In merito alla partita di rugby ieri a San Siro tra Italia e Nuova Zelanda, voglio segnalare questo bellissimo articolo su Rettilineotribuna.it. Ecco, leggetelo, commentate, fate un po’ quel che vi pare, poi tornate qua che ne parliamo.
Fatto? Bene. Allora, comincio (anticipo che alcune cose le ho già scritte nel mio commento):
Anch’io, vedendo i servizi prepartita, ho provato una certa invidia. C’era un sacco di gente che stava entrando nello stadio, un sacco di gente che dava l’impressione di star facendo una cosa sola: andare a vedere una partita. Non c’era l’esercito con doppiette e scimitarre pronte, non c’erano scorte per il pullman degli avversari, non c’era niente. Niente che non fosse un ammasso di persone pronte a sedersi, godersi un bello spettacolo ed andare a casa senza versare bile per un’ora e mezza per l’arbitro-che-è-quello-che-l’anno-scorso-ci-ha-dato-un-rigore-contro o per delle checche che si rotolano in terra ad ogni minimo contatto. Non c’erano dementi pronti a far volare coltelli, i tifosi avversari non sono stati costretti ad aspettare un mese prima di poter uscire dallo stadio e tornarsene a casa. La sera, nessuna moviola ha analizzato ogni cazzutissimo secondo della partita per trovare un “contatto”, o una “posizione dubbia”. Nessun allenatore è andato davanti alle telecamere a frignare per “quella punizione che non c’era” o per “come ci hanno picchiato”. C’è stata la partita, il pubblico è arrivato, si è seduto, ha incitato la sua squadra, ha esultato, ha applaudito gli avversari, si è alzato ed è andato a casa. La sera si sono tutti visti un film, o sono usciti, o hanno fatto quel che gli è parso, ma non si sono messi a farsi plagiare da qualche trasmissione di merda.
Eppure, quelli che hanno visto la partita ieri non vengono da un altro pianeta, e nemmeno da un altro paese: sono italiani, esattamente come quelli che seguono il calcio ogni domenica. Non si fa altro che dire che nel nostro paese non c’è cultura sportiva, che è per questo che nei nostri stadi non si può respirare il clima che c’è in Spagna, Inghilterra o Germania. Se così fosse, anche ieri si sarebbero dovuti prendere a pistolettate: non era forse una partita, di uno sport, disputata in Italia?
Sì, lo era, ma non è successo niente. Ecco perché, come già scritto nel commento, dico che qui da noi non è la cultura sportiva a mancare, ma quella calcistica. E, pensandoci, non è nemmeno giusto dire che manchi: diciamo che si è estinta, o meglio, che l’hanno uccisa.
L’hanno uccisa i personaggi che affollano il nostro calcio da anni, gente che non ha nessun valore sportivo e nessun’altro obiettivo che non sia la vittoria, ad ogni costo. Ognuno ha fatto la sua parte: c’è chi ha trasformato il nostro movimento calcistico in un teatrino da lui stesso comandato, falsando intere stagioni muovendo le varie pedine a proprio piacimento e facendo in modo che i propri giocatori potessero acquisire indebiti vantaggi sugli altri, sotto tutti i punti di vista, fisico compreso; c’è chi, poi, ha dato vita ad un periodo di spese folli fatte con soldi virtuali, che hanno fatto schizzare alle stelle gli interessi in gioco in quello che dovrebbe essere uno sport, creando isterismi e pazzie varie.
L’hanno uccisa anni ed anni di trasmissioni/giornali sempre pronti al processo, alla gogna mediatica, alla polemica. Miliardi di ore trascorse a chiedersi se era fuorigioco o no, se c’era fallo o no, se era fuori area o no, interi programmi spesi in polemiche inutili e patetiche, utili solo a gonfiare fegati e a dare alibi a chi dovrebbe semplicemente ammettere di essere stato inferiore. Lo spazio dato a gente che dovrebbe stare lontana anni luce da un microfono ed una telecamera, tutti i titoloni a mille colonne, tutte le ridicole lamentele che ci sono state propinate, tutti i fatti che sono venuti a galla tre anni fa non hanno avuto che un effetto: alimentare rabbia, isteria, sindromi da accerchiamento, sospetti.
