa Uefa del 1999. Momento clou dopo il secondo minuto, quando Cannavaro fa finalmente outing dicendo "Questa è la prova che facciamo schifo".
[repubblica.it]
sabato 28 marzo 2009
NUN CE LASSA'
Intanto, mentre noi perdiamo tempo, il Milan ha già chiuso per Adebayor, Eto'o, Messi, Cristiano Ronaldo, Gerrard, Rivaldo, Hugo Sanchez, Bombolo e Jimmy il fenomeno. Leggi tutto...
CI SONO PATRIZIE E PATRIZIE
Andreinha, uno dei tre prestanti compagni di chiacchiere di Ronaldo, quella sera al motel
Patricia, compagna/o di giochi di Adriano nei bagordi di qualche notte fa
Per dire, anche sui trans vi battiamo.
venerdì 27 marzo 2009
DUE ACQUISTI E TORNIAMO GRANDI
(AGM-DS) - 27/03/2009 15.45.53 - (AGM-DS) - Milano, 27 marzo - Carlo Ancelotti rassicura i tifosi rossoneri: "Con due acquisti azzeccati torneremo di nuovo competitivi". Questa la priorità secondo il tecnico del Milan, sempre al centro delle voci di mercato che lo vorrebbero in Spagna dal prossimo giugno. Secondo i bene informati, Ancelotti in settimana avrebbe incontrato il candidato alla presidenza del Real Madrid, Florentino Perez, ma lui nega con decisione: "Non c'e' nulla di vero e poi martedi' non ero a Ginevra".
Il pensiero è rivolto solo al modo migliore per rinforzare una squadra che, da qualche anno a questa parte, esce troppo presto dalla lotta scudetto. Di sicuro al Milan serve un difensore centrale, mentre sul secondo rinforzo si sprecano le ipotesi. Lo stesso Ancelotti lascia aperte diverse piste: "Orientativamente dovrebbe essere un attaccante perche' quel reparto e' da rinforzare. Ma non e' detto che sia una punta di peso perche' abbiamo gia' Borriello". La stagione del Milan, comunque, è tutt'altro che terminata. C'è un terzo posto da mettere al sicuro.
E' il Genoa, secondo Ancelotti, l'avversario più temibile: "E' il piu' vicino, ha meno problemi e piu' entusiasmo". A prescindere da come andrà a finire, Ancelotti non vuole sentire parlare di ciclo giunto al capolinea: "Il ciclo del Milan finira' quando Berlusconi non avra' piu' voglia ed entusiasmo per guidare il club", assicura.
(R. Datasport, DTS)
Massì, in fondo questo squadrone non ha bisogno che di un paio di innesti, uno in attacco e uno in difesa.
Per quanto riguarda il centrocampo, nessuna operazione all'orizzonte: in effetti, quando puoi contare su crack come Emerson, Pirlo e Gattuso, senza dimenticare il ritorno di Brocchi dal prestito, non hai certo bisogno di scandagliare l'Europa e il mondo intero per rinforzarti.
Meglio così, le altre squadre avranno più possibilità di chiudere trattative importanti. Si sa che quando il Milan piomba sul mercato, tutti i migliori giocatori disponibili vengono improvvisamente pervasi dal desiderio di vestire la maglia rossonera; è evidente che la coppa Uefa e la lotta per il preliminare di Champions sono vetrine che fanno gola a molti.
Ricapitolando quindi, due acquisti. La difesa verrà rinforzata con l'acquisto di un centrale, visto che di terzini, col sempre più probabile rinnovo di Favalli, proprio non ce n'è bisogno. C'è poi il 28enne Antonini che scalpita: giusto dare una possibilità anche ai giovanissimi.
Di un portiere, nonostante l'infortunio di Abbiati, neanche l'ombra. Pensandoci bene, una società che dà 4,5 milioni netti all'anno a Dida non deve capirne molto, di portieri.
Per l'attacco, una new entry è annunciata. Mah, questi matti hanno Shevchenko e si buttano lo stesso sul mercato.
Ingordi.
Da queste considerazioni si può facilemente evincere che, anche per il prossimo anno, non ce ne sarà per nessuno. Non so davvero perchè le altre società si affannino a reperire rinforzi in giro: con questo Milan in circolazione, farebbero tutti meglio a dedicarsi a qualche altro passatempo.
(nella foto: un possibile cavallo di ritorno)
RONALDO
Smamma, che sennò chiamo Mario e ti faccio appendere al muro per le mesc.
Questa è la sua ultima versione: moquette in testa, scorta di menti, sguardo fiero, petto in fuori, panza in fuorissimo. Così lo hanno conosciuto i tifosi di quella squadra là, quella che fa tanta beneficenza e si adopera per fornire laute pensioni anche agli anziani più logori; così lo hanno ritrovato i brasiliani, 16 anni dopo la sua partenza per Eindhoven.
Questa roba rappresentata nella foto è il risultato di una carriera insieme gloriosa e sfigatissima, condotta da un uomo per certi versi enigmatico, ingenuo, ingrato, con la faccia come il culo.
No, a guardarlo così non mi viene in mente niente che non sia la sua esultanza con le mani dietro le orecchie. Via, sciò, vai a far compagnia al bellimbusto sopra.
Estate del '97, 8 anni d.M. (dopo Matthaus). Tempi bui per gli interisti e per il calcio in generale: le classifiche sono dominate da una squadra costruita in farmacia e gestita al telefono, come si sarebbe scoperto qualche anno dopo.
A Moratti ancora non girano particolarmente le palle, visto che i suoi primi due anni da presidente non sono affatto andati male, considerando anche le speciali abilità delle squadre rivali. Per cercare di tornare agli antichi fasti, Massimo aveva generosamente aperto il portafogli, realizzando anche, accanto a tonfi dei quali è meglio non parlare, dei più che discreti colpi di mercato come Zanetti, Ince, Djorkaeff, Moriero, Simeone e Roberto Carlos (ahia!una fitta alla pancia).
Il presidente, al tempo, sembra avere una gran voglia di spendere. C'è, in lui, la voglia di un grande colpo, di un acquisto in grado di far sognare i tifosi e di mettere la squadra in condizioni di vincere qualche trofeo.
Moratti un intenditore non lo è mai stato, e men che meno lo era agli inizi della sua avventura interista: questo grande colpo, nell'estate del '97, fatica a trovarlo.
