giovedì 9 aprile 2009

CONFRONTI

giovedì 9 aprile 2009

Noi Muntari, loro Xavi, Fabregas, Essien.

Noi Vieira, loro Tourè, Mascherano, Carrick.

Noi Stankovic, loro Iniesta, Gerrard, Lampard.

Noi Mancini, loro Messi, Cristiano Ronaldo, Henry.

Noi Adriano, loro Drogba, Eto'o, Torres, Adebayor.

Noi Jimenez, loro Hleb, Park, Giggs.


Ma anche:

Noi Julio Cesar, loro Helton, Almunia, Victor Valdes.

Noi Samuel,
loro Bruno Alves, Evans, Piquè.

Noi Maicon,
loro Saponaru, Ivanovic, Arbeloa.

Noi Cambiasso,
loro Raul Meireles, Song, Eguren (?)

Noi Balotelli,
loro Mariano Gonzalez (!), Rodriguez, Nasri.

Noi Ibrahimovic,
loro Lisandro Lopez, Hulk, Llorente.


E quindi?
Quindi ci vogliono sì i campioni, ma il collettivo è ugualmente importante. Il fuoriclasse serve, ma la coesione della squadra, la sua capacità di aggredire gli spazi e di avere una manovra corale e soprattutto rapida, sono cose altrettanto fondamentali, come l'avere giocatori che non se la fanno nei pantaloncini nelle partite fondamentali.

Tralasciando il Barcellona, vero e proprio caso a parte, le partite di Champions ci hanno fatto vedere che, per andare avanti in Europa, prima dei fenomeni, serve ciò di cui parlo sopra: serve essere una squadra.
Fortunatamente, Mourinho dovrebbe sapere molto bene tutto ciò visto quel che ha fatto col Porto, dove aveva una sola prima donna (Deco) e grazie ad un gruppo fantastico e ad una squadra che giocava a memoria è riuscito a tagliare grandissimi traguardi.

Il fatto che tecnicamente l'Inter fosse inferiore al Manchester non può e non deve essere una scusante: il Porto martedì ci ha dimostrato che, dove non arriva la tecnica, arrivano sacrificio, voglia ed intelligenza. Con la nostra linea difensiva, i portoghesi avrebbero probabilmente vinto tre o quattro a zero, pur non avendo un centesimo della qualità degli avversari.

Viene allora da chiedersi: perchè non abbiamo giocato così anche noi, allora?
Perchè l'Inter non è fatta per quel tipo di gioco, direte voi.

E' vero, le caratteristiche dei nostri giocatori non sono quelle giuste per praticare il calcio aggressivo che serviva per mettere alla corda lo United, soprattuto all'andata: ma Mancini e Quaresma sono forse inferiori a Rodriguez, Hulk e Mariano? Stankovic è meno bravo di Meireles? No, non credo proprio. Quindi, è tutta questione di testa, di voglia, di palle. Si riassume tutto in queste tre cose, che a quanto pare importanti quanto tecnica e fantasia, e in alcuni casi addirittura di più.
Per carità, non voglio assolutamente dire che questa Inter manchi di temperamento o che non abbia un gruppo unito: una squadra che vince quattro (tre) campionati di fila non può prescindere da queste cose. L'Inter è una grandissima squadra, che ha però delle evidenti lacune che emergono con prepotenza quando gioca in Europa. Ha una manovra lenta, viaggia a folate e si affida esclusivamente alla qualità dei singoli per creare occasioni pericolose; tutto quello che, in Champions, bisogna evitare. Le squadre migliori, a centrocampo, schierano maestri del palleggio: noi terzini, stopper o randellatori.
I giocatori che avrebbero dovuto farci fare il salto di qualità in questo senso, ossia Muntari, Mancini e Quaresma, hanno tutti (o quasi) miseramente fallito, soprattutto per questioni che non hanno a che fare con le abilità tecniche ma che riguardano esclusivamente la personalità e la voglia di imporsi (ovviamente, sto parlando degli ultimi due).

Il modo per colmare queste lacune c'è, e da quanto ho capito Mou lo conosce. Subito dopo la partita di Manchester, ha detto che all'Inter servono più tecnica e più intensità: ok, esatto.
Lui deve essere il protagonista assoluto di questa "metamorfosi". Deve cambiare il modo di giocare della squadra, trasformarla nel famoso "blocco unico" e darle una dimensione internazionale, oltre a scegliere, insieme ai dirigenti, qualche acquisto mirato che ben si addica al progetto, senza compiere i clamorosi errori dello scorso anno.
Questo è tutto ciò che manca all'Inter: un gioco "europeo" e qualche innesto di qualità.
Non è poco, ma nemmeno tanto. Soprattutto, se ci si mette a guardare in casa d'altri e ci si accorge di come sono messi.

Sono queste cose che, per citare Settore, ci permetteranno (forse) di schiacciare il Caps Lock e di definire la nostra squadra non più soltanto "grande", ma "Grande".
Sarò un illuso, ma io ci credo.

7 commenti:

enzuccio92 ha detto...

Ottimo post.
capisci anche di calcio grappa e vinci, non me l'aspettavo :DDD

Anonimo ha detto...

anke io ci credo...
..però ricorda che Mou ha costruito il gruppo solido del porto in qualche anno..non è mica arrivato e a vinto la champions...quello è stato solo lo splendido risultato finale che quella squadra ha raggiunto dopo qualche anno insieme a Mou....non dico che il portoghese vinca sicuro..però bisogna dargli tempo e farlo lavorare...non come quei parassiti di studio sport che lo danno già per partente a giugno...rosiconi del cazzo come vorreste che se ne andasse vero??...
..io ci credo..date tempo a Mou..che per quanto possa essere antipatico...ha LE PALLE...

emanu

Giovanni ha detto...

esatto
già dal prossimo anno secondo me vedremo qualcosa di importante

Paolo Bitta ha detto...

La nostra croce e' la pochezza tecnica del centrocampo che schiera fenomeni del calibro di stankovic (completamente spastico nei movimenti e fragile psicologicamente), zanetti (rugbista e propositivo come uno stipite) e muntari (mancino naturale che e' piu' preciso col destro.....)

hai voglia a imbastire anche solo un peto di squadra con certi elementi....

Grappa e Vinci ha detto...

non sarei così cattivo coi nostri, soprattutto con stankovic e zanetti (stankovic, poi, è l'unico in grado di inserirsi e di dare un po' di qualità). zanetti può e deve ancora starci, un randellatore va bene, due no. quindi muntari deve scaldare la panca ed al posto suo deve arrivare un giocatore di calcio

Anonimo ha detto...

hulk è forte cmq non sto scherzando,io lo consiglierrei al milan

Anonimo ha detto...

hulk è forte cmq non sto scherzando,io lo consiglierrei al milan

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