In questo clima, le nuove generazioni non possono che avere un pessimo approccio col calcio: fin da quando si è piccoli, si cresce con la consapevolezza che, se si vince, siamo fortissimi, e se si perde è colpa dell’arbitro, del campo, degli avversari che provocano, delle troppe partite, del caldo, del freddo, degli infortunati, dello scioglimento dei ghiacciai, della crisi finanziaria, eccetera. Non è mai colpa nostra, dei nostri demeriti, delle nostre mancanze: mai. E’ sempre colpa degli altri.
E si cresce anche con la consapevolezza che il vincente, nel calcio, non è il più bravo, ma il più furbo. Si cresce con esempi come centravanti isterici pronti al decollo al minimo non contatto, o trequartisti platinati perfettamente in grado di simulare più fratture scomposte nello stesso secondo. Si cresce con allenatori che, fin dagli Esordienti, più che dare indicazioni tecniche o tattiche consigliano di “buttarsi appena ti toccano”, o di “fare il furbo” (e lo dico per esperienza personale). I risultati li vediamo ogni domenica: un branco di fighette che si contorcono a terra tenendosi tutte le parti del corpo tranne quella colpita, per giunta urtata in un modo che non darebbe fastidio ad un bambino di sei anni.
Poi guardi Italia-Nuova Zelanda, o una partita di rugby qualsiasi, e vedi omoni di cento e passa chili darsi delle legnate incredibili e rialzarsi dopo mezzo secondo, come se si fossero appena scambiati abbracci affettuosi. Vedi (o meglio, senti) uno stadio che non insulta, ma tifa, vedi due squadre che rispettano l’arbitro e non gli vanno a protestare in fronte per un fuorigioco di merda, con la faccia deformata dalla rabbia e il corpo che si muove come pervaso da una scarica elettrica.
Vedi tutto questo e poi ti chiedi..perché?
13 commenti:
ma i calciatori in primis...una volta era gente temprata,motivata,con personalità...c'erano le bandiere,signori dentro e fuori dal campo...il calciatore oggi è una fighetta depilata con le sopracciglia rifatte,imbottita di droga e semianalfabeta,incapace anche di articolare la benchè minima frase,ed è il modello imposto e da seguire,glieli farei mangiare quei cazzo di nastrini per capelli
Concordo pienamente. Come minimo dovrebbero fare come in Inghilterra, dove le moviole sono proibite per legge e chi parla contro gli arbitri viene multato e squalificato (Allenatori e giocatori). Poi pero' ho un amico inglese che mi dice che anche la' stanno tornando gli hooligan, e a questo dico: che il benedetto Platini (non Diego-il-nuovo-Platini) ma quello vero, che il benedetto Platini la faccia sta regola del 6+5, cosi ci saranno meno costi. Che metta salary cap unificate in tutta Europa, cosi nessuno potra' lamentarsi che altre squadre in altri campionati hanno un vantaggio. Che tagli tutti i costi del calcio che non ci sarebbero mai dovuti essere e che si ritorni ai vivai con qualche elemento esterno.