Un giorno, però, a Massimo viene portata notizia di un 20enne brasiliano, rasato, con due denti della madonna e con uno score di circa novecento reti in una stagione con la maglia del Barcellona. Guardando i suoi video, MM giunge alla conclusione a cui sarebbe arrivato anche un 9enne (come il me di allora in primis): questo va preso, questo è buono.
Tra il dire e il fare, per una volta, non c'è di mezzo niente. Moratti va al deposito, prende una cinquantina di sacchi e manda in Spagna, in cambio di un aitante ed avvenente giovanotto di Rio de Janeiro.
Cinquanta sacchi in cambio del più forte giocatore al mondo, in cambio di un'attrazione vera, di un alieno, di un qualcosa che su un campo di calcio (ma anche di basket, di pallavolo, di tennis e di tutto il resto) non si era mai visto.
Fin dal primo, straordinario anno, tutti gli interisti amano alla follia questo ragazzo capace di cose impossibili. L'Inter è al centro del mondo: è la squadra del Fenomeno.
Per me, che avevo cominciato da poco a "tifare", quel dentone brasiliano era più che un idolo. Era una religione, era il mio Dio, era qualcosa che mi rendeva veramente felice. Ci vedevo, oltre che un fuoriclasse immenso, anche un bravo ragazzo, un bell'esempio per tutti, uno che nonostante la celebrità non aveva dimenticato le sue umili origini; uno mai sopra le righe, mai inopportuno, un grande professionista. Aveva tutto per entusiasmare gli adulti, figuriamoci i bambini.
Poi, dopo quell'anno che, nonostante la vergogna che lo ha macchiato indelebilmente, rimane comunque bellissimo, l'inizio della fine. Un grande Mondiale, chiuso come tutti sappiamo. Una stagione a mezzo servizio, nella quale riesce comunque a tirare la carretta in mezzo alla bufera, fermato solo da una brutta serie di infortuni, l'ultimo dei quali piuttosto serio.
La sfiga pare non abbandonarlo: anche l'annata successiva comincia male, con un brutto guaio al ginocchio sinistro. Sei mesi fuori.
Mesi di riabilitazione, di allenamenti in solitudine, in preparazione del grande rientro, quello atteso da tutti. Sullo sfondo, una squadra bruttissima che senza il suo faro stenta come sempre, guidata da un allenatore ancora più squallido.
Poi, finalmente, il ritorno. Tutti davanti alla televisione, tutti bramanti, vogliosi di rivederlo dare spettacolo sul campo. Cinque minuti, un paio di squilli, tutto sembra andar bene. Poi uno scatto, una finta, un'altra, e il tendine rotuleo del ginocchio destro saluta e se ne va, portandosi con sè un bel pezzo di quel centravanti unico ed irripetibile.
Due anni di stop, carriera a rischio. Una serata di tristezza e lacrime per tutti, lui soprattutto.
La botta è di quelle forti, di quelle che i più non riuscirebbero a reggere. Lui invece trova la forza per rialzarsi, aiutato da una società che gli è sempre stata vicina e soprattuto da un uomo, Massimo Moratti, che lo ha amato anche forse più di noi.
Un anno e mezzo dopo torna in campo dal primo minuto. E' il 9 dicembre 2001, l'Inter gioca a Brescia, lui fa come se niente fosse accaduto e segna uno dei due gol che regalano la vittoria alla sua squadra.
E' l'inizio della rinascita. Prisco, che morirà 3 giorni dopo, sarà stato contento di essere riuscito a goderselo per un'ultima volta.
La stagione prosegue, tra qualche acciacco. Tutte le volte che scende in campo, il numero 9 è decisivo, tranne che nell'ultima partita, quella più importante dell'anno. La sua assenza non è giustificata, le sue lacrime stavolta non commuovono nessuno. Si capisce che qualcosa si è rotto, ma si fa finta di niente, per non pensare al peggio.
Peggio che, dopo averlo visto stravincere un mondiale da protagonista assoluto, si materializza qualche mese dopo, nell'ultimo giorno di mercato. Per la prima volta, Ronaldo dimostra di essere un uomo davvero piccolo, e chiede di essere ceduto alla società che lo ha resuscitato sportivamente. L'affare si fa, l'ex idolo lascia tra fischi e insulti gli stessi tifosi che fino a pochi giorni prima che lo amavano alla follia, e che da lui si sono sentiti traditi come e forse peggio di quando qualche donna (o uomo) li ha fatti soffrire.
Lascia tutto questo per andare a giocare in una squadra già piena di campioni e di prime donne, dove lui è soltanto uno dei tanti. Lascia il Meazza, dove era un re, per stadio che gli mostrerà niente di più di una cortese indifferenza per circa 5 anni.
Tutti noi ci siamo sentiti traditi da questo comportamento, tutti noi ce l'avevamo a morte con Ronaldo per averci voltato le spalle; eppure, sotto sotto, continuavamo a sperare in un suo ritorno, in una sua redenzione.
Poi, un giorno di gennaio del 2007, l'ennesimo tonfo al cuore: Ronaldo è del Milan.
In quel giorno, per me e penso anche per qualcun altro, finisce la storia di Ronaldo. All'apprendere questa notizia, ci siamo sentiti tutti derubati, traditi ancora una volta, nel peggiore dei modi.
Dieci anni prima, il Fenomeno al Milan non poteva essere altro che una barzelletta, un po' come Maldini all'Inter o Totti alla Lazio. Nel gennaio del 2007, invece, l'assurdo diventa realtà.
Averlo visto con quella maglia mi dà tuttora il voltastomaco. Vederlo segnare nel derby, poi, non l'avrei immaginato nemmeno nel peggiore degli incubi. Eppure, la pochezza di quest'uomo ha fatto sì che tutto questo avvenisse realmente.
L'avventura milanista dura un anno, fino all'ultimo crac, quello che lo ha riportato in Brasile. Niente da ricordare, se non le sue performance da fotografo nella finale di Atene e i capelli lunghi suggeriti da Berlusconi. In mezzo, Andreinha ed altre grandi gnocche.
Tornato in Brasile, l'ultima bassezza. Essendo Ronaldo tifossisimo del Flamengo da sempre, i proprietari del club di Rio forniscono al Fenomeno le proprie strutture per la riabilitazione, fiduciosi sul fatto che, a terapie ultimate, questi possa firmare per loro e coronare quello che era anche il suo sogno.
Sennonchè, una volta tornato abile ed arruolabile, Ronaldo gira le spalle al Flamengo e firma per il Corinthians, gli acerrimi rivali. Cose da pazzi.
