
Questo paese non smetterà mai di scioccarmi, di farmi reagire alle (purtroppo difficili da reperire) notizie di contenuto "politico" con incredulità, scalpore,
rabbia.In questi giorni, poi, penso che si stia toccando l'apice assoluto, una vetta inarrivabile che ci pone a capo dell'enorme
piramide di sterco che caratterizza la scena internazionale. Credo che il più basso livello di civiltà, etica
e, soprattutto, libertà sia ciò che contraddistingua il nostro paese nel mondo: non so a quante nazioni possiamo ancora essere secondi, in termini di degrado dei tre valori sopracitati.
Avremo, prossimamente in discussione alle Camere, una
legge-bavaglio ad Internet, ai blog, e a tutti coloro che cercano ancora, nonostante l'assuefazione che ci circonda, di togliere le fette di salame dagli occhi delle persone, di destarle dal loro torpore. Una legge figlia di un personaggio come
Angelino Alfano, uno che 13 anni fa abbracciava calorosamente
Croce Napoli (boss mafioso di Palma di Montechiaro) al matrimonio di sua figlia, per poi dichiarare, una volta sputtanato, che non aveva
"nessuna memoria di quel matrimonio", e che non ha
"mai partecipato a matrimoni di mafiosi o dei loro figli,
non conosco la sposa, Gabriella, né ho mai sentito parlare del signor Croce Napoli che lei mi dice essere stato capomafia di Palma di Montechiaro", per poi
recuperare incredibilmente la memoria il giorno dopo ed ammettere di essere stato a quel matrimonio, ma di essere
stato invitato dallo sposo. Come non credergli?
No, questo per dire chi è Alfano. Fine della digressione.
Dicevo, abbiamo la legge-bavaglio, abbiamo un premier che piazza
mignottoni nel Parlamento Europeo (giusto perchè non ci basta fare quello che facciamo nel nostro paese, vogliamo pure
esportare le usanze locali all'estero), ed ora, alla vigilia del
G8, abbiamo una notizia-bomba che ci scoppia in mano, nonostante i pennivendoli inginocchiati stiano fingendo di non accorgersene.
Io però, che me ne sono accorto, ve la svelo
in tutto il suo splendore.Lo snodo centrale della vicenda è una certa lettera, quella che ho postato in cima a questo intervento. La ripropongo, casomai non aveste voglia di tornare su (è liberamente tratta da
"L'Espresso").

Sì, lo so, non si legge un cazzo. Ma io sono attrezzato e vi posto anche la trascrizione di questo mirabile manoscritto.
"... posizione politica intendo portare il mio contributo (che non sarà di poco) perché questo triste evento non ne abbia a verificarsi. Sono convinto che questo evento onorevole Berlusconi. Vorrà mettere a disposizione le sue reti televisive"
Questa roba, scritta in un italiano arcaico e stentante, è un pezzo di una lettera rinvenuta in casa
Ciancimino (ex sindaco
mafioso di Palermo, referente politico di Cosa Nostra) circa
4 anni e mezzo fa. In questi giorni, è finalmente saltata fuori, ed è ora agli atti nel processo d'appello al tribunale di Palermo contro il simpatico
Marcello Dell'Utri, già condannato in primo grado a 9 anni per
concorso esterno in associazione mafiosa.Un po' strano che sia venuta fuori solo adesso, dopo 4 anni. No?
Comunque sia, questo "pizzino" è di provenienza corleonese, ed è approssimativamente datato 1994. I magistrati lo imputano direttamente a
Totò Riina (o un suo referente), che lo ha portato all'attenzione dell'onorevole Berlusconi tramite una fitta rete di piccioni viaggiatori, che rispondono (o rispondevano) ai nomi di
Bernardo Provenzano, Massimo Ciancimino e, con ogni probabilità,
Marcello Dell'Utri, l'ultimo contatto, l'anello di congiunzione tra il sindaco mafioso e il caro Silvio.