E poi se i vari C.Ronaldo vogliono andare ai Galaxy per fare piu' soldi, che si arrangino. Il calcio in Europa lo rivogliamo cosi com'era ai bei tempi.
ma l'inter di moratti (figlio) ha passato tipo una decina d'anni a blaterare che se prendeva schiaffi ovunque era colpa dell'arbitro. anche nello scudetto "di moggi" la juve sul campo era nettamente piu' forte e divelleva l'ano degli interisti (sul campo, niente arbitri) e moratti sempre a dire: "non e' colpa nostra, e' colpa dell'arbitro".
ora non e' che siccome da qualche anno l'inter vince sempre (e solo in italia) si possa far 'sti papiri di seimila anni. a parte il fatto che si dovrebbe ridere e cosi' ci si annoia, bisognerebbe tener conto e specificare sempre che nel calcio sono tutti uguali e tutti si comportano cosi': inter, milan, juve, etc.
ps:
intellettualmente onesto. madonna.
se mi dici dove c'è scritto che da questi comportamenti sono esclusi gli interisti, vinci un peluche
olocausto random non confondiamo la mancanza di cultura sportiva con la frode sportiva. In tutti gli sport esiste(purtroppo) la frode sportiva ed e' giusto denunciarla e condannarla. quello che fa piu' male ed e' sicuramente piu' antisportivo sono le scuse di chi ha frodato. Ora, secondo me, la mancanza di cultura calcistica deriva dall'intorno del calcio. Come ho gia' avuto modo di dire trasmissioni sportive, giornali, telecronache palesemente faziose, commentatori,ecc., inevitabilmente condizionano l'ambiente.E quest'intorno in Italia c'e' da sempre, o almeno de che io ricordi(anni '80). La soluzione sara'lunga e complicata.Iniziamo ad abolire moviole, a fare trasmissioni e giornali che vertano su temi tecnico-tattici e lasciare a margine le altre cose. Chissa' che un giorno non ci troveremo con la mentalita' un po' cambiata, fino al punto di applaudire un Milan o una Juve che vince meritatamente a S.Siro (piu' tardi possibile).
Sono andato spesso a vedere l'Italia di rugby, è sempre uno spettacolo. Si respira un'atmosfera di civiltà, di fratellanza sconosciuta durante le partite di calcio.
Ieri ho visto san siro in una prospettiva diversa. Nessuno che spingeva ai tornelli, poliziotti limitati al minimo indispensabile, nessun fumogeno.
Qualche pirla ha provato a fischiare, ma la maggior parte dello stadio ha coperto i fischi con gli applausi, finchè lo speaker ha chiesto di non fischiare più.
Per farvi vedere quanto rispetto c'è, gustatevi il silenzio durante la Haka (condito dal coglione di turno, ahimè)
http://www.youtube.com/watch?v=fw7Ngnr23fU
ciao papi grappa.. ho visto pure io il match e credo tu abbia ragione su tutta la linea,ma ti sottopongo un paio di domande onestamente intellettuali come piacciono a te.. credi realmente che se il rugby fosse lo sport nazionale in italia e intorno ci fossero pressioni incredibili e miliardi ci si sarebbe comportati come ieri??
bella sbrodolata, vi auguro di essere in pub di durban o leeds dopo una finale sudafrica-inghilterra, col divieto di portare cappellini da baseball (quelli con la visiera, si) dentro al pub perche' le telecamere a circuito chiuso non possono riconoscere la faccia di quello che spacca amorevolmente la pinta in faccia a qualcuno.giu il cappello, mano sul cuore, e tutti sull'azzurra di cino ricci.
assolutamente no, ma difatti non dico che la gente che segue il rugby è, per definizione, migliore di quella che segue il calcio. Tutto ciò che ha inquinato l'ambiente calcio lo ha fatto perchè è lo sport principale, al quale ruotano intorno più soldi. Le partite truccate, gli acquisti fatti coi soldi del monopoli, i giocatori che si buttano in terra appena tira vento sono tutte cose che ci sono perchè il calcio è lo sport che tira di più.