Sebbene per me non esista da un paio d'anni, oggi non sono riuscito, per quanto abbia cercato di farlo, a non andare a vedere la sua recente doppietta in campionato; e per quanto abbia cercato di resistere, a vederlo girarsi in un fazzoletto, saltare l'uomo e metterla nell'angolino, un sorriso mi è scappato.
IL GENIO DEL CSS
Ovviamente, invece di un look nuovo, mi è comparsa una impietosa scritta rossa che mi accusava di aver commesso un errore allucinante, con un codice a nove cifre. Errore che io e, a quanto pare, anche il supporto ingnoriamo nella sua totalità. E' che sono troppo innovativo, queste obsolete piattaforme proprio non ce la fanno a contenermi.
Dopo qualche ricerca, ho appurato che il codice della mia nefandezza è inedito: che fuoriclasse, ho addirittura scoperto un nuovo tipo di errore. Penso seriamente di dargli il mio nome.
Sarò ricordato come un pioniere, come il genio che ha portato a galla le mancanze di blogger. Pensavo di star modificando il codice di un sito, e invece stavo scrivendo la storia. Che giorno! Che trionfo!
Tutto questo dimostra una cosa: è meglio che mi concentri esclusivamente sullo scrivere cagate, visto che appena metto il naso fuori dal mio orto mi prendono a bastonate.
L'esperienza che ho fatto, comunque, non è proprio tutta da buttare: ad esempio, adesso so che il codice esadecimale della colonna qui a fianco è #99C9FF.
Steak Huzzy, direte voi. Ma son cose che potrebbero tornarmi utili.
Direi che posso anche smetterla. Da domani ricomincio a scrivere vaccate, promesso.
Forza Inter, Milan merda, Juve feci.
giovedì 26 marzo 2009
PERCENTUALI
Galliani: "Ancelotti al Real? Non ci credo al 99,99%"
Cobolli: "Lo scudetto? Possibilità ridotte al 30%"
Beckham: "Quando sono arrivato al Milan il mio tasso di grasso era del 13,7%, oggi è dell'8,5" <--- NOVITA'!
avete rotto il cazzo al 100%. Leggi tutto...
NATURALIZZIAMOCI
Anche Mauro Germano, come Amauri con Dunga, non era cagato nemmeno di striscio dall'allora ct dell'albiceleste, Bielsa. Ha allora pensato bene di usare il suo passaporto italiano e di infilarsi la maglia della Nazionale, sebbene sia nato a Tandil ed abbia giocato in Sudamerica fino a 24 anni.
Da qualche anno, questo comportamento ha fatto scuola, e si sono proposti alla nazionale italiana, nell'ordine:
- Thiago Motta
- Rodrigo Taddei
- Christian Manfredini
- Pablo Osvaldo
- Nina Moric
- Eva Henger
- Lola Ponce
- comitiva-di-trans-amici-di-Lapo
- Esajas-l'amico-di-Seedorf
- Emerson
- Vampeta
- Milingo
Inutile dire che Lippi aspetta tutti a braccia aperte, specialmente l'ultimo di questa lista.
Intanto, in Brasile, un grande trionfo per la scienza: per la prima volta, un elefante è riuscito a segnare una doppietta nel campionato paulista di calcio. Maglia bianca, numero 9 sulle spalle, il proboscidato si è mostrato a suo agio sul campo da gioco, e visti i risultati l'esperimento dovrebbe ripetersi.
(nella foto: ciao, mi manda Elkann, gioco mezz'ala destra)
Leggi tutto...mercoledì 25 marzo 2009
martedì 24 marzo 2009
MORATTOPOLI
De Rosalia e Michele Manzo, 26 anni, sono accusati di avere svaligiato dai supermercati alle tabaccherie e anche farmacie. Diciotto colpi in tre mesi. I militari li hanno arrestati mentre stavano per mettere a segno l'ennesima rapina in un supermarket. Anche questa volta il rapinatore seriale indossava la maglia dell'Inter. I due, armati di coltelli, minacciavano i commessi, e dopo essersi fatti aprire le casse, prendevano il denaro. Sono diciotto i colpi accertati ma il numero, secondo i carabinieri, sarebbe destinato ad aumentare. Sempre i Carabinieri hanno arrestato altri due rapinatori 'seriali'.
In carcere sono finiti Giuseppe Scafidi, 26 anni e Giovanni Parisi, 27 anni. A Parisi gli inquirenti sono arrivati grazie ad alcuni testimoni che hanno segnalato la targa dell'auto usata per una rapina in una tabaccheria.
Gli interisti sono dei ladri, questo è noto ai più da tempo. Finalmente, adesso, se ne hanno anche le prove: un ladruncolo, un vile borseggiatore è stato beccato con indosso la tuta dell'Inter. Cos'altro poteva indossare un simile avventore? Quelle vesti contraddistinguono chiaramente un disadattato, uno scarto della società, capace solo di vivere di espedienti. Di certo, fosse stato un bravo ragazzo, non avrebbe indossato quei putridi cenci, ma una ben più elegante divisa rossonera o bianconera.
In via Durini, adesso, rischiano grosso. Altro che intercettazioni, qui ci sono dei video inconfutabili! Adesso voglio proprio vedere se quei ladri troveranno un altro Guido Rossi, o un altro consiglio dei saggi. Voglio proprio vedere come si difenderanno da queste pesanti e gravi accuse. La serie B, ci vorrebbe!
Cobollo ha già richiesto la restituzione di tutti e 16 gli scudetti, più un paio di Coppe Italia e il cartellino di Rivas. Io dico che quest'uomo ha ragione! Scendiamo tutti in campo per questa battaglia, togliamo di mezzo il sistema Moratti, purifichiamo il nostro calcio.
Se una squadra capace di schierare insieme gente del calibro di Dida, Senderos, Favalli, Bonera, Janku, Beckham e Ronaldinho non riesce a vincere lo scudetto, vuol dire che c'è per forza qualcosa sotto. Stesso discorso per la banda di Legrottaglie, Molinaro, Brazzo e Poulsen. C'è del marcio nel nostro calcio, è uno schifo del quale tutti noi ci vergognamo.
E Moratti non venga a dirci che gli hanno ucciso l'anima: che stia cheto, quel ladruncolo.
La gentaglia che manovra tutto questo ha, fortunatamente, i giorni contati. Moratti, hai finito di comandare a tuo piacimento il calcio italiano! Giustizia sarà fatta.
(nella foto: sterco su carta)
Leggi tutto...CRESPO VS CONTROCAMPO
lunedì 23 marzo 2009
EVVIVA DIDONE
Minuto 1.13, prendete e godetene tutti.