Nello stralcio di lettera si parla di favori che l'onorevole avrebbe dovuto fare alla mafia, mettendogli a disposizione una delle sue reti televisive, parlando di un "
triste evento" nel caso in cui il
"Cainano" (cit.) non avesse dovuto adempiere.
Ecco, mi sembra una notizia di un certo rilievo. Peccato che i "giornalisti" nostrani non sembrino appassionarsi più di tanto a tutto ciò, essendo assetati di veline e
letteronze (non che non si debba parlare anche di questo, per carità). I
telegiornali, invece, tacciono completamente, impegnati come sono ad informarci di quante mozzarelle abbia mangiato Michelle Obama. Ma vabbè, si sa, non c'è niente di cui sorprendersi.
Spulciando un po' tra i libri di Travaglio, poi, si può poi trovare un'interessante intercettazione, risaltente al 1988, tra
Berlusconi e un certo
Della Valle (non quello della Fiorentina, eh), che lo stesso Travaglio ha citato nell'ultima puntata della sua trasmissione settimanale sul blog di Beppe Grillo. Io, che sono un bravo ometto, ho trascritto anche questa.
B: “ sono messo male fisicamente e poi ho tanti casini in giro, a destra e a sinistra. Ne ho uno abbastanza grosso, per cui devo mandare via i miei figli, che stanno partendo adesso per l’estero, perché mi hanno fatto delle estorsioni in maniera brutta”
DV: “ O Madonna!”
B: “ è una cosa che mi è capitata altre volte dieci anni fa e ora sono ritornati fuori”.
DV: "Silvio va beh, ma hai Saint Moritz, no? Sennò ti dicevo se vuoi mandarli, i figli, anche qui a casa mia non ci sono problemi”,
B: “ grazie, li mando molto più lontani. Sai, siccome mi hanno detto che, se entro una certa data non faccio una roba, mi consegnano la testa di mio figlio a me e espongono il corpo in Piazza Duomo...” “
DV: "O Madonna!”
B: “ allora sai, sono cose poco carine da sentirsi dire, e allora ho deciso: li mando in America e buonanotte, perché ho un po’ di cosette da fare”.
DV: “ ma ti hanno dato una data? Ti hanno dato un ultimatum? Fino a quella data lì vai anche tu, no?”
B: “ no, no, io qui sono difeso per casa”
DV: “devono passare sul mio cadavere”,
B: “ sì, così ci mettono la bomba in due e ci fanno saltare in due”
DV: “ ma cosa vuoi che ci facciano saltare, la bomba?”
(le intercettazioni non le ha inventate quel
comunista mangiabambini di Travaglio, ma erano agli atti di un processo contro Della Valle, allora accusato di bancarotta e col telefono sotto controllo).
Bene, quindi abbiamo un presidente del Consiglio che, negli anni, è stato più volte
sotto ricatto della mafia, ed anzi è stato probabilmente costretto ad entrare in politica
anche per poter essere incaricato da Cosa Nostra per svolgere particolari incarichi una volta alla guida del paese.
Non è niente di nuovo: che berlusconi avesse contatti con la mafia, lo sapevamo tutti. Ora però, ci sono anche
le prove. E' un po' come la storia di
Moggi e degli arbitri: era chiaro che ci fosse qualcosa di strano, ne eravamo tutti a conoscenza. Poi, un giorno, sono saltate fuori le prove, e qualcuno è stato tolto di mezzo.
Mi auguro che qualcuno, in merito a quel pezzo di lettera,
ponga delle domande al caro papi, vista la rilevanza anche penale del pizzino che è stato rispolverato, dopo
anni di oblio per i quali possiamo ringraziare il rispettabile
Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia.
Leggete con attenzione: quando il capolavoro giuridico (l'ennesimo) di Angelino
Jolie verrà approvato, a scrivere di queste cose probabilmente rischierò da
1 a 3 anni di carcere.
Battiamo il ferro, finchè si può.