Non ho fatto una sviolinata al rugby, ho soltanto cercato di spiegare perchè ieri c'era una bella atmosfera che alle partite di calcio, normalmente, non si respira.
papi,su quello concordo.. ma la rivalità che c'è ad esempio tra noi e i gobbi è dal '50 che esiste.. e sappiamo benissimo che gli anni 70 e 80 la sicurezza negli stadi era molto peggiore di oggi,ho il libro della nord e ti assicuro che oggi non esiste quasi più un certo tipo di violenza come allora.. quello che è cambiato è la cultura della vittoria ad ogni costo (derivante dal fatto che si giocano sempre più soldi).. e il giocatore in italia questo lo sa benissimo.. e si adatta con mezzi e mezzucci già dai pulcini.. in inghilterra non è tutto rose e fiori,gli hooligans li hanno solo spostati dallo stadio,ora frequentato dai ricchi (biglietti a cifre esorbitanti) che è normale che non si mettono a fare gli scalmanati.. e te lo dico io che della premier sono un accanito fans.. ma a 70 euro al mese con sky.. vuoi un esempio dove li invidio veramente? metti un livorno parma qualunque in italia e da loro un fulham sunderland.. e vedi la colossale differenza di pubblico pagante e ti cadono le braccia.. non può essere solo per gli stadi.. la lazio ha vinto 2 titoli eppure dopo 2 mesi di campionato sparano le bombe carta a formello.. il calcio non è più uno sport in italia,questa è la verità
E' tutto vero, per carità, ma c'é anche da dire che fondamentalmente a quegli ottantamila del rugby non gliene fregava un cazzo di niente. Erano lì perché c'era l'evento, c'erano gli All Blacks. Ogni settimana se ne giocano in Italia di partite di rugbyma sono limitate a degli aficionados
Volete un paese con reale cultura sportiva?
STATI UNITI
Famiglie intere, bambini, tanto cibo, "tifosi" mischiati e poi a tutti ordinatamente a casa. Questo SEMPRE, in ogni partita di campionato. Parlo per esperienza personale in quanto da fanatico di MLB (baseball) sono andato a vedere qualche partita. Atmosfera unica.
Sapete una cosa? Ieri sera Report parlava del rugby, e paragonava gli ingaggi e le sue spese agli stipendi milionari dei giocatori, citandone giusto due (a casaccio): Mourinho ed Eto'o. Figurarsi se parlavano di Cristiano Ronaldo, Trezeguet, o Cassano. Quando conviene, l'Inter è italianissima, vero?
Io (interista ormai cementificato), come molti interisti, genoani, juventini, milanisti ecc., spero sempre in un calcio in cui ci siano meno chiacchiere, meno fighette, meno piagnistei, meno soldi, più sostanza e più umanità. Utopia, ma mi tiene vivo l'interesse.
Mi sono incazzato egualmente per le lagne di De Rossi anti-inter come per le lacrime (!) di Mancini quando siamo stati eliminati dalla Champions. Questo non è sport, è cultura del gufaccio, è voler vincere a forza dando il minimo sindacale, è "non gioco più dato che il super santos è il mio". E col cazz che funziona così nel rugby.
Attenzione, pero', a non strumentalizzare questa cosa (ovviamente, IMHO): prima lo scudetto di cartone, poi il campionato a tavolino, poi il campionato facilissimo, adesso [sbroc-mode on] il rugby è uno sport ed il calcio no [sbroc-mode off]. Prima, nell'italia che ancora pensava al mondiale '82, questo discorso sarebbe sembrato una cosa da pazzi... è già una cosa che venga accettato.
Sono d'accordo con l'analisi dell'articolo (molto obiettiva, a mio vedere, e l'autore non era certo obbligato a mantenerla tale), ma attenzione a non strumentalizzare l'idea, che in sè è molto positiva. Se addirittura Report sbrocca contro l'Inter senza riferirsi a nessun altro, un po' di sbroc-malessere ci sarà. Non voglio minimamente fare dietrologie, ma questa cosa mi ha un po' infastidito, tutto qui.
SCusate per la lunghezza del mio intervento, vi leggo sempre con interesse.
Ciao!
Salvatore
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