IBRA, REDIMITI
La direzione delle sue dichiarazioni non è molto chiara. Vuole più soldi, se ne vuole andare, vuole fare beneficenza per i giornalisti visto che per due settimane non si giocherà: non si è capito molto bene.
Sentendo il suo "vediamo", però, il pensiero va ad un Ibra che vuole cambiare aria, andare in qualche squadrone dove poter vincere tutto, dalla Champions alla Mitropa. E' chiaro che il suo giramento di palle dopo Manchester sia notevole: non si capisce bene con chi ce l'abbia, però, perchè quella sera è sceso in campo anche lui e sì, ha giocato alla grande, ma si è anche messo un paio di gol nello stomaco.
Da quel che dice, sembra che lui, in questi anni, abbia fatto una novantina di gol in europa, trascinandoci sempre ad un passo dalla coppa. In realtà, invece, di gol ne ha fatti sei in tre anni, e tutti nei gironi di qualificazione agli ottavi. Un po' pochino, per dichiarazioni come quelle di ieri (sempre che l'interpretazione dell' "Ibra-che-vuole-andarsene" sia corretta).
A questo punto, non so quale sia la scelta giusta. Trattenerlo sarebbe d'obbligo, visto il calciatore straordinario che è e il suo miglioramento continuo: se però farlo restare significherebbe sorbirsi i suoi mal di pancia tutte le settimane, che trovi qualcuno con 100 milioni e lo porti da Moratti.
In alternativa, potremmo sempre radunare un migliaio di persone ed andare sotto casa di Ibra, armati di striscioni commoventi e urlando a gran voce "Non si vende Ibràààà, non si vende Ibràààà".
A quel punto, dovremmo soltanto attendere che, dinnanzi agli occhi di Zlatan, si palesi il Redentore e che questi faccia il suo lavoro. Magari, dopo una mezz'oretta di conversazione, Ibra si affaccerà alla finestra e, visibilmente commosso, sventolerà la sua maglia nerazzurra, facendo esplodere di gioia i fans.
Dio, è il tuo momento: scendi in campo e convinci Ibra a restare. Solo tu puoi farcela.
domenica 22 marzo 2009
ONESTA' INTELLETTUALE
Massì, era difficile da vedere, il guardalinee era coperto, c'era la nebbia e i napoletani sono dei mariuoli.
In compenso, Ibrahimovic se ne vuole andare e Mourinho ha firmato per il Real.
-14, siamo cinque partite avanti. Ciao, psico-baldracche.
Aggiornamento:
Ho appena sentito la più grossa cagata mai detta in televisione. Secondo Giovanni Galli, Ibrahimovic è uno dei problemi dell'Inter (non perchè vuole andar via, proprio in campo, è dannoso per la squadra).
Vado a creare una voce su wikiquote. Questa genialata non può disperdersi. Leggi tutto...
NAZIOMALE
CENTROCAMPISTI: Brighi (Roma), De Rossi (Roma), Foggia (Lazio), Montolivo (Fiorentina), Palombo (Sampdoria), Pirlo (Milan)
E' COLPA DELL'ARBITRO
Grande stagione, quella romanista: un bel sesto posto, un'eliminazione dalla Coppa Italia per mano di...uhm...vabbè, quelli che li buttano sempre fuori da ogni competizione, e l'uscita dalla Champions agli ottavi. In campionato, figure di merda scintillanti, l'ultima delle quali proprio ieri sera.
Eppure, per Daniele De Rossi, la colpa, come sempre, è degli arbitri. Queste le dichiarazioni del dopo Inter-Roma, la partita dello scandalo.
FURIA DE ROSSI - Durissimo anche Daniele De Rossi: «Speriamo - dice a Sky - solo che l'arbitro sia scarso o disattento, perché non ne posso più di venire a Milano e di vedere che va sempre a finire allo stesso modo. Qui con l'Inter ci ho perso uno scudetto e io divento matto, mi fanno diventare matto. Ci chiedono sempre di aiutare gli arbitri, noi ci proviamo, ma è inutile. Avete visto tutti che cosa è successo. L'episodio è evidente. Stavolta nel commentarlo c'è un pizzico di frustrazione in più perchè è il primo di una serie innumerevole di episodi che segnano sempre questa sfida. Io levo la gamba e l'arbitro sta pure vicino, non so che dire. La cosa grave è che in Italia gli arbitri non possono parlare e dare le loro spiegazioni. Lui in campo mi ha detto 'Ho visto che hai levato la gamba ma lo prende Motta con l'anca'. Ero contento perchè era tanto che non segnavo ma non la sopporto questa cosa. Divento matto, è l'ennesima situazione. Se dicessi che l'Inter non c'entra niente direi una bugia. È la gestione dell'arbitro in campo, ad esempio c'è un calcio d'angolo tu gli dici 'Guardami perchè mi tengono la maglietta', la maglietta viene strappata e lui guarda... Poi arrivi a fare considerazioni pesanti e dici 'Speriamo sia solo disattento o scarso'. Gli arbitri vengono tratti in inganno sempre nella stessa maniera, dalle stesse parti e uno poi fa delle riflessioni che non portano a conclusioni differenti, sia che le fai a caldo o a mente fredda. Ho i miei dubbi che, con questo tipo di situazioni, potrò mai vincere uno scudetto con la Roma, il sogno più grande della vita mia».
Lui, però, non diventa pazzo perchè ne prende quattro in casa per due anni consecutivi, o perchè arriva dietro da sempre. Lui diventa pazzo per colpa degli arbitri, perchè l'Inter ruba.
Dice che l'anno scorso, sempre per via delle decisioni arbitrali, lui a Milano c'ha perso uno scudetto. Sicuramente, perchè è l'arbitro il responsabile del fatto che la sua Roma stellare, in vantaggio di un gol e con un uomo in più, non sia stata capace di chiudere la partita con 45 minuti a disposizione per farlo, avendo davanti un'Inter decisamente alle corde e alla quale potevano tranquillamente fare 3-4 gol, se solo fossero stati una grande squadra.
Ed è sempre per colpa dell'arbitro che all'Olimpico è finita 4-0 per noi, un risultato firmato anche da Obinna, alle prime ed ultime capriole in maglia nerazzurra. L'arbitro, poi, ha anche fatto sì che, nell'ultima partita di San Siro, la Roma fosse incapace di gestire un doppio vantaggio per ben due volte, facendosi schiacciare nella propria area fin dall'inizio del secondo tempo.
