venerdì 27 novembre 2009

LO SCERIFFO BLANCOS – PT.3

venerdì 27 novembre 2009

Riassunto delle puntate precedenti:

Lo sceriffo Blancos è un vecchio ubriacone che passa le sue giornate ad immaginare improbabili rivincite su coloro che, in passato, l’hanno sbugiardato. Ormai impotente di fronte al declino della vecchiaia, vive rassegnato agli eventi con l’unico conforto di una brodaglia di 60 gradi che lo costringe a strisciare sul pavimento ogni mattina. Un giorno, un suo vice piomba nel suo ufficio e gli comunica che Carvalho Pazzo, il pistolero mercenario, è in città: Blancos, vedendo in questi l’uomo in grado di risolvere  i suoi problemi, corre ad ingaggiarlo per realizzare il progetto di vendetta che covava da anni. Carvalho, davanti ad una folla impazzita, firma e dà il via alla riscossa.

“Allora, Carvalho, ci siamo capiti?”

“Devu aiutarti a truvare questu Mo Ratos e suo amicu Conduzco Rojos, ok. Ma iu suy pistulero, non capiscu perché tu mi chiedi di fare u detective”

“Tu non ti preoccupare, portami da questi due e poi ti faccio sparare quanto vuoi. Ho sentito che, oltre ad essere un cecchino infallibile, sai renderti utile in un sacco di cose: fai conto di star ampliando il tuo bagaglio di esperienze. Puoi metterlo sul curriculum, poi”

“Vabè, ho capitu. Ma lui che sc’entra?”

Accanto a Carvalho Pazzo, un uomo stava riempiendo la sua borsa con ampolle, alambicchi e misteriose scatoline.

“Hag verrà con noi, ci sarà utile. Hai già avuto modo di testare i suoi drink, quindi non ha senso stare qui a dirti quanto siano buoni e nutrienti

“Va bene, va bene”

“Ottimo. Signori, direi che possiamo iniziare”

Blancos aprì un cassetto della sua scrivania e ne tirò fuori un paio di mutande. Appartenevano a Mo Ratos, che le aveva consegnate insieme al resto dei suoi vestiti il giorno in cui era stato arrestato. Lo sceriffo, che voleva un trofeo della sua vittima, era riuscito a tenersele ed ogni tanto le annusava, per riassaporare l’atmosfera del giorno in cui si era guadagnato la terza stella. Non le aveva mai lavate.

“Tieni, Carvalho. Annusa, e fiuta le tracce di Mo Ratos!”

Il pistolero, dopo aver respirato a pieni polmoni il fresco effulvio emanato da quegli slip, li gettò in terra e rimase lì, immobile.

“Beh?”, disse Blancos. “Non parti all’inseguimento?”

“Scerifu, sarebe tropo fascile se io trovassi subitu Mo Ratos e lo uscidessi. Storia finirebbe tropo presto, sensa patus, sensa emusioni

“Cazzo, hai ragione. Poi, voglio dire, quel vegliardo non passa di qua da anni, ormai. Vabbè che sei un fenomeno, però se tu fiutassi le sue tracce a distanza di lustri il lettore mi rimarrebbe un po’ deluso. Ormai si aspetta una storia alla Kill Bill, non  un finalino scontato. Hai ragione. Sai cosa? Andiamo da Mo Ji. Ho saputo che è evaso, e che si è ritirato su un monte dove sta cercando di curare la sua povera anima. Lui potrà darci qualche dritta. Tieni, ho anche le sue mutande. Annusale e portaci da lui”

E così Carvalho, dopo aver annusato l’underwear di Mo Ji, fiutò la pista giusta e si mise in marcia. Hag Ricol, che non aveva voglia di farsela a piedi, riempì lo shaker di Neoton, diet coke e mentos e preparò uno dei suoi intrugli, dicendo al pistolero di buttarlo giù tutto d’un fiato. Poco dopo, Hag e lo sceriffo sedevano in groppa a Carvalho, che schizzava a folle velocità verso la bettola dove Mo Ji cercava di ricucire quel che restava della sua tanto vituperata anima.

Seduto a meditare, il vecchio saggio sentì bussare alla sua porta.

“So già chi siete. Vi aspettavo da tempo, ormai”

I tre entrarono, affascinati dall’abilità del santone. Si erano senza dubbio rivolti all’uomo giusto.

“Sua dirigenza, sa perché siamo qui. Stiamo cercando coloro che mi hanno rovinato la vita, che ci hanno rovinato la vita. La prego, ci aiuti. Nessuno meglio di lei può indirizzarci verso la retta via”

“Sì, sì, va bene, e..la smetta di baciare i miei anelli, santo cielo! State qua, vado a fare un paio di telefonate

Carvalho Pazzo, un po’ stranito, diede di gomito a Blancos e gli sussurrò “Telefunate? Ma di cusa shta parlandu?”