Il sogno più grande della vita tua, caro De Rossi, rimarrà tale finchè non riuscirete a riconoscere le vostre mancanze e la smetterete di dare la colpa all'arbitro, come si fa nelle partite fra ragazzini a livello provinciale. Tu non ce la fa più, sei sull'orlo di una crisi di nervi: con l'Udinese, sebbene tu avessi la fascia di capitano al braccio, hai sclerato come una checca isterica, e difatti ti hanno mandato sotto la doccia. Bravo genio, ieri al tuo posto giocava Filipe e siete addirittura riusciti a far segnare Nedved.
E' colpa degli arbitri anche se avete perso con la Juve di Joe Vinco e Brazzo? Beh, magari, nelle vostre teste bacate, è ancora questa la ragione.
Se vuoi realizzare il sogno della vita tua, fai una bella cosa: cambia squadra. Non venire all'Inter, però. Se nella tua testa, oltre al grande calciatore che sei, ci fosse anche un grande uomo, sarei felice di vederti nel nostro centrocampo; ma siccome là dentro c'è solo un povero rosicone, incapace di ammettere le proprie mancanze, è bene che giri al largo.
Vai al Milan, piuttosto: lì vincerai comunque, nelle gare virtuali e nelle classifiche dell'Osservatorio sarai imbattibile. Magari nella realtà arrivi terzo, ma tanto ci sei abituato.
sabato 21 marzo 2009
PROTOLINGUAGGIO DA CAVERNICOLI
Ti voglio come prossimo allenatore dell'Inter, Hank: se il dopo-Mancini è stato Mourinho, il dopo-Mou, se vogliamo continuare nel miglioramento, devi essere tu. Sei l'unico passo in avanti possibile.
Tvb.
LA CURA LUDOVICO
"Se fossi il presidente sarei felice con quelli che ho. Quando questi giocatori sono sani, il Milan è fantastico".
"Quando le cose non vanno bene, la gente vede solo i problemi. Se andremo in Champions, nella prossima stagione molte cose cambieranno".
"E’ il mio sogno. Mi manca tantissimo la Champions".
"E come posso dimenticarlo? Sogno un gol così".
"Sarebbe un problema, ma se il prossimo anno ci fosse una finale Milan-Manchester vorrei vincerla, anche se tifo United. E per questa stagione, mi piacerebbe vedere Manchester-Barcellona. Vinceranno i miei ex compagni perché in questo momento lo United è troppo forte per chiunque. Anche se il Liverpool quando gioca Gerrard, uno dei migliori del mondo, fa paura".
"Il Milan è speciale per tutti quelli che amano il calcio. Uno sente raccontare la sua storia, ma non si rende davvero conto di quello che è finché non si trova coinvolto. Non parlo solo dei giocatori: è tutto speciale, dalle strutture alle persone che lavorano qui, dallo chef alle signore della lavanderia. E’ un ambiente unico, non ho mai visto in nessun posto tanta dedizione al calcio".
Dev'essere così. Li piazzano davanti ad uno schermo, con le palpebre tenute spalancate da dei fermi metallici, e li costringono a vedere i filmati dei trionfi del Milan, per convincerli che quella sia l'attuale realtà. Passano in rassegna le finali europee della fine degli anni '80, i campionati vinti, Berlusconi col riporto, il figlio di Baresi che nasce insolitamente abbronzato e tante altre belle immagini. Non c'è altra spiegazione, dev'essere questo che fanno a Milanello.
Due giorni, e già due partite virtuali, entrambe con lo United, concluse con un trionfo: che stagione fantastica, stanno stravincendo il fantacampionato dell'osservatorio e hanno già portato a casa la Champions con gol di Beckham in finale all'ultimo minuto.
E' questo, il classico esempio di Milanello Bianco: dopo una stagione che definire fallimentare è davvero poco, si fanno uscire dichiarazioni d'amore nei confronti della società e leccate di terga all'ambiente Milan, la famosa grande famiglia rossonera nella quale tutto è bene. Il Milan è speciale, tutti i coinvolti nel progetto sono persone fantastiche, le lavandaie sono straordinarie e le caprette ti fanno ciao.
E allora perchè sono a -12 e vincono solo nelle loro fervide fantasie?
Per la sfortuna.
E' tutta colpa degli infortuni. Questi assurdi infortuni che colpiscono ultratrentenni logori e malmessi. Davvero incredibile come Gattuso, o Pirlo, o Nesta possano essersi fatti male. Giovincelli come loro, freschi ed all'inizio della carriera, di solito bisogna abbatterli con le cannonate.
Fortuna che c'erano Senderos e Flamini a sostituirli, grandi colpi a parametro zero dello stratega Galliani. E che dire di Felipe Mattioni? Quasi quasi ci faccio un post.
(nella foto: "Nooo, Ronaldo coi capelli afro no, vi prego")
Leggi tutto...GRAZIE, ROBERTO
RITORNO - Poi la conduttrice gli chiede un parere sulle voci che lo vedrebbero ancora sulla panchina nerazzurra a luglio: "Non leggo i giornali da molto tempo, non saprei. Non è vero che il presidente Moratti mi ha allertato, ci siamo visti per altre cose ma non per questo. Comunque sono sotto contratto per i prossimi tre anni, ma penso che l'Inter non abbia bisogno di un allenatore in questo momento. Se mi richiamasse sarei obbligato a tornarci. Contento o obtorto collo? Io credo che in questo momento non sia un problema dell'Inter. Ma nel calcio succede di tutto: tanti allenatori sono stati esonerati e richiamati".
LIVERPOOL - Mancini deve poi rispondere a una domanda sullo sfogo seguito all'eliminazione dalla Champions ad opera del Liverpool: "Io dissi: Credo che questi possono essere gli ultimi tre mesi. Pensavo che parlando di questo non si sarebbe più parlato dell'eliminazione. Poi ci sono stati problemi che in una stagione accadono. Con la squadra è sempre andato tutto bene, ma a volte il tecnico vuole che il presidente intervenga. Io avevo iniziato un lavoro quattro anni prima. Il mio momento di difficoltà è durato lo spazio di una notte. Se poi mi sono pentito? Non lo so se mi sono pentito così tanto, se l'ho fatto c'erano dei motivi. Penso che uscire sia un dispiacere per tutti. Secondo me perdemmo a Liverpool per un errore dell'arbitro che dopo cinque minuti mando fuori Materazzi per due falli forse ingiusti. Poi si fece male anche Cordoba e andammo in difficoltà. Ma non credo che la nostra eliminazione non sia stata dignitosa".
ADDIO - Si parla anche del comunicato che ha posto fine al matrimonio con l'Inter: "Non è stato un bel comunicato, ma brutto e freddo. Ma il comunicato non l'ha fatto sicuramente Moratti, ma qualcuno che non era all'altezza della situazione. Dopo quattro anni di lavoro e sette trofei, era meglio lasciarsi serenamente. Comunque io devo ringraziare Moratti per avermi fatto allenare l'Inter. Penso che ci sia molto affetto da parte mia e da parte sua che è rimasto". La Bignardi chiede poi a Mancio chi sia più antipatico tra lui e Mourinho: "Io non credo di essere antipatico. Sono un po' introverso e quando fai l'allenatore se sei fatto così ti prendono un po' a calcio nel sedere". Poi un commento sull'Inter di oggi e la Champions: "Penso che l'Inter abbia una grande squadra. Ma la Champions è particolare. Se fosse così semplice il Barcellona che è stata la squadra più forte negli ultimi quattro anni non l'avrebbe vinta una volta sola. Bisognerebbe togliere un pò di pressione; non credo che le squadre italiani siano inferiori".
A TUTTO TONDO - Mancini non ha dubbi sulla squadra che vorrebbe allenare: "La Samp per una scelta di cuore". Poi parla del calcio di oggi: "La cosa più bella in Italia è la partita. Il calcio giocato. Il calcio parlato è peggiorato molto. Si scrivono sempre cose per fare notizia, si cercano le polemiche tra un giocatore e l'altro. Di calcio si parla poco. Una volta i giornalisti erano più competenti. Negli ultimi dieci anni è molto cambiato. Cosa cambierei del calcio italiano? Costruire stadi di proprietà dove la gente possa divertirsi come prima, senza tornelli e senza paura dei tifosi avversari". Mancio parla anche delle intercettazioni: "Ho querelato tutti perché hanno scritto cose assurde. Sono state fatte uscire tre giorni dopo l'ultima partita di campionato, penso le avessero lì da qualche tempo. Penso sia stata una vigliaccata da parte di giornalisti che penso pagheranno per questo". Si parla anche dei gay nel calcio: "Credo che esistano come in tutte le situazioni".
E' ricomparso, ed ha detto, come sempre, cose intelligenti. Non mi serviva certo questa intervista per apprezzarlo, visto che è già il mio allenatore preferito, e per distacco.
Lo è perchè è stato il primo, e finora l'unico (anche se spero che un altro lo raggiunga presto) a darmi una gioia calcistica vera, una di quelle che invidiavo agli altri.
Ho scelto un periodo difficile per essere interista: il 28 maggio 1989, giorno del tredicesimo scudetto, compivo un anno, e mentre Matthaus gonfiava la rete del Napoli mangiavo omogeneizzati e belavo. I successivi diciotto anni sono stati un susseguirsi di sofferenze, che formano sì per la vita, ma che fanno soprattutto girare le palle.
Poi, nel 2007, una prima gioia, mitigata comunque da un campionato "strano." Un anno dopo, però, mi sono finalmente scrollato di dosso quel peso che mi portavo dietro da anni, che nel 2002 mi ero praticamente già tolto per poi essere costretto a ricaricarlo, trovandolo più pesante di prima.
Tanti allenatori sono passati dall'Inter in questi anni, ed hanno fallito praticamente tutti (a parte Simoni). Ne abbiamo viste di tutte, sono arrivati presunti geni, hombres verticales e piadinari di Cesenatico, inglesi col doppiomento e pseudo-Zeman rumeni, per culminare poi nel cazzone viareggino che rimane di gran lunga il più detestabile essere che si sia mai seduto sulla panchina nerazzurra.
Poi, nel 2004, è arrivato uno un po' particolare, uno col ciuffo e la sciarpetta, che doveva già arrivare da calciatore ma-poi-non-se-n'è-fatto-niente, in pieno Moratti style. Uno che avrà anche fatto qualche cagata, ma che era legato davvero alla società e ai tifosi, un interista vero. Uno che ha cambiato le cose, trasformando un'accozzaglia di pazzi incapaci di qualsiasi tipo di programmazione e strategia vincente in una società di calcio. Uno che ha costruito un gruppo vincente senza i colpi da 90 miliardi, ma con quelli a zero o poco più (Maicon, Cambiasso, Julio Cesar, Maxwell, Veròn, Crespo, Stankovic). Uno che ha riportato lo scudetto all'Inter dopo quasi vent'anni, replicando anche l'anno successivo facendoci godere come mai ci era successo, mentre gli altri impazzivano e si preparavano alla Coppa Uefa o ai preliminari di champions.
Chi, in questi anni, lo ha criticato ed ha continuato a farlo fino al suo ultimo giorno all'Inter, si meriterebbe di vedere scorrazzare ancora, con la maglia nerazzurra, i vari Jugovic, Cirillo, Ferrari, Vampeta e Paulo Sousa. Si meriterebbe un'Inter quarta e piangente, dietro alle altre per l'ennesima volta dopo un'estate piena di speranze e colpacci alla Ronaldinho.
Sei stato grande, Roberto. Non so se l'addio fosse necessario, se davvero qualcosa si era rotto; di certo, da quel che hai detto stasera, si capisce che c'erano delle cose che non andavano, e che dovevano essere risolte. Moratti, evidentemente, ha scelto di non risolverle, e ti ha mandato via prendendo comunque un più che degno successore. Di certo, il modo in cui sei stato scaricato ha dell'incredibile: un trattamento inedito per l'Inter, che aveva salutato con un commiato positivo addirittura Lippi (avrei preferito non nominarlo, mi vengono le bolle soltanto a scrivere quel nome).
Se la scelta sia stata giusta lo scopriremo nei prossimi due anni, nei quali Mourinho allenerà finalmente una squadra che potrà davvero definire sua, costruita con le sue scelte e il suo credo. Quest'anno non l'ha fatto, sia per colpe sue, come la campagna acquisti totalmente sbagliata, che per le caratteristiche dei giocatori che ha trovato, adatti al 4-3-1-2 e a nient'altro.
Per questo, se quest'anno arriverà il diciassettesimo, una parte sarà ancora tua. Sarà ancora di Roberto Mancini, ossia dell'allenatore interista più vincente degli ultimi 40 anni, secondo nella storia soltanto ad Helenio Herrera.
Quattro anni, sette trofei: grazie ancora, Roberto. Spero di rivederti all'Inter, un giorno (magari non fra tre mesi).