“Shhh, zitto, zitto! E’ uno che sa quel che fa. Fidati”

Mo Ji tornò poco dopo, col suo iBook in braccio. “Ecco,” disse “questa è una ripresa live della villa dove Ratos e Rojos si nascondono. Come vedete..”

Carvalho, spaventato da quel mostruoso congegno, estrasse la pistola e colpì. Hag Ricol, seduto cinque metri lontano dal bersaglio, si prese una pallottola nella coscia, ma non fece una piega. Mo Ji, invece, era adiratissimo.

“Ehi, cowboy, se tiri fuori ancora una volta quella patacca ti rimando a fare il cretino nella tua tribù. Intesi? E ringrazia che Hag, grazie alla sua alimentazione, non può provare dolore”

“Si, signure, mi scusi”. L’alchimista, intanto, aveva già estratto il proiettile e fermato l’afflusso di sangue con una delle sue pozioni.

“Allora, come dicevo, la villa è situata a tre giorni di cammello da qui, circa mezz’ora di Carvalho dopato, in direzione ovest”

Blancos era un po’ seccato. “Ma..e il pathos? Troppo facile così, non è credibile, non..”

“Senti, ubriacone di merda, li vuoi quei due o no? Perché sennò io ho altro da fare eh, prendi questi due deficienti e te ne vai”

“Ok, fanculo il pathos, fanculo le emusioni. Continui, la prego”

“Bene. Dicevo, non ci sono ronde, soltanto un cagnaccio di guardia. Aspetta che zummo..ecco, guardatelo”

“Ma…è nerissimo!!!!”, esclamò schifato Blancos.

“E cum’è arrugante e indispunente!”, aggiunse Carvalho.

“Sì, è terribile. Cerca lo scontro con tutti, è cattivo, bullo, senza ideali, sporco ma soprattutto nero, troppo nero. E’ il vostro unico ostacolo verso quei due imbroglioni, quindi cercate di studiare una tattica vincente per metterlo fuori gioco”

Lo sceriffo e il pistolero non riuscivano a distogliere gli occhi dallo schermo. Lo spavento per la vista di quella creatura era forte, molto forte.

Blancos, dopo qualche minuto, prese la parola. “Aspettiamo che Hag si riprenda, e poi buttiamo giù un piano. Quell’essere è spaventoso, ma non sarà certo lui ad impedirmi di prendere ciò che mi spetta”.

E così, nella bettola, i nostri eroi cominciarono ad ingegnarsi per sconfiggere il bestio di guardia alla villa. Non potevano ancora sapere che, delle difficoltà che avrebbero incontrato, questa sarebbe stata la minore.

FINE TERZA PARTE

13 commenti:

Anonimo ha detto...

spettacolare.. cum'è arrugante e 'ndispunente..

Unknown ha detto...

Mitico! Non vedo l'ora di leggere la quarta puntata :)

Bruce ha detto...

Spaventati dal nero lol fin troppo verosimile xD

Melito ha detto...

Mi sta venendo l'ansia...voglio il finaleeeee!

Anonimo ha detto...

Gentile ed Intellettualmente onesto Grappa e Vinci, da Londra ci chiediamo, ma chi si cela diabolicamente dietro al nome di Carvalho?
Grazie

Grappa e Vinci ha detto...

amauri
che si chiama carvalho de oliveira

Anonimo ha detto...

Grazie,
unico Cavallo Pazzo dello sport che "conosco" si chiama Goran Ivanisevic e non c'entrava molto nel discorso infatti.

Grappa e Vinci ha detto...

beh in effetti trovare un nome ad amauri è stato un po' un casino
cavallo pazzo è un famoso capo indiano, compare di toro seduto. Questo Amauri è indiano, quindi l'unico nome che mi veniva in mente era carvalho pazzo. più che altro ho cercato di caratterizzarlo con la sua storia personale e il modo di parlare

291103 ha detto...

Ahahahahah il cagnaccio da guardia nerissimo senza ideali!

Bruce ha detto...

Grazie dell'apprezzamento del Blog :D
Non ti piace l'abbinamento azzurrino-nero? xDDD

Grappa e Vinci ha detto...

nono mi piace, è che dopo un po' la lettura non è più agevole
ma magari è una roba mia, eh :)

Bruce ha detto...

Se ti piace mettilo fra i tuoi preferiti no? xDDD

Era uno dei colori più carini da leggere sul nero :D

Anonimo ha detto...

Voglio la nuova puntata!!!!!!!!!!!!!

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