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venerdì 20 marzo 2009
ARNAUTOVIC
Beh, "chi cazzo se ne frega" è un'affermazione che comprenderei perfettamente, però voglio parlarne perchè mi ha colpito molto.
Si tratta di Marko Arnautovic, classe '89, centravanti-esterno d'attacco nel 4-3-3 di Steve Mclaren (non esattamente il guru degli allenatori, ma vabè). Beh, cos'ha di particolare questo ragazzo?
Innanzitutto, è alto 1.92, pesa 83 kg, ha origini bosniache (è nato in Austria) e il suo cognome finisce in "ovic". Sì, si capisce il collegamento: ci ricorda un certo numero otto, uno che proprio in questi giorni ha mal di pancia (oddio, potrebbe ricordare anche uno Zlatan Muslimovic, ma lasciamo perdere).
Di certo, non basta avere queste cose in comune con Ibra per poter essere paragonato a lui. Ma il modo in cui si muove, con cui tratta la palla, con cui salta l'uomo, ricorda davvero il nostro centravanti.
Attualmente, ha messo a segno 11 reti nel campionato olandese (più o meno lo stesso score di Ibra alla sua età, nello stesso campionato). Si è adattato molto bene al ruolo di punta esterna, visto che nel mezzo non può giocare per via della presenza di un tale N'Kufo, un vecchio caprone molto stimato da Mclaren.
Grazie a Sportitalia, ho potuto seguire un paio di partite del Twente: il pareggio col Psv e la vittoria contro il Willem II. In entrambe le occasioni Arnautovic è sceso in campo, ed in entrambe le occasioni mi ha convinto, soprattutto contro il Willem, al quale ha anche segnato.
E' un giocatore particolare, difficile da inquadrare: tenta molto spesso la giocata difficile, si intestardisce ancora in dribbling troppo insistiti, ma secondo me ha qualità. Sembra anche uno che vede discretamente la porta, anche se può sicuramente migliorare in questo aspetto visto che sembra molto propenso a chiappare pali e traverse.
Girando un po' su internet, ho appreso che molte squadre gli stanno dietro, forse anche l'Inter. A quanto pare, gli osservatori di tutta Europa ne sono entusiasti: pare che in molti siano pronti a giurare che diventerà più forte di Ibra, del quale ha in più lo scatto e la precisione sotto rete.
Che dire, queste magari saranno cazzate, ma boh, questo Arnautovic mi stuzzica. Mi sembrerebbe una scommessa interessante, uno per cui vale la pena di rischiare qualcosa, invece che comprarsi qualche 31enne bello cotto e buono al massimo per un annetto. Visto che Mou, dopo l'uscita dalla Champions della settimana scorsa, sembra aver rivelato l'intenzione di svecchiare la rosa (cosa pià che mai necessaria, se non vogliamo finire come il circo milanista), penso che un'operazione di questo tipo possa ben inquadrarsi nella filosofia del tecnico.
E poi ha una gran faccia di cazzo, cosa che gli assegna senza ombra di dubbio un bel po' di punti a favore. Immaginarmelo con Ibra e Mario, mentre sberleffa tutta Italia, mi aggrada assai.
Sul tubo, poi, ho scovato qualche filmato su di lui. Ovviamente, con i video del tubo c'è da andarci cauti, visto che da andando a vedere quelli di Quaresma è molto facile convincersi che Riccardino è il più forte calciatore del mondo; io, comunque, ne posto uno, perchè sto qui mi sta simpatico.
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GLI IMPREVEDIBILI
Per tornare a sfidare il Manchester in Europa, bisogna pero' passare per la sfida di Napoli in programma domenica sera: 'Sara' molto difficile per noi. A complicare i nostri piani ci si e' messo anche l'arrivo di Donadoni, ma se vinciamo ipotechiamo il terzo posto'
Per l'anno prossimo si preannuncia un mercato molto esile, come ha dichiarato Adriano Galliani. Rino Gattuso in questo periodo di crisi economica è disposto anche a ridursi lo stipendio: 'In periodi cosi' io sono favorevole all'eventuale riduzione dell'ingaggio. Ne ho gia' parlato con Galliani. Se la societa' mi chiedera' una riduzione io sono pronto. Sulla campagna acquisti del Milan posso solo dire che se smette Maldini e se a Favalli non viene rinnovato il contratto, oltre a Thiago Silva serve un altro difensore'. In chiusura Gattuso fa il punto sul suo infortunio: 'Martens non mi autorizza a tornare in campo prima di cinque mesi dall'infortunio, quindi se ne parla a maggio'.
Immagino duelli impietosi tra Senderos e Rooney, tra Favalli e Cristiano Ronaldo, tra Pirlo e Scholes: sarebbe sicuramente stata una mattanza, i Red Devils sarebbero usciti dal campo in lacrime.
E non mi venite a dire che due anni fa fu una mattanza per davvero: erano, appunto, due anni fa.
Nelle partite secche, sono ancora imprevedibili. Vero: sono in grado di far cagare contro chiunque, dal Werder alla Reggina.
(nella foto: Maldini, l'imprevedibile, si fa sentire in marcatura)
Leggi tutto...giovedì 19 marzo 2009
IL RINSAVITO E LE PROSTITUTE
Il Presidente, da un annetto a questa parte, dev'essere impazzito, visto che appare lucido in tutte le dichiarazioni che rilascia. Questa ne è l'ultimo esempio: accodandosi all'allenatore, accusa i media di parzialità ed anti-interismo, di dire che l'Inter è in crisi, ha lo spogliatoio spaccato e che l'allenatore e il miglior giocatore vogliono andarsene, anche se la realtà dice ben altro, anche se l'Inter è in fuga e ad essere in crisi sono gli altri.
Nessuno evidenzierà queste dichiarazioni, visto che non sono travisabili, ma chiare e soprattutto veritiere. Pubblicandole, i giornali rischierebbero di autoscreditarsi, di mettere in dubbio tutte le proprie assurde campagne; a loro non interessa questo tipo di dichiarazioni, ma le classifiche alla moviola e i 18enni scostumati.
La troiaggine dei loro intelletti non ha limite. Vendono le loro menti quotidianamente, le danno a tutti quelli che accostano e tirano giù il finestrino. Sono al soldo di vecchi ingrifati, che la roba per cui sbavano, senza i servizi di questi mestieranti antichi come il mondo, non la vedrebbero nemmeno in cartolina. Lavorano in grossi bordelli, tutti della stessa catena.
Almeno pagassero le tasse, come in Olanda. E invece niente.
Ma d'altronde siamo in Italia, ed è crisi Inter.
TRAVAGLIO SI', CHE SE NE INTENDE
Dei vari Zazzaroni &co, di quelli cioè che fanno confronti con Mancini da settembre e che non pensano ad altro che a Mourinho, dal quale sono veramente ossessionati tanto che lo tirano in ballo in ogni cosa che scrivono/fanno, non parlo neanche. Non meritano di essere citati, visto che nelle loro critiche non c'è nessuna argomentazione, ma soltanto rancore verso un uomo che li tiene in scacco.
Voglio parlare, invece, dell'ennesimo personaggio che si improvvisa esperto calcistico e spara sentenze sull'allenatore dell'Inter: voglio parlare dell'articolo di Marco Travaglio, uscito in questi giorni sul settimanale "A".
L'articolo ve lo posto, penso si possa fare visto che cito autore e fonte. Se a qualcuno non va bene, me lo dica: non è una gran visione, potrei toglierlo anche immediatamente.
Notevole, non c'è che dire. Da quest'orgia di fesserie emerge chiaramente che Marco Travaglio, in materia calcistica, è a dir poco un ignorante.
Si parte con l'intelligentissimo paragone Mancini-Mourinho: 1 punto in meno per il portoghese, che tra l'altro ha pure una squadra più forte (più forte? più vecchia di un anno, forse). Come a dire, ma che l'avete preso a fare.
Inutile sottolineare l'assurdità di questi paragoni: il campionato è diverso ogni anno, e le variabili sono tantissime (infortuni, fortuna, decisioni arbitrali, coppe europee, pressioni mediatiche, eccetera). Se proprio si vorranno fare dei confronti, che si facciano quando il torneo sarà finito. Evidenziare che dopo 28 giornate Mancini aveva un punto in più di Mourinho è davvero senza senso.
Nel prosieguo dell'articolo, Travaglio definisce poi Mourinho come una sorta di giullare, un allenatore che di calcio capisce poco ma che in compenso è bravo davanti alle telecamere. Dice che il portoghese, prima di arrivare all'Inter, ha vissuto "alterne fortune", ed ora ha trovato l'America in Italia. Vengono riportate, poi due frasi-cult del portoghese, senza però che siano contestualizzate: mezzucci da pseudo-giornalismo. Mou non si autodefinì "Special One", disse soltanto che tutti gli allenatori che hanno vinto la Champions sono speciali, e che quindi lo è anche lui; per quanto riguarda la sparata "Dio, e dopo di lui io", la dichiarazione completa è "Se avessi voluto vivere tranquillo sarei rimasto al Porto, con la Coppa dei Campioni, Dio e dopo di lui io", che sta a significare che lui è uno che ama le sfide, non un folle che si crede l'onnipotente.
Verso la fine dell'articolo, infine, la bomba: in Italia ci sarebbero almeno trenta allenatori più bravi di Mourinho che, sebbene abbia a disposizione una squadra di fenomeni, rischia di non vincere.
Tutto questo mi lascia davvero basito.
Vorrei ricordare a Travaglio che Josè Mourinho, all'età di 46 anni, ha già vinto tutto a livello di club, cosa di cui possono fregiarsi davvero pochi allenatori al mondo. E che questo tutto l'ha vinto non col Manchester Utd, o col Barcellona, ma col Porto.
Capito? Col Porto. Una squadra costruita da lui in persona, piena di gente che prima di essere allenata dallo Special One era semisconosciuta ed in un paio di stagioni s'è ritrovata campione d'Europa (dopo aver vinto anche una Uefa).
Vorrei ricordargli anche che Mourinho ha vinto in tutte le squadre che ha allenato, e che da quando lui le ha lasciate, le sue ex-squadre di vittorie ne hanno collezionate davvero poche.
La storia dei trenta allenatori migliori di Mourinho, poi, la dice lunga sull'incompentenza di Travaglio. A chi si riferisce? Dove sono questi trenta geni in grado di umiliare Mourinho? Sta parlando di Spalletti, Ranieri, Prandelli e compagnia bella? Sta parlando di eterni piazzati, di allenatori monoschema, che dicono sempre le stesse cose?
Nessuno di loro riuscirà a vincere quel che ha vinto Mou, nemmeno in quarant'anni. Eppure, a quanto pare, ne sanno più di lui. Per quanto mi riguarda, neppure Ancelotti, schiavo di una società folle e dei debiti di riconoscenza, è un tecnico migliore di Mourinho.
Comunque sia, non è possibile che si conceda l'opportunità di parlare a queste persone che, animate da astio e rancore, non sono assolutamente in grado di partorire qualcosa di sensato. L'articolo di Travaglio assomiglia molto ad uno sfogo, di quelli che si sentono al bar. Scrive senza cognizione di causa, senza argomentazioni, solo con rancore.
Caro Travaglio, l'Inter ha una squadra di fenomeni che vincerebbero anche da soli? Ah sì? E dove sono sti fenomeni? Perchè non me li presentate? Sarei felice di goderne.
L'Inter ha 5 giocatori di livello superiore (Julio Cesar, Maicon, Samuel, Cambiasso, Ibra) che bastano per vincere in Italia, ma non per farlo in Europa. Tuttavia, una squadra non è fatta di 5 giocatori, ma di quasi 30, e per farli rendere al meglio c'è bisogno di un grande allenatore, che sappia come schierarli e soprattutto sappia gestire un gruppo di persone in competizione fra loro ogni giorno.
Mi sembra di ricordare che il Real dei galacticos, o il Barcellona dei due anni scorsi non abbiano vinto niente, pur avendo una rosa fatta di campionissimi (probabilmente superiori a quelli che ha l'Inter adesso) ma non un'adeguata guida tecnica.
E mi sembra di ricordare pure che un certo Lippi, detto anche "Mr. Carta Bianca", con circa 170 miliardi messi a disposizione da Moratti per comprare qualunque giocatore volesse, sia arrivato quarto (e dopo aver vinto uno spareggio grazie ad uno che secondo lui non meritava di giocare, un certo Baggio). Anche lui è fra i trenta che danno la paga a Mourinho? Probabilmente sì.
Travaglio sì, che se ne intende.
Josè, Josè: rischi di non vincere il campionato! Non è mica vero che lo stai dominando dalla prima giornata, e che a dieci partite dalla fine hai 7 punti di vantaggio sulla seconda e una quarantina sulla terza! La verità è che stai rischiando di perdere.
Ripeto: Travaglio sì, che se ne intende.